Il gioco di Lollo di Federica Angeli

Il gioco di Lollo di Federica Angeli

Una madre, una giornalista e una città, Ostia, dove si spara per le strade. È pensando proprio ai suoi bambini ancora piccoli che Federica Angeli decide di denunciare quel che ha visto una notte dal balcone di casa. A Ostia tutti tacciono, anche quella notte. Lei no, perché sa che domani i suoi figli, diventati adolescenti, potrebbero camminare per quelle vie trasformate in far west. Lollo è il maggiore e ha solo otto anni quando i suoi genitori gli annunciano che la mamma ha vinto quattro autisti come premio per un suo articolo. È invece la scorta che le è stata assegnata dopo la sua denuncia. Per Federica Angeli combattere i clan che avvelenano la vita di Ostia è una priorità, lo fa ogni giorno dalle pagine di «la Repubblica», armata soltanto della sua penna, con le indagini che smascherano il malaffare e ne provano l’impronta mafiosa. Ma la serenità dei suoi figli conta ancora di più, ed ecco allora che con il marito trasforma magicamente la sua lotta alla malavita in un gioco, come il Guido di ‘La vita è bella’ di Benigni, che riesce a nascondere il figlio Giosuè dicendogli di giocare a nascondino mentre i tedeschi fanno strage dei deportati rimasti nel campo di concentramento. È l’unico modo per non stravolgere la loro esistenza, trasformare le guardie del corpo negli autisti vinti come premio, le minacce continue in prove da superare per accumulare punti in vista di un regalo ancora più grande, una villa degna di una rockstar. Se in “A mano disarmata”, Federica Angeli ha descritto i suoi millesettecento giorni sotto scorta, in “Il gioco di Lollo” cede la voce al figlio, che in queste pagine ci racconta la mafia vista dagli occhi di un bambino. Lollo e i suoi fratelli sono in prima linea, anche se non lo sanno. Giorno dopo giorno scopriranno la verità, imparando dall’esempio della loro mamma che, uniti, anche i mostri peggiori si possono sconfiggere.

Il gioco di Lollo di Federica Angeli, libro per ragazzi in uscita oggi, 31 ottobre, grazie a Baldini+Castoldi.

Quando ho ricevuto questo libro dalla casa editrice sono rimasta stupita perché non ne avevo fatto richiesta, ho subito pensato ‘oddio sono incasinatissima e adesso come faccio?’ poi però ho letto la trama e deciso di metterlo davanti a tutte le altre letture. Ho passato una domenica pomeriggio immersa tra le sue pagine e non ne sono ancora uscita. Continuo a pensarci, a rimuginarci, perché se è vero che in questi ultimi anni abbiamo sentito parlare spesso al telegiornale di criminalità organizzata a Roma e ad Ostia, non mi ero mai soffermata troppo sulla questione, forse non sentendola abbastanza vicina a me.

Federica Angeli cronista di nera e giudiziaria, scrive per «la Repubblica» dal 1998, dove è redattrice dal 2005. Dal 2013 vive sotto scorta dopo le minacce mafiose ricevute mentre svolgeva un’inchiesta sulla criminalità organizzata a Ostia. Ha vinto numerosi premi per le sue inchieste e per il suo impegno nella lotta alle mafie il presidente Mattarella nel 2016 l’ha nominata Ufficiale della Repubblica Italiana al Merito.

Insomma, Federica Angeli è una donna con le palle quadrate, una donna che non si ferma davanti a nulla, nemmeno alle minacce poco velate che arrivano da anni a lei e alla sua famiglia. Una donna che non si può far altro che ammirare perché di persone come lei al mondo ce ne sono sempre troppo poche.

Non ho letto A mano disarmata pubblicato lo scorso anno per cui tutto ciò che raccontano Lorenzo, Alessandro e Viola, tutti i loro ricordi di bambini io li prendo per buoni, chi li leggerà entrambi troverà alcune inesattezze, alcune piccole discrepanze, ma i bimbi sono stati chiari con Federica, devi scrivere i nostri ricordi, senza modificarli. E così lei ha fatto.

La voce narrante è quella di Lollo, il figlio maggiore, oggi quattordici anni, è lui che ci spiega il lavoro di sua mamma, e quello dello splendido papà, si parte dalle inchieste di quando aveva ventidue anni sui combattimenti tra pitbull e si arriva al 2013, anno in cui la vita di tutta la famiglia viene stravolta.

Lollo sa che la sua mamma è una tipa tosta, lei è coraggiosa, cerca in ogni modo di far emergere la verità anche quando questo può essere pericoloso. Un giorno di inizio estate Lollo si sente parte dell’azione, insieme a Federica va al mare a Ostia Lido per osservare i movimenti di coloro che lei crede essere a capo di un’organizzazione criminale. Sono anni che raccoglie prove e proprio quel giorno, insieme a Lollo, trova il tassello mancante. Lollo è felicissimo di aver aiutato la sua mamma e crede di avere anche un pochino il merito di ciò che ha scoperto. Passano un paio di mesi e Federica torna a casa con una ‘bellissima’ notizia: la mamma ha vinto quattro autisti che staranno sempre con me quando uscirò di casa. I bimbi sono elettrizzati da questa cosa, la loro mamma è una star con l’autista privato, il passo successivo è la villa. E così, Federica e suo marito, decidono di trasformare questo momento difficile in un gioco a punti per arrivare a vincere la villa dei loro sogni. I punti da accumulare sul tabellone sono duemila, all’inizio a Lollo sembra un numero troppo alto da raggiungere, ma col passare del tempo scoprirà che non saranno pochi i motivi per cui aggiungere crocette al tabellone.

La vita di Lollo, Ale e Viola deve restare il più possibile serena, sono bambini e non possono vivere con la paura, ogni tanto accadono cose strane che mettono un po’ di paura o che sollevano in loro alcune domande, ma tutto viene sempre ridimensionato dai genitori per cercare di farli vivere spensierati. Lollo però è abbastanza grande da cercare l’aiuto del cugino per cercare di capire cosa stia succedendo, sullo schermo del pc i paroloni si susseguono e non è semplice per un bambino di otto anni raccapezzarsi. L’unica sua certezza è che, l’articolo che ha fatto vincere alla sua mamma gli autisti, è anche merito suo.

Giorno dopo giorno le sfide per i tre bambini si fanno sempre più difficili, alcuni compagni sembrano non apprezzare il lavoro della loro mamma, c’è gente per strada che rivolge insulti al suo indirizzo, ci sono degli uomini che stazionano sotto al loro appartamento (i famosi spasimanti della mamma di cui devono annotare tutto e fare tante foto, perché papà è geloso), gente che getta liquido incendiario sotto la loro porta. Tutti questi episodi fanno accumulare punti perché, anche se non sanno contro cosa stanno lottando, la paura li tocca lo stesso.

Più leggevo più il mio cuore veniva compresso in una morsa. Come può il genere umano essere capace di tanta cattiveria e immoralità? Come può una persona pensare che se una cosa porta a lui vantaggio, arrecando agli altri solo dolore, sia la cosa giusta da fare? Dove sta la giustizia in tutto questo? Si dice che l’illegalità dilaghi dove manca lo Stato e Ostia ne è l’esempio perfetto. Federica Angeli non vuole essere un’eroina, non le interessa essere portata in trionfo, lei vorrebbe solo non essere lasciata sola a combattere questa battaglia e così va nelle scuole a sensibilizzare i ragazzi, perché sono loro il futuro, sono loro che non devono avere paura, sono loro che devono imparare a denunciare perché se tutti lo facessimo non esisterebbe più nessuno in grado di sottometterci alle proprie regole.

Io non sono una giornalista e di certo non ho la forza di questa donna, non sarei in grado di fare nemmeno un centesimo di ciò che lei ha smosso. La sua battaglia più grande è smuovere le coscienze, partendo da quelle dei suoi figli che stanno crescendo con un esempio di integrità e dignità senza uguali.  Il gioco di Lollo non è un libro semplice, però il linguaggio utilizzato lo rende comprensibile a tutti, anche ai più giovani, non lo consiglierei come lettura di svago, ma al tema della legalità si dovrebbero dedicare tante lezioni fin dalle elementari e potrebbe essere preso come spunto da molti insegnanti. Mi sento di consigliarlo dai 10 anni in su, per me, che di anni ne ho 34, è stata una lettura intensa e appassionante per cui, adulti all’ascolto, uscite dalla vostra comfort zone e leggetelo.

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