Il palazzo dei sogni perduti di Charlotte Betts
Trama India, 1798. Beatrice Sinclair è una giovane vedova che si trova ad affrontare una situazione finanziaria disastrosa. Per questo ha appena raggiunto suo fratello in India, abbandonando la vita nello Hampshire. Quello che scopre al suo arrivo è sorprendente: il fratello, impiegato nella British East India Company, ha sposato una splendida fanciulla del posto e vive insieme alla famiglia di lei in un immenso palazzo in rovina, il Jahanara Mahal, un luogo diventato famoso molti anni prima per il furto di un leggendario diamante. Bee è sola e il mondo che la circonda non le è familiare. Si trova così ad affrontare numerose sfide, non ultima quella di ricostruirsi una vita dopo la perdita del marito. Contemporaneamente, però, i francesi e i britannici si contendono il predominio sulle incredibili ricchezze delle colonie e la situazione è tesa in tutta la regione. Come se non bastasse, a complicare le cose c’è la presenza di Harry Wyndam, un affascinante ex soldato sospettato di essere una spia. Con la ribellione nell’aria, Bee dovrà decidere a chi essere leale.
Recensione a cura di Dannyella – Il palazzo dei sogni perduti di Charlotte Betts. Edito il 21.02.2019 da Newton Compton. Genere: romanzo storico. 384 pagine.
Facciamo la conoscenza con la protagonista di questo romanzo, Beatrice, detta Bee, quando ha soli sette anni e sta compiendo una maracchella in compagnia del fratello di cinque anni, Ralph, e del loro migliore amico Harry. Il tempo di tornare a casa e Bee e Ralph saranno letteralmente trascinati via dalla loro casa, dalla loro terribile madre che li porta via dall’India, per trasferirsi in Inghilterra, allontanandoli per sempre dal loro padre. Non ci sarà mai spiegata chiaramente la motivazione di questo gesto, ma appare ben presto evidente che la madre è una donna insensibile ed egoista. Non appena arrivati in Inghilterra, Ralph verrà spedito a studiare in collegio e la piccola Bee rimarrà, ormai separata da tuti, in compagnia dell’orribile genitrice. Trascorrono gli anni, Bee è ormai una donna di 34 anni che ha trascorso l’ultima parte della sua vita ad accudire la madre malata, rinunciando alla sua stessa vita. Quando la madre muore, Bee ormai non si aspetta nulla dalla vita se non trascorrere quello che le resta in solitudine, avendo ormai accantonato ogni velleità di un sogno romantico. Per questo, la proposta di matrimonio di George, un vedovo molto più grande di lei, arriva ancora più inaspettata. Nessuna scena romantica e nessuna proposta da sogno: un uomo che bussa alla sua porta dicendole di sentirsi solo e di avere bisogno di una donna che si prenda cura di lui. Bee accetta, sicura che quella sarà l’ultima occasione di felicità per lei e, in effetti, per un po’, una parvenza di felicità, fa capolino nella sua vita. Purtroppo non sarà duratura. George muore improvvisamente a seguito di un colpo apoplettico e Bee perde il bambino che aveva in grembo. Si ritrova di nuovo sola e per questo decide di partire e ricongiungersi al fratello, Ralph, che è ritornato in India dove si è sposato. È da qui che il romanzo ha inizio. Dopo aver visto Bee cadere dalla padella alla brace, vediamo una donna pronta al riscatto che, diciamocelo onestamente, si merita. Bee arriva in India e noi lettori veniamo travolti dal fascino di questa terra lontana, man mano che la protagonista sarà avvolta dalle tradizioni e usanze locali. Bee ritrova il fratellino ormai uomo, con il quale non avrà un rapporto sempre facile, conosce la cognata: la donna che Ralph ha scelto come sua compagna di vita è indiana e, inaspettatamente, incontra di nuovo quel piccolo Harry, compagno di mille avventure. Saranno tante le prove che Bee si troverà ad affrontare, tra le quali anche la sparizione di un gioiello di immenso valore, ritrovandosi anche a diventare una donna d’affari più che coraggiosa. Ma vi lascio scoprire tutto questo durante la lettura.
Quello che più mi ha affascinata è la descrizione delle donne indiane, dei loro vestiti, delle loro usanze: è stato davvero interessante vivere al loro fianco durante il lavoro di ricamo. Ma, al di là del fascino esotico che questo romanzo porta con sé, c’è qualcosa che manca: qualcosa che non mi ha mai fatto davvero appassionare alla storia completamente e credo si tratti di empatia: nessun personaggio, nemmeno Bee, mi ha mai convinta e coinvolta completamente. Questo ha fatto la differenza durante la mia lettura. Nessuna pecca da parte dell’autrice, forse, come dico sempre io, era il libro giusto al momento sbagliato.