Recensione in anteprima – Una mummia nell’armadio di H. Joking
Ah, l’antico Egitto, le piramidi, la sfinge… i misteri dei faraoni.
La storia mi ha sempre affascinata, lo ammetto, ma mai avrei pensato che un giorno mi sarei portata a casa… una mummia!
No, non l’ho trafugata dal suo sarcofago per i suoi tesori. Per chi mi avete presa?
In realtà è molto peggio di così.
Mi credereste se vi dicessi che la mummia è viva? Lo so, io stessa mi prenderei per pazza. Io, che da sempre ho un’indole positivista. “Provare per credere”.
Eh sì, solo che non potevo non crederci visto che Reshef ha ripreso vita davanti ai miei occhi, mandando a farsi friggere tutte le mie certezze. E la mia tranquillità.
Già. Avete mai provato a vivere con un faraone? Non è sempre la personcina più docile del pianeta. Soprattutto quando si mette in testa qualcosa. Tipo di recuperare i suoi vasi canopi, cosa che gli permetterà di riprendere sembianza umane… O di scoprire chi lo ha ucciso.
Beh, risolvere un mistero di 3000 anni fa, certo, che ci vuole?
In anteprima – Una mummia nell’armadio di H. Joking, romanzo autoconclusivo pubblicato il 23 marzo 2020, dalla Triskell Edizioni.
Smeraldine, dite la verità, leggendo il titolo e la sinossi non vi è venuto da ridacchiare o di fare almeno una smorfia? Beh, a me sì e tanto anche, però, mi ha anche incuriosito è così ho chiesto alla CE di darmi la possibilità di leggerlo in anteprima.
E devo dirvi che, sarà il momento particolare, sarà la scrittura scorrevole e accurata dell’autrice, sarà, ancora per l’argomento trattato, l’antico Egitto, per il quale ho sempre avuto un debole, o ancora per quel sentimento puro che è l’amore che nasce tra i due giovani protagonisti, diversi per tutto, ma a me questo libro ha regalato tante belle emozioni e spero di essere in grado di riuscire a trasmettervene qualcuna.
Prima di tutto mi preme dirvi che si tratta di un fantasy young adult, per cui nessuna capriola ma solo puro sentimento. Una storia così ben orchestrata che mi sono ritrovata coinvolta nelle vicende della bella studentessa Daphne e del magnifico e unico figlio degli Dei, il Faraone Reshef e dei suoi folli servitori Hapu e Neshi. Pagina dopo pagina la storia mi ha trasportato in terre lontane, antichi splendori e atmosfere di altri tempi sempre con un pizzico di sano umorismo e un’attenzione particolare per la storia e le leggende che fanno parte di un popolo che è stato la culla del mondo e che ancora tanto deve svelare al mondo.
Ma andiamo a scoprire di cosa si tratta più in particolare. È l’ultimo giorno di scuola per Daphne e il suo professore di storia ha deciso di portarli nel museo di Archeologia e Storia dell’antico Egitto di Washington per avvicinarli alla cultura di un popolo per cui lui ha studiato una vita intera. Lì, per sfuggire ad un ex pretendente un po’ troppo insistente, la giovane si ritrova a vagare da una sala all’altra fino ad approdare in una che non è stata ancora esposta al pubblico. Attorniata da antichi tesori e attratta da un sarcofago che custodisce la mummia di qualcuno, non ha tempo per soffermarsi a leggere di chi si tratta che un violento terremoto fa cadere tutto a terra, mummia compresa. Ripresasi dallo shock sta per fuggire quando, da quell’ammasso di bende vecchie di tremila anni, si leva una voce esile che le chiede aiuto. Daphne sa che non può essere reale, che una mummia non può tornare indietro dall’oltretomba e chiamarla come se nulla fosse, ma il suo spirito caritatevole non può ignorare quella richiesta. Così, presa dal panico, afferra quell’ammasso informe di bende e in una fuga rocambolesca quanto comica lo porta a casa sua e lo rinchiude nell’armadio. La sua razionalità la spinge a pensare di essersi immaginata tutto e che nell’armadio non ci sia nulla che non vada ma quando il mattino dopo si decide finalmente ad aprirlo di nuovo la mummia è ancora lì e ha l’ardire di chiederle anche da bere. Ancora una volta la sua umanità mette da parte la parte razionale di lei e porta dell’acqua all’assetato che, dopo alterne vicende, si scoprirà essere Reshef, l’ultimo discendente di un’antica stirpe di faraoni. Solo che al momento quell’essere rinchiuso nella sua stanza è solo un ammasso di bende così strettamente avvolte intorno al suo corpo da non riuscire a vedere nemmeno un lembo di pelle e, cosa ancora più inspiegabile è che per ritornare in possesso dei suoi organi vitali bisogna recuperare i quattro vasi canopi che sono stati custoditi insieme al suo corpo mummificato al momento della sepoltura. Certo, il grande Faraone, non chiede ma esige che sia lei a trovarli e Daphne, pur di sbarazzarsi di lui, è disposta a tutto. Nel mentre altre mummie rinchiuse nel museo finiscono per arrivare a casa sua e la povera ragazza è costretta a dare ospitalità al Faraone, al suo gatto mummia e ai suoi due servitori che con i loro battibecchi vi strapperanno più di una risata. Non aggiungo altro perché la storia è molto più complicata e bella di quanto io possa descrivervi, sappiate solo che durante la lettura si avverte in ogni singolo aspetto tutto il lavoro di ricerca fatto dall’autrice che ha saputo catapultarmi in una storia surreale come se mi trovassi davvero al cospetto di un faraone che discende dagli antichi Dei. Certo, forse all’inizio, l’arroganza di Reshef, il prostrarsi ai suoi piedi dei suoi servitori non vi andranno molto a genio ma poi capirete tutta l’angoscia di un ragazzo che aveva il mondo tra le mani e che si risveglia in una realtà sconosciuta con la consapevolezza che qualcuno lo ha ucciso e che il suo popolo è in pericolo. Oltre al mistero di scoprire chi tanti millenni prima ha voluto eliminarlo e alla ricerca estenuante e, in alcuni punti, molto comica della ricerca dei vasi canopi, c’è la dolcezza di un amore che sboccia tra due ragazzi che in comune non hanno nulla se non quel sentimento che iniziano a provare l’uno per l’altra e che mi ha commosso in più di un’occasione.
Era da un po’ di tempo che non trovavo un fantasy che mi coinvolgesse tanto e sotto tanti punti di vista. Mi ha spinto a fare ricerche su ciò che non sapevo di una cultura così tanto antica, mi ha fatto sorridere e ridere per scene davvero esilaranti, mi ha commosso per la tenerezza con cui cresce l’amore tra i due giovani e mi ha fatto tremare il cuore quando ho capito che quello era un amore impossibile.
Ecco, il mio consiglio è di leggerlo assolutamente e non solo perché in questo momento così drammatico per tutte noi c’è bisogno di ridere ma anche perché è una storia che saprà conquistarvi con la sua semplicità.
Bellissima zia ,continua così………………….
Mi hai incuriosito molto, lo leggerò sicuramente!!
Alessandra (blog: Le passioni di Pinella)
Grazie mille, vedrai che lo troverai divertente e commovente