Il meglio di noi di Francesco Gungui

Il meglio di noi

Trama È davvero possibile imparare a vivere meglio quando la vita sembra avere la meglio su di te? Sara ancora non lo sa. Dopo anni di crisi, lei e Michele hanno deciso di separarsi e devono solo trovare il coraggio di dirlo al figlio, Nicolò, sei anni, un bambino sensibile e creativo, affetto da una forte dermatite che lo spinge a grattarsi a sangue durante la notte. Quando finalmente tutto è deciso, Michele ha un incidente che d’improvviso porta alla luce una triste verità: «Quindi non ci bastano i soldi? Dobbiamo rimandare tutto?» è la domanda allibita di Sara. Vivere da separati in casa diventa l’unica scelta possibile. Ma Sara capisce che deve fare qualcosa, deve trovare una strategia per sopravvivere. La psicologa, le ricerche in rete fino a notte fonda non sembrano portare a niente. Forse è tempo di provare qualcosa di diverso. Ma per orientarsi in questo mondo di manuali selfhelp, di blog su “come essere felici”, teorie motivazionali di esuberanti coach e sedicenti guru, serve una guida. A volte l’aiuto di cui hai bisogno è proprio dietro l’angolo, il maestro arriva quando il discepolo è pronto. Poche parole prima di iniziare un’avventura che cambierà il futuro di Sara: «Tu sei l’eroina, tuo è il viaggio. è ora di prendere in mano la tua vita».

 

Recensione di Esmeralda – Il meglio di noi di Francesco Gungui, libro di narrativa pubblicato il 27 marzo da Giunti.

Non avevo mai letto nulla di Gungui e quando la CE mi ha proposto di partecipare all’incontro con l’autore per la sua ultima fatica ho deciso di cimentarmi in qualcosa di nuovo. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi quando ho intrapreso la lettura, ma ciò che ho trovato mi ha incuriosita per diversi aspetti.

I piani di lettura di Il meglio di noi possono essere molteplici, lo si può prendere come un ‘manuale romanzato’ per aiutarci a migliorare noi stessi, per cercare di cambiare la nostra vita a piccoli passi, oppure lo si può attraversare senza porsi troppe domande prendendolo solo come una ‘storia inventata’ messa nero su bianco.

Devo ammettere che all’inizio mi sono avvicinata alla lettura in modo piuttosto superficiale, ma man mano che la storia entrava nel vivo ho cominciato a pormi delle domande e a vedere un po’ di ognuno di noi, anche di me stessa, dentro ai personaggi creati da Gungui.

La particolarità di questo libro sta tutta qui: dietro c’è un lavoro immenso, non ci sono scelte dettate dall’istinto, ma anni di studio condensati in 250 pagine. Una delle cose che più ho apprezzato è la veridicità dei personaggi e del racconto. Abbiamo una coppia in crisi, vicina alla separazione, un bambino che soffre di una fortissima dermatite che lo condiziona nella vita di tutti i giorni e una guida, un mentore, fuori dagli schemi.

Ammetto di avere un debole per il mentore di Sara, le sue parole, che a volte sembrano un quiz e portano Sara all’esasperazione, sono la parte più divertente del libro e alleggeriscono i momenti difficili. E di quelli ce ne saranno a iosa perché la vita vera, se la si vuole trasporre in un libro, difficilmente è solo rose e fiori.

Sara attraversa un periodo in cui la sua unica certezza è la mancanza di felicità. Triste ma vero. Vive una situazione in cui si trovano molte coppie, l’amore con Michele sembra essere finito e la loro storia pare giunta al capolinea. Il fallimento del proprio matrimonio lo ha accettato, ci è voluto del tempo, ma ormai è sicura che l’unica cosa che possono fare per tornare alla vita sia separarsi.

Peccato che un incidente di Michele scombini le carte in tavole e imponga loro una convivenza forzata da separati in casi. Questa svolta porta Sara a porsi una serie di domande a cui non è semplice trovare risposta. Durante una serata accompagnata da una bottiglia di vino si trova a seguire l’istinto del momento e a prenotare una serie di corsi di autoaiuto.

Da queste decisioni avventate avrà inizio la svolta…no, non troverà nessuna risposta durante questi incontri, molti coach in cui si imbatterà si riveleranno dei veri cialtroni, ma nella sua testa scatterà qualcosa e la guida di cui ha davvero bisogno si rivelerà più vicina di ciò che crede.

Personalmente, a oggi, non ho mai sentito l’esigenza di dare una svolta alla mia vita, ma durante la lettura mi sono ritrovata a girarmi verso il mio fidanzato e dirgli che Michele mi sembrava tale e quale all’ex fidanzato di una mia amica. Forse se la mia amica avesse provato a mettere in atto alcune strategie che adotta Sara sarebbe arrivata a un risultato migliore di quello che ha raggiunto (sono ex traete le vostre conclusioni) .

Mi è piaciuta l’evoluzione dei protagonisti, parlo al plurale perché Sara è l’artefice di tutto, ma a beneficiare dei suoi gesti, o della loro mancanza, sono soprattutto Michele e il piccolo Nicolò. Grazie all’incontro con l’autore ho scoperto che ha messo molto di lui in tutti e tre e questo mi ha stupito perché Sara, voce narrante delle vicende, è un personaggio femminile riuscito alla perfezione. Mi sono ritrovata in molti suoi pensieri, ho percepito i suoi tormenti, ho sentito molte affinità con lei. Un personaggio credibile di cui sento il bisogno di complimentarmi con Gungui. Poi c’è Michele che grazie ad alcuni accorgimenti impara a prendersi cura di se stesso, perché per una madre è fondamentale rendere indipendente l’uomo che dovrà farsi carico di suo figlio senza che lei possa intervenire. Un uomo che deve imparare a essere padre.

Vivere da separati non è mai facile, farlo da separati in casa può essere ancora più complesso e tutte le dinamiche di coppia vengono messe sulla scena in Il meglio di noi. Ciò che ne esce è uno spaccato di vita vera, vissuta, in cui potrebbero ritrovarsi parecchie persone. Chissà se sia il libro giusto anche per voi, smeraldi che mi state leggendo. Io ve lo consiglio, certa che se gli darete una possibilità vi verrà voglia di prendervi cura di voi stesse partendo dalle piccole cose, passo dopo passo, per provare a tirare fuori il meglio di voi e, perché no, anche aiutando gli altri a tirar fuori il meglio di loro.

4 stelle

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