I lupi dorati di Roshani Chokshi

1889 PARIGI È IL CENTRO PULSANTE del nuovo mondo coloniale industrializzato, e l’Esposizione Universale ha infuso nuova linfa alla vita della città. Ma ha anche portato alla luce antichi segreti. Nessuno sa tenerne traccia quanto Séverin Montagnet-Alarie, cacciatore di tesori e proprietario dell’hotel L’Eden. Lo sa bene il potentissimo ed esclusivo Ordine di Babele, che lo costringe a recuperare un antico artefatto. Séverin si trova così a inseguire un tesoro che mai avrebbe immaginato: la sua vera eredità. Accanto a lui in questa insolita missione, un’improbabile squadra: un’ingegnera che ha un debito da pagare; uno studioso di storia esiliato dalla terra natia; una ballerina dal passato oscuro; e un fratello d’armi se non di sangue. Dovranno unire le forze, usando tutta la loro astuzia e il loro sapere, per esplorare il cuore nero e allo stesso tempo scintillante di Parigi. Quello che scopriranno potrebbe cambiare il futuro dell’umanità. Sempre che riescano a sopravvivere. Dalla Parigi della Belle Époque, una storia piena di mistero, decadenza e desideri pericolosi.

I lupi dorati di Roshani Chokshi, primo volume della trilogia The Gilded Wolves, pubblicato da Mondadori il 13 settembre.

I lupi dorati mi ha ricordato Sei di corvi di Leigh Bardugo e chi mi conosce sa quanto io abbia amato quel libro. Uno dei motivi principali per cui mi sento di fare questo paragone è che abbiamo sei protagonisti molto ben caratterizzati con personalità definite che non rischiano sovrapposizioni uno con l’altro. Anche in questo caso: ci sono solo due donne nella compagnia, due donne agli antipodi, Laila e Zofia; c’è il capo, Séverin Montagnet-Alarie, ladro di professione e proprietario dell’hotel L’Eden; una storia d’amore male to male che però potrebbe diventare un avvincente triangolo nei prossimi capitoli e un’altra storia d’amore che potrebbe risorgere dalle sue ceneri dopo che i due protagonisti hanno cercato di seppellirla sotto strati di bugie e omissioni.

Sono questi i fantasy che amo e vorrei avere già in mano il secondo volume, The Silvered Serpents, che promette faville e li porterà lontani dalla Parigi che ha fatto da sfondo alle vicende di questo capitolo.

Ho adorato l’ambientazione, chi non avrebbe voluto vivere la Belle époque e poter ammirare da vicino l’Exposition universelle de Paris de 1889, a ogni pagina si respira l’opulenza di quegli anni d’oro, il progresso e l’eleganza di un luogo magico che fa da sfondo a questo fantasy pieno di intrighi e azione con le sue mille contraddizioni e le sue brutture, leggendo la nota dell’autrice capirete a cosa mi riferisco. Ma farne una serie tv su Netflix? Sarebbe divina e riscuoterebbe un enorme successo tra gli amanti del genere fantasy.

Vi ho accennato di sei protagonisti, io ho avuto un debole da subito per Séverin, poi però ho conosciuto Hypnos e le mie certezze hanno iniziato a vacillare, perché io amo l’ironia e lui è uno dei personaggi più ironici in cui mi sia mai capitato di imbattermi. Quindi diciamo che li metto a pari merito per motivi differenti, Séverin è scaltro, intelligente e affascinante, Hypnos è libero da ogni costrizione ed etichetta e il suo comportamento sopra le righe lo rende amabile anche quando dovrebbe essere il rivale, il nemico da cui guardarsi le spalle.

Tra le ragazze Zofia è la mia preferita e non perché Laila non abbia doti eccezionali, tutt’altro, lei è proprio fuori dal comune e piena di sorprese, ma Zofia è un genio che non ha affinità con le emozioni umane e i sentimenti, è una Sheldon Cooper del XIX secolo a cui non so resistere.

Enrique è lo storico del gruppo, di certo meno avventato di Séverin che ama il rischio sopra ogni cosa, è riflessivo, onesto e sempre pronto ad aiutare il gruppo anche quando le cose si mettono male. Enrique è bisessuale e credo abbia un debole per Zofia oltre che per Hypnos quindi chissà che il futuro non possa riservarci un bel triangolo amoroso.

Tristan è forse il personaggio meno a fuoco, lui non sono riuscita ad afferrarlo appieno e quindi per me è rimasto meno vivido rispetto agli altri cinque, più marginale e trasparente anche se utile nel suo gruppo.

Come avrete capito questo non è un libro semplice da recensire perché è intricato, contorto e quando sembra che si arrivi alla soluzione di un enigma ne sbuca un altro che rimette tutto in gioco e scombina i piani sia della compagnia che del lettore. Ma immagino abbiate anche capito che io ve lo consiglio se amate i fantasy storici e vi piace che ci siano tanti protagonisti che si muovono insieme per cercare di scoprire la verità e di verità nascoste ce ne sono parecchie in I lupi dorati di Roshani Chokshi.

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