Il Ponte D’Argilla di Markus Zusak
Trama « C’era una volta, nella marea del passato dei Dunbar, una donna che aveva molti nomi. » C’erano stati anche un nonno con la passione per i miti greci, una nonna e la sua macchina da scrivere, un pianoforte consegnato nel posto sbagliato, una ragazza con le lentiggini che amava le corse dei cavalli, e un padre che, dopo la morte della moglie, aveva abbandonato i suoi cinque figli: Matthew, Rory, Henry, Clay e Tommy. I fratelli Dunbar. Costretti a vivere soli, e a definire da soli le regole della propria esistenza. E quando il padre tornerà sarà Clay l’unico dei fratelli che accetterà di aiutarlo e costruire con lui un ponte, concreto e metaforico nello stesso tempo: lo farà per la sua famiglia, per il loro passato, per il loro futuro, per espiare le colpe, per affrontare il dolore. Lo farà perché lui è l’unico che conosce tutta la storia, e per questo è obbligato a sperare. Ma fino a che punto Clay potrà portare avanti la più difficile di tutte le sue corse? Quanti degli ostacoli che la vita gli ha posto davanti riuscirà a superare? Quanta sofferenza può sopportare un ragazzo?
Recensione di Dana – Il Ponte D’Argilla di Markus Zusak è un libro edito Frassinelli uscito il 9 Ottobre.
Questo libro narra la storia della famiglia Dunbar, composta da 5 fratelli costretti a vivere da soli in una casetta, dopo la prematura morte della mamma e la conseguente fuga del padre.
Nelle prime pagine del libro facciamo la conoscenza di Matthew, il maggiore, che ci porterà con lui alla ricerca di una vecchia macchina da scrivere appartenuta a sua nonna.
Matthew è il narratore indiscusso della storia e come lui stesso ci spiega, il racconto è incentrato soltanto su uno dei fratelli, Clay, un ragazzo taciturno sensibile che riesce a farsi capire anche semplicemente attraverso uno sguardo o da una espressione facciale.
Scopriamo che si allena duramente, al limite delle forze soltanto per gareggiare o combattere, e sono proprio i fratelli a fargli da coach. Faremo la conoscenza anche di una ragazza amante delle corse di cavalli, e per la quale Clay prova un sentimento genuino e profondo.
Pian piano, sfogliando le pagine del libro, conosciamo anche gli altri fratelli, come Tommy, il più piccolo e amante degli animali, soprattutto di un mulo alquanto testardo che riesce sempre ad entrare in casa per rubare del cibo dal frigo, un gattone bisognoso di coccole, e una cagnolina dolcissima di nome Rosy che sarà quasi sempre insieme ai fratelli Dunbar.
Ma ben presto c’è il colpo di scena e veniamo a conoscenza che nella casa si è introdotto un insolito “assassino” che si scoprirà essere il padre dei ragazzi, e per la prima volta sentiamo parlare Clay quando rivolge un saluto all’uomo.
“Che cosa avremmo dovuto pensare? Cinque ragazzi con il loro miscuglio di pensieri, Rosy che mostrava i denti. Sì, anche lei comprese d’istinto che quell’uomo meritava solo disprezzo, e difatti ruppe il silenzio, ringhiando mentre andava verso di lui […] Poco dopo l’assassino aprì la bocca, ma non ne uscì niente.”
Ad un certo punto il racconto si sposta nel passato, e leggiamo la descrizione di una donna dai molteplici nomi, Penelope Lesciuszko, la Sbagliatrice per via del pianoforte, a quello più importante e ultimo nome conosciuto, Penny Dunbar. Conosciamo così la mamma dei cinque fratelli, una donna dal passato sfortunato, con un’infanzia non comune accompagnata da grandi letture anche in tenera età come l’Odissea e L’Iliade.
Ma il punto focale della storia è il ritorno del padre e pian piano ci viene svelato il perché si sia rifatto vivo dopo tutti questi anni.
“ok ascoltate. Non vi farò perdere altro tempo, e so di non avere nessun diritto, ma sono venuto qui perché adesso vivo lontano, in campagna. C’è un sacco di terra, e c’è un fiume, e sto costruendo un ponte. Ho imparato a mie spese che il fiume può esondare. Si può rimanere bloccati su una sponda o sull’altra, e avrò bisogno di aiuto per costruirlo, e sono qui per chiedere se qualcuno di voi potesse aiutarmi”
L’uomo chiede l’aiuto dei figli per la costruzione di un ponte ma nessuno di loro si offre volontario tranne Clay che decide di punto in bianco di andare a vivere con suo padre. Verrà costruito il ponte e sarà la metafora che racchiude tutto il significato del romanzo.
Devo dire che la lettura è stata impegnativa e torbida sin dalle prime pagine, in quanto ci troviamo in presenza di diversi livelli temporali di narrazione. L’autore però è riuscito a far risaltare ogni sentimento e a delineare in modo sublime ogni figura dei fratelli Dunbar. Una storia intensa, molto profonda e toccante. Un legame tra un padre e i suoi figli che viene spezzato subito dopo la morte della madre.
La storia parla da sé, bisogna leggerla e lasciarsi trasportare nel magico mondo dei Dunbar per comprendere appieno l’essenza meravigliosa di questi personaggi.
Consigli a tutti, almeno una volta, questa lettura toccante e fantastica che saprà dare emozioni indescrivibili dalla prima fino all’ultima pagina.