Il club dei delitti del giovedì di Richard Osman

Trama Kent, Gran Bretagna. In una tranquilla e lussuosa casa di riposo quattro improbabili amici si incontrano una volta alla settimana per indagare sui casi di omicidi irrisolti. Elizabeth, Joyce, Ibrahim e Ron, tra calici di vino e torte alla vodka, studiano i fascicoli della polizia segretamente acquisiti dalla leader indiscussa del gruppo, Elizabeth. Ma quando un brutale omicidio ha luogo proprio sulla loro soglia di casa, “Il club dei delitti del giovedì” si ritrova nel bel mezzo del primo caso in diretta. I quattro protagonisti saranno pure degli ottantenni, tuttavia hanno ancora qualche asso nella manica. Sono persone vivaci, straordinariamente agili ed energiche, decise a esercitare la loro notevole elasticità mentale nella ricerca di un assassino a piede libero. Per trovarlo si immedesimeranno nel personaggio dell’anziano curioso e vagamente ingenuo, così da raccogliere informazioni e inserirsi nelle indagini ufficiali con stratagemmi sorprendenti, che superano spesso il confine della legalità.

Il club dei delitti del giovedì di Richard Osman, giallo poliziesco pubblicato da Casa editrice Sem lo scorso 1° ottobre.

Io non so davvero come cominciare a parlarvi di questo libro. Ho osservato a lungo la pagina bianca in cerca d’ispirazione per rendere al meglio le sensazioni suscitate dal romanzo. Il colpo di fulmine è scattato quando ho letto la scheda di presentazione arrivata al blog in cui Il club dei delitti del giovedì viene paragonato alla famosa serie del Bar Lume di Marco Malvaldi, che ho avuto modo di apprezzare. A quel punto, ho capito che dovevo assolutamente leggere il libro: poco importa se ultimamente con le letture ho la velocità di un bradipo in pensione, mi sarei presa il mio tempo e avrei dato una possibilità a questo romanzo d’esordio di un talentuoso presentatore televisivo britannico, Richard Osman, che si misura per la prima volta con la stesura di un libro, un giallo davvero d’impatto, e che in barba alle mie previsioni catastrofiche sui tempi di lettura ho divorato in una piovosa domenica pomeriggio di ottobre.

Protagonisti del libro quattro arzilli vecchietti di quasi ottant’anni residenti in una lussuosa casa di riposo nelle magnifiche campagne del Kent. Ho lasciato il mio cuore ad ognuno di loro, mi sono follemente innamorata del loro acume e dell’energia dei loro personaggi. Ottantenni solo sulla carta e all’anagrafe, perché di fatto questi meravigliosi vecchietti hanno conservato integra la loro vitalità, la loro voglia di non arrendersi allo scorrere inesorabile del tempo e la loro curiosità. Siamo a Coopers Chase, una residenza per anziani benestanti, dove gli ospiti che hanno tutti una abitazione privata possono trascorrere il loro tempo con una serie di attività ricreative che vanno dal pilates allo zumba passando per il club dei fanatici dei puzzle. La struttura è stata progettata sulle fondamenta di un antico convento in disuso del quale è rimasto integro solo il cimitero delle suore chiamato Eterno Riposo. Cimitero che il proprietario di Coopers Chase vuole estirpare e spostare per ampliare le abitazioni e allargare il giro d’affari. Ogni giovedì quattro ospiti della struttura si riuniscono nella sala ricreativa della casa di cura e mantengono in allenamento le loro incredibili celluline grigie controllando vecchi cold case della polizia rimasti irrisolti. A fornire loro il materiale e i fascicoli è stata Penny, un funzionario di polizia in pensione, che insieme ad Elizabeth, sua migliore amica, aveva costituito l’insolito club. Ma da quando Penny si trova in coma nell’ospedale adiacente alla casa di cura, al club, che contava già la presenza di Ron e Ibrahim oltre a quella di Elizabeth, serve un quarto elemento, ed è per questo che viene assoldata Joyce, una infermiera in pensione con la passione per i dolci alcolici che si è trasferita nella casa di cura dopo essere rimasta vedova. Ogni giovedì l’insolito quartetto sorseggia vino, consuma corpose merende in barba al diabete e risolve vecchi casi della polizia. Fino a quando a fornire materiale fresco per il loro hobby non pensa un vero omicidio avvenuto proprio a pochi passi dalla casa di cura, e il cadavere ritrovato altri non è che quello del socio in affari di Coopers Chase. Ed eccoli, i nostri quattro intrepidi investigatori improvvisati ad immergersi totalmente nelle indagini, collaborando con la polizia, essendo addirittura passi avanti rispetto alle forze dell’ordine, a tirare fuori assi dalle maniche per ottenere informazioni.

Mi sono mantenuta volutamente ai margini per non spoilerarvi niente di questo libro che dovete assolutamente leggere. Vi dico semplicemente che ho avuto delle reazioni alquanto bipolari mentre leggevo, passando da risate incontrollate a lacrime di commozione nel giro di pochi capitoli. Mi sono innamorata follemente di ogni singolo personaggio della storia. Richard Osman ha trovato la giusta chiave di lettura per parlarci in maniera brillante di una fascia sociale, quella degli anziani che sono considerati dalla società un po’ i deboli da proteggere, ma che in realtà in questo libro emergono in tutta la loro straordinaria energia e potenza. Sono vitali, unici, divertenti e hanno la capacità di tirarsi fuori dai guai con escamotage davvero esilaranti. Le voci narranti sono multiple, conosciamo un po’ meglio Joyce attraverso il suo diario che si premura di aggiornare ogni giorno in una sorta di esercizio di memoria che tiene in allenamento la sua mente. Di Elizabeth, invece, non sappiamo molto ma è il personaggio più carismatico di tutto il libro, la leader indiscussa del club, colei che riesce a carpire più informazioni, niente le viene negato perché c’è sempre qualcuno, che si tratti di un tecnico della scientifica andato in pensione o di un baronetto suo vecchio amico, che le deve un favore ed ecco che la ritroviamo sempre un passo avanti rispetto a tutti quanti, perfino alla polizia.

“… quello che gli investigatori di otto paesi non sono riusciti a rintracciare. Elizabeth ha ripetutamente rifiutato di rivelare dove o come lo ha trovato.”

Siamo di fronte ad un debutto letterario davvero sorprendente, superbo. Uno di quei libri che ti auguri siano solo l’antipasto di una cena con tantissime portate. Il club dei delitti del giovedì è un romanzo che fa ridere, riflettere, commuovere, con protagonisti dei nonnetti davvero esilaranti che proprio non ci stanno a mettere in pausa la loro energia per dedicarsi ad attività più consone alla loro età. La loro vitalità si sprigiona da ogni singola pagina e, mentre leggi, pensi che vorresti essere come loro, vorresti conoscerli e abbracciarli ed esortarli a non smettere mai di indagare e a non seppellire la loro curiosità.

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