Inganno di Maria Adolfsson
La detective Karen Eiken Hornby si sveglia in una stanza d’albergo senza ricordare molto della sera precedente: ha bevuto troppo, e nel letto accanto a lei, profondamente addormentato, c’è il suo capo, Jounas Smeed, comandante della divisione crimini della polizia di Doggerland.
Karen pensa che dovrebbe decidersi a cambiare abitudini e darsi una regolata, anche perché la vita le ha già fatto pagare un conto troppo salato. Un pensiero che tormenta spesso la detective e che le si ripresenta con forza quando riceve l’incarico di indagare sull’omicidio di Susanne Smeed, proprio l’ex moglie del suo ultimo amante.
Recensione a cura di Dannyella – Inganno di Maria Adolfsson. Titolo originale: Felsteg – Doggerland. Edito il 18.10.2018 da SEM. Genere: giallo. 444 pagine.
Inganno è il primo attesissimo libro di una serie di noir ambientati a Doggerland, un arcipelago frutto della fantasia dell’autrice, in corso di pubblicazione in diciotto paesi.
Mi ha sempre affascinata la scrittura scandinava, la vita e le tradizioni di quei paesi così diversi da noi. Per questo, quando ne ho l’opportunità, leggo sempre volentieri narrativa di tale ambientazione. In questo caso, mi avevano incuriosito molte cose: sicuramente la trama, il fatto che la protagonista fosse una donna, cazzuta per di più, e il fatto che l’autrice fosse alla sua prima pubblicazione ma con una serie già annunciata. Tutto questo, quindi, mi ha spinta ad avvicinarmi alla lettura di questo romanzo e non me ne sono affatto pentita.
L’ispettrice Karen Eiken, una protagonista per la quale non ho provato una simpatia immediata, ma che ho imparato ad apprezzare sempre di più andando avanti con la lettura, ha un capo stronzo: il suo nome è Smeed ed è uno di quelli che la provoca continuamente con sorrisini e allusioni permettendo ai colleghi di seguire il proprio esempio e fare altrettanto. Karen, ormai cinquantenne, ha imparato da molto tempo l’arma dell’indifferenza, ben consapevole che la sua laurea in criminologia e l’elevatissimo tasso dei suoi casi risolti non sarà mai abbastanza per redimere la colpa di essere una donna agli occhi dei suoi colleghi.
La situazione non migliora di certo quando una sera, complice l’alcool, uno dei vizi di Karen, succede qualcosa di decisamente inaspettato e inopportuno e Karen finisce a letto in una camera d’albergo proprio con Smeed.
Il romanzo inizia da qui: Karen che si sveglia in una stanza d’albergo con addosso i pesanti postumi di una sbornia e il corpo addormentato del suo capo accanto. La donna, devastata da questa ennesima pessima scelta scappa via e si precipita a casa a riprendersi dalla sbornia e a recuperare qualche ora di sonno. Sulla strada, in quel pessimo stato, s’imbatte in due agenti (che non fanno difficoltà a rendersi conto della sua notte brava) e, ciliegina sulla torta, nella ex moglie di Smeed di ritorno a casa. Karen fa a tempo a malapena a concedersi qualche ora di sonno, quando riceve una chiamata del commissario che le affida la conduzione delle indagini di un caso di omicidio: una donna è stata assassinata in casa propria… peccato che si tratti proprio della ex moglie di Smeed. Questo vuol dire che Karen si ritrova a indagare sull’omicidio di una donna che ha visto poco tempo prima di morire e con il cui ex marito è appena andata a letto. Una situazione piuttosto scomoda, non c’è che dire.
Gli elementi per una trama interessante ci sono tutti e il lettore è già dalle prime pagine ben incanalato nella lettura, trasportato dalla curiosità di arrivare al nodo della matassa, volendo vedere dove arriverà tutta questa serie di incredibili coincidenze e, nello stesso tempo, avendo già una propria idea di chi diffidare e di chi fidarsi.
Ma il punto di forza di questo romanzo, oltre la trama, a mio avviso sta nel modo in cui le indagini vengono presentate in maniera precisa al lettore. Leggendo questo libro, pagina dopo pagina, ci ritroviamo al centro delle indagini, come se anche noi partecipassimo alle riunioni dei poliziotti, ai loro sopralluoghi, agli interrogatori di amici, conoscenti, presunti coinvolti e la cosa a me è piaciuta tantissimo. Non so se qualcuno troverà questo tipo di scrittura troppo lunga, ma per me non è stato così. Nel libro ci viene detto tutto, nessun particolare ci viene risparmiato, in modo che anche noi abbiamo tutti gli indizi per formulare le nostre ipotesi e magari dire la nostra. Io, personalmente, alla soluzione non ci ero arrivata, ma bisogna anche ammettere che i colpi di scena sino alla fine non sono pochi. Bello anche il modo in cui la vita privata di Karen viene pian piano ricostruita nel corso del romanzo rendendo questa detective sempre più umana e ben voluta dal lettore.
In breve, un libro che stra-consiglio agli amanti del genere, in attesa di leggere i capitoli successivi di questa strana e inquietante Doggerland.