Il lavoro perfetto di Arianna Ciancaleoni
Trama A due mesi dalla laurea Bianca trova, senza neanche troppe difficoltà, un lavoro stabile con un discreto stipendio, a due passi da casa e nel settore di sua competenza: se solo la sua vita sentimentale non stesse nel frattempo andando a rotoli, si sentirebbe al settimo cielo. Quando firma il contratto però, non immagina neanche lontanamente cosa nasconda un lavoro all’apparenza perfetto…
Recensione a cura di Dannyella – Il lavoro perfetto di Arianna Ciancaleoni. Edito il 12.09.2015 self. Genere: narrativa contemporanea. 183 pagine.
Una delle critiche che rivolgo più spesso ai romanzi che recensisco, riguarda la mancanza di empatia: quando non riesco proprio ad entrare in sintonia con i protagonisti della storia. Ecco, questo romanzo è tutto l’opposto: un tripudio di empatia. La sensazione che ho avuto è stata quella di non leggere un romanzo, ma di fare conoscenza con una persona, la protagonista Bianca, per l’appunto. Tanto che dopo aver terminato la lettura mi sembrava di conoscerla di persona. Nella vita di Bianca è facilissimo identificarsi, per tutte le donne della mia generazione: quelle donne in gamba che hanno un potenziale assurdo, di cui forse non sono neanche consapevoli e che sono disposte a sopportare tutto per dimostrarlo, nel mondo del lavoro. Leggendo questo romanzo ho ritrovato talmente tante cose di me in Bianca che a un certo punto mi sono chiesta se l’autrice, Arianna, non mi avesse per caso spiata per creare il suo personaggio. Laureate in lingue entrambe, il sogno di diventare traduttrice, la capacità di lavorare dodici ore al giorno e, infine, l’ex fidanzato che, dopo averti tradita e trattata malissimo, si meriterebbe tutto il peggio e invece te lo ritrovi dopo poco tempo sposato con una ragazza bellissima e con la benedizione di un figlio. Eccomi qua: sono una versione reale di Bianca, meno perseguitata dalla sindrome di paperino, meno male!, e senza psicofarmaci, per il momento!
Quello che mi ha fatta letteralmente impazzire di questo romanzo è il fatto che sia ambientato quasi completamente in un ufficio: riunioni, colleghi, chat di lavoro, colloqui, formazione e scrivanie. Non so se esista un genere letterario dove poter ritrovare queste caratteristiche principali, ma io lo adorerei! Leggere questo romanzo è stato come andare a lavorare con Bianca, condividere con lei la gioia dei minimi riconoscimenti ottenuti e i molti dolori di un pessimo ambiente di lavoro.
Questo libro dovrebbe essere letto da tutti i team leader, i responsabili di area o da chiunque abbia gente sotto le proprie dipendenze. E il motivo è semplice: come fanno Giovanni e Anita a ricoprire quelle posizioni? Non hanno la minima capacità di relazionarsi, valorizzare o stimolare le persone che lavorano per loro, ma anzi, fanno il possibile per rendere la loro vita un inferno… ma davvero credete che la realtà di tante imprese italiane sia molto diversa da quella raccontata in questo romanzo? Io incontro continuamente persone sottostimate dai propri datori di lavoro, persone che potrebbero fare la differenza e invece, sono costrette a stare in un angolino, perché non hanno il cognome giusto o le conoscenze appropriate, ma qualunque sia il motivo, non dipende da loro. Arianna in questo romanzo parla di una fantomatica agenzia di traduzione, ma non sarebbe difficile vederci qualcosa di ognuno dei nostri posti di lavoro.
Ho letto questo libro tutto d’un fiato e mi è piaciuto tantissimo, lo stile dell’autrice crea dipendenza. Ho una preghiera da fare all’autrice: ti prego, scrivi un romanzo su Lucia, mi piacerebbe leggere la sua storia, il suo punto di vista!
Per essere una pubblicazione self, non ho riscontrato errori particolari, imperfezioni o altro, quindi si vede che è il frutto di un lavoro fatto con passione e con cura. La copertina, poi, la trovo davvero molto bella, come tutte quelle di quest’autrice.
Complimenti Arianna, questa è stata la tua prima opera che ho letto, leggerò volentieri anche le altre… e salutami Bianca, mi mancherà!