Il sarto di Parigi di Marius Gabriel

Trama È il 1944 quando Copper Reilly, fresca di matrimonio, arriva per la prima volta a Parigi, poco dopo la liberazione. La città è in fermento e i festeggiamenti rendono l’aria frizzante e piena di promesse, ma lei è imprigionata in un matrimonio che la rende infelice. Quando suo marito la tradisce per l’ennesima volta, Copper decide che è troppo e chiede la separazione. Da sola, in una grande città come Parigi, trova conforto in una bizzarra amicizia: un uomo tormentato, uno stilista di mezza età che nasconde il suo talento nei retrobottega di una casa di moda in decadenza. La sua riluttanza ad apparire si scontra però con la bellezza audace dei suoi disegni. Il suo nome è Christian Dior. Affascinata dalla sua bravura, Copper lo esorta a mettersi in proprio, aiutandolo a sconfiggere le proprie insicurezze. Con l’aiuto di alcune fotografie e una macchina da scrivere, si avventura nel mondo selvaggio e colorato del giornalismo di moda, decisa a raccontare al mondo il genio di Dior. Grazie a questa nuova, ambiziosa missione, Copper riuscirà a capire chi è e cosa vuole davvero?

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Recensione di SilviettaIl sarto di Parigi di Marius Gabriel, un romanzo storico pubblicato il 24 gennaio 2019 da Newton Compton Editori.

Quando ho scelto di leggere “Il sarto di Parigi” ero fermamente convinta di trovarmi dinnanzi alla storia di una donna che avrebbe dovuto scegliere tra due uomini. In realtà non è stato così, poiché la storia non è incentrata solo sulla protagonista.

Sicuramente non è una lettura semplice: non si tratta della classica storia romanzata dello stilista Christian Dior, né della storia di Parigi appena superata la seconda guerra mondiale.

Non è una storia d’amore, non è uno storico, ma è un insieme di più generi.

Copper, voce narrante di questo romanzo, dopo aver seguito il marito Amory, di nazionalità tedesca, a Parigi, decide di lasciarlo poiché non è più capace di sopportare la sua infedeltà, e decide di dedicarsi alla sua passione più grande: diventare giornalista.

In questa città “affaticata” Copper cerca di farsi strada per trovare un equilibrio interiore, per riprendere il controllo della propria vita lasciando da parte le mille insicurezze.

A Parigi, ormai sola, fa la conoscenza di un uomo che le offrirà ospitalità, Christian Dior, che Copper chiamerà Tian. Poco alla volta nasce tra loro una fortissima amicizia, e grazie a questa nuova conoscenza, la donna andrà incontro ad un nuovo mondo composto da persone un pochino bizzarre, tra paillettes e seta. Si ritroverà a conoscere pettegolezzi di ogni genere, e lentamente ricomincerà a sorridere e a sperare nella vita, proprio quando stava iniziando a perdere la fiducia in se stessa.

“Gli abiti si frappongono tra la nostra nudità e il mondo.
Possono essere una maschera, un costume, oppure una fantasia.
O, ancora, possono esprimere il nostro vero io in modo più accurato delle parole”.

Il sarto di Parigi” racconta una storia con sfondo una Parigi appena liberata dalla guerra, con mille interrogativi e ancora disordini per le strade. Marius Gabriel narra di questa donna dai capelli rossi che intraprende una sorta di viaggio attraverso le difficoltà affrontate dalle donne nel dopoguerra. Narra la storia di uno stilista timido che ha paura di lasciarsi andare, ma nel momento in cui lo farà, conquisterà tutto il mondo.

Un romanzo sicuramente scritto con cura, ma che mi ha lasciato parecchie perplessità. Le descrizioni legate ai campi di concentramento e della situazione postbellica rallentano molto lo scorrere della lettura.

Inoltre non mi ha convinta il personaggio di Christian Dior, dalla premessa speravo fosse in grado di trasmettere molto di più, e ad un certo punto della storia mi è sembrato completamente oscurato da Copper e dalla sua di storia, la quale, nel momento in cui incontra nuovamente l’amore, diviene quasi inverosimile.

«Ti adorano. Stanno dicendo che è la collezione più importante dalla fine della guerra», gli riferì. «Forse la collezione più importante di sempre. Sostengono che hai cambiato la visione della moda, che hai creato un nuovo look, che niente sarà più come prima. Non devi tapparti le orecchie, mio caro. Ce l’hai fatta. È un successo».

«Che significa?», balbettò spaesato.

«Puoi uscire dall’armadio».

Silvietta

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