Il profumo dei fiori di zafferano di Clare Marchant

Trama Due donne. Una ricca tenuta inglese. Un segreto terribile, nascosto da cinque secoli. 1538. Eleanor ha appena sposato il ricco vedovo Greville Lutton e si è trasferita nella sua ricca tenuta nel Suffolk. Con sé, ha i semi di una pianta preziosa come l’oro, lo zafferano. Le è stato donato dai monaci e coltivarlo le dà un senso di pace e serenità. In poco tempo, il suo zafferano diventa il preferito alla corte di Enrico VIII. Ma la fama e la fortuna hanno un prezzo, e il favore del re potrebbe non durare per sempre… 2019. Amber sta passando un momento difficile della sua vita e ha deciso di trasferirsi per un po’ nell’antica tenuta del nonno, nella campagna inglese. Si occuperà dell’immensa biblioteca. Ed è proprio lì che scopre un libro misterioso. All’interno è custodito un fragile fiore di zafferano, ma anche un oscuro segreto: la storia di una donna che dal passato sta cercando di dirle qualcosa…

Il profumo dei fiori di zafferano di Clare Marchant, libro di narrativa contemporanea pubblicato da Harper Collins Editore il 17 giugno appena trascorso.

Come sempre quando mi viene presentato un libro mi studio per bene la copertina. Non la trama, no quella viene sempre dopo -e spesso se l’occhio è fortemente attratto non vado nemmeno a leggerla-. Sono una che sceglie di pancia ormai l’avrete capito! Eppure raramente mi capita di prendere cantonate colossali. Anche in questo caso con Il profumo dei fiori di zafferano mi sono totalmente affidata all’istinto e devo dire che quello di Clare Marchant è un esordio davvero eccellente. E poi diciamocelo, la verità è che la voglia di leggere romanzi storici non si esaurisce proprio mai.

Il profumo dei fiori di zafferano narra la storia di due donne che attraverso i secoli combattono contro un dolore insopportabile. Tanto intenso e straziante da contraddire la natura elementare dei rapporti che danno senso a una famiglia. Ma proprio perché forti e legate da un filo indissolubile,imparano a convivere con quel dolore che le rende infine molto più forti e capaci di affrontare la vita stessa.

Vi siete mai chiesti che cos’è la “speranza”?

Non significa solamente saper aspettare oltre il buio anche se, per definizione, la speranza è intima alla paura. È la nostra possibilità di non darci per vinti e non cedere alla disperazione, che è la mancanza di speranza; ed è anche quella predisposizione innata dell’animo umano che non cede al timore di non sapersi rialzare dopo essere caduti. Ecco perché speranza equivale più che altro a coraggio: accettare la paura, facendola propria, per poterne attutire i colpi cercando, allo stesso tempo, nuove occasioni per un futuro possibile.

Eleanor ha 17 anni nel 1538 ed alla morte del padre, senza nessuna remora, viene data in sposa dal suo tutore a Greville Richard Lutton, un ricco mercante vedovo in cerca dell’approvazione del re. La sua unica dote risiede nei bulbi di zafferano che le vengono donati dai sacerdoti del Priorato a cui Eleonor è infinitamente legata. Così, in compagnia della fedele amica Joan, Eleanor iniziauna nuova vita a Milfleet, la residenza dei Lutton, crescendo con grosse responsabilità: essere la padrona di casa che tutti si aspettano e una nuova madre per Jane -la figlia di tre anni che Greville ha avuto dalla prima moglie-. Nonostante il peso di tutto ciò rischi di schiacciarla, Eleanor non si dà per vinta e, aggrappandosi unicamente alla speranza per un futuro migliore creato attraverso le sue sole forze, combatte giorno dopo giorno. Ogni cambiamento nella sua vita è fatto di salite e discese, sempre affrontate con tenacia e buon cuore: dalla nascita del primogenito Henry, all’adozione di Thomas -il bambino muto e bisognoso di una famiglia-. Infine l’amore inaspettato per Greville sboccia tenace come i fiori di zafferano che lei stessa coltiva. Questa spezia più preziosa dell’oro si rivela un lasciapassare non solo verso il cuore del marito, che capisce le sue grandi doti e ne rimane impressionato, ma anche per le infinite ricchezze che fungono da lasciapassare alla corte di Enrico VIII in persona. La speranza di un futuro roseo sembra davvero realizzarsi, specialmente in un momento storico difficile in cui il re bizzoso cambia le sorti di un’intera popolazione ordinando decapitazioni senza un valido motivo. Lo scisma anglicano e la distruzione delle abbazie e dei monasteri sarà l’ennesima occasione per Eleanor di sperare nella giustizia e nell’amore, per degli amici che nel momento del bisogno le chiederanno un atto di inaudito e audace coraggio.

Amber nel 2019 soffre per la perdita di sua figlia Saffron. Si sente responsabile dell’accaduto ed il dolore che prova va al di là dell’animo lacerato, diventando quasi fisico. Non ha più nessuna speranza per il futuro ed il senso di ingiustizia, assieme all’impossibilità di poter porre rimedio alla morte della sua bambina, getta Amber in uno stato di prostrazione tale da renderla perfino incapace di comunicare il proprio dolore. Il marito Jonathan non ha mai smesso di amarla, neppure quando lei decide di prendersi un periodo sabbatico rifugiandosi, lontano da tutto ciò che le ricorda la figlia, a Saffron Hall. La tenuta di famiglia è molto cara ad Amber, che passa così il tempo ad aiutare il nonno con la catalogazione della biblioteca.

Mentre è lì, scopre un vecchio libro delle ore con un’iscrizione latina che sembra indicare la sorte di una bambina chiamata Mary. Il mistero si infittisce ed Amber, incuriosita, inizia una ricerca senza sosta che la porta non solo in sintonia con l’autrice di quelle parole ma all’accettazione del proprio dolore e alla rinascita della speranza. Ma cosa è successo realmente a Mary? Qual è il mistero che circonda la torre di Saffron Hall, tenuta sottochiave da centinaia di anni? Amber è determinata a scoprire i segreti lì nascosti e mentre il passato è rivelato in frammenti, attraverso le voci nel libro delle ore, emergono le risposte tanto cercate sulla storia della sua famiglia e sul significato del nome Saffron.

Mentre la trama si dipana intrecciando le vite di Eleanor e Amber, il segreto che viene rivelato non è un gran mistero in quanto è facile intuire fin dalle prime pagine del libro in quale direzione andrà la storia. Ciò che colpisce però, dando un senso a tutto, è il lento e doloroso processo di elaborazione del dolore, fino alla ricerca della felicità al di là della depressione. Riprendendo in mano le proprie vite, accettando l’ineluttabilità delle tragedie quali esse siano, le due protagoniste riescono entrambe a trovare una parvenza di pace. E come dice l’antico motto sullo stemma dei Lutton, “Dum spiro, spero” -letteralmente finché respiro, spero: la speranza infine ritorna come quel faro nella notte che indica la via, l’unico vero antidoto possibile per far fronte agli affanni della vita.

Il profumo dei fiori di zafferano di Clare Marchant è infine una lettura intensamente avvincente ed emozionante, che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine. Nel presente, il dolore dell’eroina è quasi viscerale: il lettore sente la sua perdita tanto intensamente quanto lei stessa, desiderando che guarisca ma non sapendo se è davvero possibile. E le scene del passato sono davvero ben rappresentate. D’altra parte conosciamo tutti molto bene questo periodo storico, tanto intrigante da far nascere addirittura un filone di narrativa dedicato. L’autrice mi ha letteralmente trasportata nell’epoca Tudor alla corte del crudele e capriccioso Enrico VIII, che tutto sovrasta e che almeno per una volta non è il protagonista della storia! La difficoltà di vivere con la paura che incombe ed il filo del rasoio su cui tutti devono aver camminato per rimanere nei favori del re mi hanno tenuta in pugno quanto la curiosità di conoscere le sorti della resiliente Eleanor.

Ma non c’è solo la storia del passato a fare colpo, bensì un’attenzione particolare sull’aborto spontaneo, la morte in utero e il processo del lutto. Tutti argomenti sapientemente trattati in maniera delicata ed efficace. Come dicevamo all’inizio, però, questa è una storia di speranza. Non fatevi spaventare dalla profondità dei temi, ma concedetevi piuttosto di allargare la vostra prospettiva. Oggi più che mai abbiamo imparato quanto sia preziosa la vita e quanto bisogno ci sia di praticare l’empatia e la compassione, nel suo antico e nobile senso di “soffrire con”. Dunque tuffatevi senza remore in questa storia sulle seconde possibilità, oltretutto scritta deliziosamente, che vi consiglio se state cercando un momento di riflessione sulle cose davvero importanti della vita.

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