Il nostro gioco crudele di Araminta Hall
Titolo: Il nostro gioco crudele
Autore: Araminta Hall
Edito: Newton Compton
Thriller psicologico uscito l’8 novembre
Trama Mike Hayes ha avuto un’infanzia difficile e si è ricostruito con fatica una vita solitaria ma serena. Almeno fino al giorno in cui ha incontrato Verity. Mike si è innamorato e ha giurato a se stesso che l’avrebbe resa felice. Ha trovato un lavoro, una casa e ha persino modellato il fisico per essere l’uomo dei suoi sogni. È sicuro che, nonostante gli alti e i bassi, finiranno per stare insieme. Non importa se V non risponde alle sue mail e alle sue chiamate. Non importa se sta per sposare Angus. Fa tutto parte del gioco segreto tra loro. Mike deve solo osservarla costantemente per essere sicuro di cogliere “il segnale” non appena V deciderà che è giunto il momento di salvarla. E così, quando riceve l’invito al matrimonio, Mike non esita un secondo a confermare la sua presenza. Probabilmente è lì che V ha intenzione di chiedergli di intervenire. La loro è un’intesa speciale, segreta, e Mike è sicuro di conoscerne a fondo le regole. Perché non importa se apparentemente la loro relazione è finita. Il gioco è appena cominciato.
Tradotto in 12 paesi
Un morboso gioco segreto tra due amanti può avere conseguenze mortali
«L’incredibile storia di un’ossessione.» Daily Mail
«Un incubo perfetto.» A.J. Finn, autrice del bestseller La donna alla finestra
«L’autrice ha saputo costruire una trama angosciante che sfrutta le ambiguità dei protagonisti. Araminta Hall è una scrittrice da tenere d’occhio.» Publishers Weekly
Recensione di Loreads – Il nostro gioco crudele di Araminta Hall, thriller psicologico pubblicato da Newton Compton l’8 novembre.
Per una volta voglio stravolgere le linee guida della “perfetta recensione”, partendo dalla fine (tranquilli, lungi da me spoilerarvi il finale). Mi riferisco al postfazione con cui Araminta Hall conclude “Our kind of cruelty”, titolo originale de “Il nostro gioco crudele”.
L’autrice, insegnante di scrittura creativa all’università di Brighton, ha preso spunto per questo romanzo dai fatti di cronaca degli ultimi anni: le continue ingiustizie nei riguardi delle donne e un documentario di Netflix su Amanda Knox. Non entrerò nei particolari di quel caso giudiziario, perché non è questa la sede adatta, ma durante gli anni di quel processo non si è mai posta particolarmente attenzione, secondo lei, sulla vittima; a fare notizia e a riempire le prime pagine dei quotidiani erano piuttosto i gusti sessuali di Amanda. Come se ad essere messa in discussione fosse la sua vita sessuale, e non chi avesse ucciso Meredith. Ribadendo il fatto che non è opportuno addentrarsi nella vicenda giudiziaria, questa premessa era obbligatoria per comprendere meglio il romanzo, che mi ha lasciata letteralmente senza fiato, sia per la storia in sé che per la struttura prettamente stilistica del libro. Ne “Il nostro gioco crudele”, infatti, non troviamo una divisione canonica in capitoli, ma una suddivisione in tre lunghissime parti, e solo leggendo capirete il senso di soffocamento che ho provato, l’impossibilità di riprendere fiato tra un capitolo e l’altro, e l’incapacità di mettere giù il libro prima di averlo finito.
Il romanzo ha una sola voce narrante, quella di Mike Hayes, uomo ossessionato dalla donna perfetta, talmente innamorato da rasentare la follia. Desiderio è la parola chiave di tutto il libro, ma è anche il nome del gioco perverso che Mike faceva con la sua V.
“Le regole del Desiderio erano semplici, io e V andavamo in un nightclub, entravamo separati. Qualche sfortunato si avvicinava per offrirle da bere… lei iniziava delicatamente a flirtare con lui… usavamo un segnale: non appena sollevava la mano per tirare l’aquila d’argento che teneva al collo io entravo in azione.”
Lo stesso gioco per anni, V si eccitava in questo modo, adescando perfetti sconosciuti nei bar e, quando diventavano troppo insistenti, entrava in azione Mike, che picchiava il malcapitato di turno e poi consumava focosi rapporti sessuali nei bagni del locale con lei. Per V non era mai abbastanza, ha sempre alzato il tiro, arrivando pure a proporre rapporti a tre, e Mike per il troppo amore ha lasciato che V lo plasmasse secondo il suo gusto: alimentazione sana, cura maniacale del corpo, un lavoro perfetto e una totale adorazione nei suoi riguardi. E per Mike, cresciuto senza amore e punti di riferimento, è stato quasi liberatorio farsi modellare e manipolare da lei.
All’inizio del libro troviamo Mike in prigione, non sappiamo cosa abbia fatto, lo intuiamo, e in questo Araminta Hall è stata davvero brava, non ci ha dato riferimenti accrescendo così la curiosità del lettore, snocciolando la vicenda poco a poco, sempre dal punto di vista e dalla diretta voce di Mike e, sebbene ci lasciamo incantare dalle sue riflessioni, sappiamo quale sia la verità, riusciamo a cogliere le note stonate della sua narrazione. Mike ha un passato alle spalle, davvero difficile e duro da digerire. È stato cresciuto fino a dieci anni da una madre poco presente, che cambiava uomo di continuo, attaccata all’alcool più di quanto lo fosse al figlio. Figlio che ha imparato, fin da subito, a non legarsi a niente e a nessuno. Asociale e a tratti anaffettivo, fino a quando una coppia senza figli lo prende in affidamento, donandogli quella stabilità affettiva che gli era sempre mancata. Sarà la famiglia affidataria a riconoscere in lui del potenziale con i numeri, ad indirizzarlo verso una carriera bancaria e V, lei sarà il punto di svolta, colei che darà a Mike quell’amore totalitario e ossessivo che lo porterà alla rovina.
“Come si può amare troppo una persona? Nello stesso modo in cui si può amare troppo poco.”
V e Mike rimangono insieme nove anni, fino a quando lei non lo persuade ad accettare un lavoro più proficuo negli Stati Uniti. Mike non vuole lasciare Londra, né tantomeno la sua V, ma lei riesce a convincerlo. Durante una notte alcolica, Mike finisce a letto con una sua collega, prova disgusto per se stesso, ma prevale in lui l’onestà e racconterà tutto a V, implorando il suo perdono. Ma V utilizza questo scivolone del suo uomo per lasciarlo, non vuole sapere più nulla di Mike. In realtà, durante la sua assenza, ha conosciuto un uomo più facoltoso e ricco e ha accettato di sposarlo. Mike torna a Londra poche settimane prima del matrimonio e rassegnarsi all’idea che la sua donna sposi un altro è inaccettabile. Comincia a pensare che V stia continuando il loro antico passatempo: il Desiderio. Sposarsi è solo un altro step del loro gioco perverso. V ama lui, vuole punirlo per il tradimento. Cosa fare? Non posso raccontarvi altro, ma vi assicuro che, per quanto mi riguarda, la Hall ha fallito nell’intento di farmi provare empatia per V. Sarò antifemminista, anche se non credo di esserlo, ma ho continuato a tifare per Mike, per la sua fragilità, per il suo urlare al mondo la necessità di essere amato, senza mezzi biechi e meschini, senza donne spietate che vedono nella debolezza dell’altro un modo per prevalere e sopraffare. Il romanzo è un thriller psicologico ben scritto con un finale volutamente confuso, perché è la stessa autrice a invitare il lettore a trarre le proprie considerazioni, a scegliere da che parte stare. Ed io, nonostante sia un libro per le donne, ho scelto Mike.