Il mistero della pittrice ribelle di Chiara Montani

Il fascino della Firenze dei Medici.
Un affresco maledetto.
Una verità perduta.

Firenze 1458. Lavinia, ferma davanti alla tela, immagina come mescolare i vari pigmenti: il rosso cinabro, l’azzurro, l’arancio. Ma sa che le è proibito. Perché una donna non può dipingere, può solo coltivare di nascosto il sogno dell’arte. Fino al giorno in cui nella bottega dello zio arriva Piero della Francesca, uno dei più talentuosi pittori dell’epoca. Lavinia si incanta mentre osserva la sua abile mano lavorare all’ultimo dipinto, La flagellazione di Cristo. L’artista che ha di fronte è tutto quello che lei vorrebbe diventare. E anche l’uomo sembra accorgersene nonostante il contegno taciturno e schivo. Giorno dopo giorno, Lavinia capisce che la visita di Piero nasconde qualcosa. Del resto sulle sponde dell’Arno sono anni incerti: il papa è malato e sono già cominciate le oscure trame per eleggere il suo successore. E Piero sa più di quello che vuole ammettere. Il sospetto di Lavinia acquista concretezza quando lo zio viene ingiustamente accusato dell’uccisione di un uomo e Piero decide di indagare. Ma Lavinia questa volta non vuole restare in disparte. Grazie alla vicinanza dell’artista, che fa di tutto per proteggerla, per la prima volta comincia a guardare il mondo con i propri occhi. Perché lei e Piero sono entrati in un quadro in cui ogni pennellata è tinta di rosso sangue e ogni dettaglio è un mistero che arriva da molto lontano. Perché la pittura è un’arte magnifica, ma può celare segreti pericolosi.
Chiara Montani trascina il lettore per le vie della Firenze rinascimentale e tra le opere di Piero della Francesca, un artista che ha fatto la storia della pittura. Lo immerge nella vita di una giovane donna che vede le sue ambizioni soffocate dalle leggi non scritte del tempo. Lo cattura in un vorticoso susseguirsi di eventi in cui le ragioni dell’arte si intrecciano con quelle della politica e della religione. Un esordio che rimbomba come un tuono.

Il mistero della pittrice ribelle di Chiara Montani, romanzo giallo storico in uscita oggi, 7 gennaio, con Garzanti.

Da qualche anno l’arte ha iniziato a far parte della mia vita in modo più continuo, prima andavo a visitare i musei, ma non mi soffermavo molto ad ammirare i quadri, andavo nelle chiese, ma invece di osservare gli affreschi mi dedicavo quasi esclusivamente all’architettura. La mia formazione parla per me, insegno arte alle medie ma sono un architetto e non c’è niente da fare, per colmare le mie lacune ci vorranno parecchi anni. Nonostante questo inizio a pormi delle domande, mi rendo conto di dare più peso a ciò che mi trovo davanti e di interrogarmi su ciò che sta dietro a ogni rappresentazione. Chiara Montani fa proprio questo ci proietta nella Firenze del Rinascimento, inserisce molti riferimenti veri e scava a fondo per portare alla luce ciò che in un affresco potrebbe essere celato.

Appena ho visto la mail Garzanti con le novità di gennaio e febbraio ho capito che non potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di parlarvi di un libro così affine alla piega che ha preso la mia vita. Un libro che parla di arte e lo fa con un’autorevolezza che può derivare solo da una profonda conoscenza e che ci mostra una delle personalità più affascinanti ed enigmatiche di quel tempo: Piero della Francesca.

Dopo aver terminato questo romanzo la sua figura vi apparirà ancor più affascinante e vorrete scoprire molto più di lui, della sua vita, delle sue opere e della storia d’amore che qui nasce sotto un cattivo auspicio, ma che potrebbe non avere un futuro ben più roseo nel seguito a cui l’autrice sta già lavorando.

E così scende in campo lei, la protagonista indiscussa di Il mistero della pittrice ribelle, la giovane Lavinia, una fanciulla che ha imparato a dipingere grazie all’aiutante di suo zio e lo deve fare di nascosto perché non è permesso a una ragazza essere un’artista, anche se lei lo è fin nel profondo della sua anima.

Lavinia e Piero della Francesca si incontrano in modo piuttosto rocambolesco, come in ogni storia d’amore che si rispetti, e solo in seguito capiscono di essere destinati a incontrarsi spesso e a vivere per un periodo sotto lo stesso tetto. Già perché Domenico da Venezia, zio di Lavinia, è stato il maestro da cui Piero ha appreso gran parte della sua arte e adesso sembra avere bisogno del suo aiuto per essere assolto da un’accusa di omicidio. Piero e Lavinia sono certi dell’innocenza di Domenico e sono pronti a tutto per dimostrarlo, anche mettersi nei guai andando a ficcare il naso dove non dovrebbero e mettendo in pericolo le loro vite. C’è un uomo che si aggira nell’ombra e tiene sotto scacco gran parte della città, un uomo di cui non si conosce il volto che si fa chiamare l’Imperatore. Un uomo pronto a tutto per vendicare un torto subito nel passato, un torto che vede tra i responsabili proprio Domenico e Piero.

Mentre Lavinia e Piero indagano il loro affiatamento cresce, tanto da mettere in dubbio il futuro di Lavinia, promessa sposa a un altro uomo, un uomo che non ama e che non accetterebbe mai le sue velleità artistiche. Il fascino di Piero della Francesca è ineguagliabile, il mistero che lo avvolge irresistibile, il senso di protezione da cui Lavinia si sente avvolta ogni volta che è in sua compagnia non le lasciano scampo, ma sa che lui è inafferrabile e che non si fermerà più del dovuto a Firenze. Deve accettare il suo destino e pregare che entrambi possano averne uno perché chi è dietro a questi efferati delitti sa quali pedine muovere per falsare la realtà e non si fa scrupoli per attuare la sua vendetta.

Ho sempre sostenuto che, se avessi la possibilità di viaggiare nel tempo, vorrei andare nella Firenze del Rinascimento, muovermi in mezzo a così tanta arte, attorniata da personalità sorprendenti e uniche, in una delle città che più amo non avrebbe prezzo. Grazie a Chiara Montani posso affermare di aver realizzato uno dei miei sogni, la sua capacità di farti sentire i suoni, gli odori e l’atmosfera di quel periodo non hanno eguali. Ha dipinto un affresco vivido della Firenze del Rinascimento e sarebbe stato splendido se ci fosse stata una mappa all’inizio del libro per mostrarci com’era la città nel 1458. Ho assaporato ogni attimo in cui Lavinia e Piero erano sulla scena e non vedo l’ora di poterli incontrare di nuovo, certa che abbiano ancora molto da dare al lettore e che la loro storia sia tutt’altro che conclusa. Insomma smeraldi se siete appassionate di storia dell’arte o anche solo incuriosite da uno dei periodi storici di massimo splendore del nostro bel paese dovete dare una possibilità a Il mistero della pittrice ribelle.

4 stelle

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