In anteprima: In tempi di guerra di Micheal Nava

Los Angeles, 1986.

In piena epidemia dell’AIDS, un gruppo di cristiani conservatori ha proposto un’iniziativa legislativa che imporrebbe alle autorità sanitarie di rinchiudere le persone sieropositive in campi di quarantena, e ci sono buone probabilità che venga approvata nel referendum di novembre.

Henry Rios, che ormai si è stabilito a Los Angeles, accetta di fornire consulenze legali a QUEER, un gruppo di giovani attivisti in lotta contro la proposta. I suoi membri sostengono di praticare la disobbedienza civile pacifica, ma quando uno di loro resta coinvolto in un attentato a una chiesa evangelica – provocando la morte del pastore – Rios si ritrova con un cliente che rischia la pena capitale.

In un thriller politico che intreccia sapientemente complotti religiosi, lotte politiche e vicende sentimentali, Nava si ispira alle pagine oscure della recente storia californiana per raccontare le tensioni esplosive che scuotevano la comunità LGBT dell’epoca, tratteggiando un mondo di luci e ombre dove il sangue chiama sangue e nessuno può sperare di restare indenne.

In tempi di guerra  di Micheal Nava, terzo volume della serie noir “Henry Rios” a tematica male to male in pubblicazione l’8 luglio per la Triskell Edizioni

Come riesca Micheal Nava a farmi diventare una spettatrice avida di qualsiasi gesto e parola pronunciata dal suo Henry Rios, è qualcosa che mi lascia ancora senza parole. Vederlo tormentarsi per scoprire la verità, osservarlo mentre fa di tutto per dare  giustizia anche a chi non c’è più è, ogni volta, un colpo al cuore. Henry, lo sappiamo, difende gli ultimi, quelli che difficilmente troverebbero qualcuno disposto ad esporsi per loro e, in questa nuova avventura, a mio parere si è semplicemente superato mentre dispiegava tutti i fili di una matassa ben più che ingarbugliata riuscendo nel suo intento di portare giustizia.

Nel libro precedente aveva lasciato San Francisco per stare accanto al suo mentore a Los Angeles  e qui ha iniziato a ricostruire la sua carriera e la sua vita. È riuscito a stare lontano dall’alcool e ha trovato in sé tutta la forza necessaria a rimettersi in piedi, peccato che nel frattempo il suo amico sia venuto a mancare per cause naturali e non per il male del secolo che gli era stato diagnosticato, e tutto è accaduto mentre cercava di aiutare i malati di AIDS a procurarsi illegalmente dei medicinali in Messico. Ed è proprio a causa di questi medicinali che Henry entra in contatto con un uomo misterioso che gli chiede aiuto per il figlio infettato dallo stesso virus. Da questo momento in poi  Henry si ritroverà al centro di un vespaio inimmaginabile dove la politica e la religione si intrecciano in modo tentacolare alle vite di persone oneste, di gente che vorrebbe avere solo la possibilità di vivere la propria vita, di non essere impaurita da un male oscuro e, soprattutto, di non temere di essere ancora più emarginata di quanto già non sia. In questi tempi così oscuri, infatti, a peggiorare la già difficile posizione di tutti i gay del Paese, conservatori e finti perbenisti, stanno cercando di far approvare una proposta di legge che vorrebbe esiliare e rinchiudere in campi di isolamento tutti i malati di AIDS. Le manifestazioni della comunità gay e lesbica contro questo scempio si moltiplicano giorno dopo giorno e avvocati come Henry fanno il possibile per evitare l’arresto di quanti difendono la propria vita. Henry avrà il suo bel da fare e giuro che non avrete un attimo di respiro, avrete la sensazione di avere tutto in pugno, di aver capito chi è il cattivo, chi è la vittima, chi l’aguzzino e chi l’innocente, ma tutto sarà il contrario di tutto in un turbinio di eventi scioccanti e verità svelate.

Ad ogni libro letto mi dico che quello è stato il migliore e poi arriva il successivo e devo ammettere che la potenza della storia fatta di intrecci ottimamente congeniati ha superato di gran lunga il libro precedente. Nava mette tanta di quella potenza nelle sue storie che è impossibile non lasciarsi trascinare da tutto, dal carisma dei personaggi, dai loro lati bui e quelli pieni di luce, dall’analisi perfetta e altrettanto dissacrante di una nazione che si professa da sempre paladina di libertà e democrazia e che, invece, è più retrograda del peggior medioevo. Ne abbiamo avuto prova proprio in questi giorni, quindi, questo vi può far capire quanto bene Nava conosca il suo paese e quello di cui parla. Non vi mentirò, di lui leggerei anche la lista della spesa perché sa coinvolgermi a tutto tondo, mi fa sentire sulla pelle tutte le emozioni che affrontano i suoi personaggi, sa farmi provare gioia, stupore, rabbia e, non ultima una grande vergogna per come certe situazioni sono state affrontate nel passato e come lo facciamo adesso, quasi nello stesso identico modo perché raramente l’uomo medio impara dai suoi errori. Ma, per fortuna, ce ne sono stanti come Henry Ryos che aggiustano l’ago della bilancia, dando una speranza a chi pensava di non averne più.

Ve lo dico dal primo libro di questo serie e continuerò a farlo, fatevi un regalo e leggete queste storie, valgono ogni singolo minuto del vostro tempo.

smeraldo

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