I delitti della gazza ladra di Anthony Horowitz
Trama Niente riesce a battere un buon giallo: con il più classico dei detective narcisisti, gli indizi ben disseminati nella trama, le false piste, i colpi di scena e, da ultimo, ogni tassello che si incastra nel posto giusto. Susan Ryeland, editor di una piccola casa editrice, ne trova immancabilmente conferma nei libri di Alan Conway che hanno come protagonista Atticus Pünd, infallibile investigatore per metà greco e per metà tedesco. Ora l’ultimo manoscritto di Conway è finalmente tra le sue mani, e Susan non vede l’ora di calarsi nei panni dell’investigatore per dare la caccia a un assassino che compie le sue efferatezze in un sonnolento paesino della campagna inglese degli anni Cinquanta. Ma stavolta il nuovo romanzo dell’autore bestseller è destinato a cambiarle la vita. Perché oltre i cadaveri e la lista dei sospettati, dissimulata tra le pagine, Susan legge un’altra, incredibile vicenda – reale, questa volta – che intreccia la sua storia a quelle di Atticus Pünd e dello stesso Alan Conway, una vicenda che ribolle di gelosie, avidità e ambizioni sfrenate. Ipnotico giallo al quadrato, labirintica storia nella storia, “I delitti della gazza ladra” immerge personaggi degni dei migliori classici del crime in un thriller moderno ad alto tasso di suspense.
I delitti della gazza ladra di Anthony Horowitz, giallo pubblicato da Rizzoli nella collana Neri Rizzoli il 23 febbraio del 2021.
Non capisco come mi sia sfuggita questa pubblicazione lo scorso anno, ma ancora più grave non so perché Anthony Horowitz non sia entrato prima nella mia orbita di autori da leggere del genere giallo. Scrittore e sceneggiatore inglese, Horowitz si è fatto conoscere dal suo pubblico con una serie di libri per bambini. I delitti della gazza ladra è il primo volume con protagonista Susan Ryeland, editor della Cloverleaf Books, una piccola casa editrice inglese con pochi titoli in catalogo, ma con un autore di punta come Alan Conway, papà letterario di Atticus Pünd, un investigatore privato per metà greco e metà tedesco. In una umida sera d’agosto Susan si accinge a leggere Appuntamento con la morte, l’ultimo manoscritto di Conway ed il nono romanzo dell’autore, ambientato in un piccolo villaggio fittizio del Somerset a cavallo tra fine anni 40 e inizio anni 50. I personaggi di Conway si muovono tutti in un ambiente campagnolo come nella migliore tradizione del giallo inglese.
Adesso immaginate una povera lettrice come me, che si ritrova di punto in bianco ad esclamare mentre è immersa nella lettura: “Agatha Christie, esci da questo corpo!”
Sì, è stata proprio questa la reazione a caldo, perché ciò che è stato abilmente mascherato nella sinossi del romanzo viene improvvisamente svelato a pagina 9. Veniamo catapultati, senza alcun preavviso, dentro un’altra storia e cominciamo ad indagare febbrilmente. Abbiamo un cadavere, una domestica impicciona che lavorava per il signorotto borioso del villaggio, un reverendo alle prese col sermone da ultimare, una dottoressa alla quale è sparito un veleno e un’altra serie di personaggi tutti altamente sospettabili e con qualcosa da nascondere. Un delitto misterioso che necessita di un detective abbastanza bravo da sbrogliare la matassa, soprattutto quando all’improvviso i delitti diventano due. Appare tutto così intrigante, ipnotico, un vero giallo con tantissimi personaggi, e tu lettore sei lì incantato a cercare di capirci qualcosa. Ma ecco che, quando pensi di essere arrivato all’agognata meta, l’autore ti riporta coi piedi per terra, non è ancora il momento della soluzione, devi soffrire un altro po’. E allora torniamo alla nostra editor, che vi assicuro è spaesata quanto noi, soprattutto quando ciò che ha appreso fino a quel momento si ripete in maniera speculare nella sua realtà. Ed eccola vestire lei stessa i panni di una improbabile investigatrice a cercare di dipanare una matassa che è davvero ingarbugliata.
“Leggere le imprese di un detective è un conto, calarsi nei suoi panni è tutt’altra cosa. Ho sempre adorato i gialli. Non solo per mestiere. Li divoro per piacere personale, ne faccio delle vere e proprie scorpacciate… Continui a leggere e man mano senti le pagine scorrere tra le dita, finché d’un tratto quelle che mancano sono meno di quelle che hai letto e allora vorresti rallentare, invece prosegui a perdifiato verso una conclusione che hai quasi paura di scoprire.”
Anthony Horowitz ci regala un romanzo lunghissimo ma che vi assicuro si divora in fretta. Mette dentro il calderone tutti gli ingredienti che tanto piacciono ai cultori del genere giallo. Delinea personaggi pieni di ambiguità e contraddizioni e ognuno con un valido movente per uccidere. Preparatevi a sospettare di tutti e a rimuginare su una serie di somiglianze con i romanzi della nostra amata regina del giallo: Agatha Christie. Non demordete quando tutto vi sembra scontato, vi assicuro che c’è una spiegazione assolutamente logica per ogni elemento che vi sembrerà dissonante. L’autore è stato semplicemente geniale perché ha usato un espediente narrativo inusuale, la storia dentro la storia, che siamo poco avvezzi a leggere e ha catturato abilmente i lettori nella sua ragnatela. Un puzzle con tantissimi pezzi che prende forma lentamente e svela il suo soggetto in tutta la sua magnificenza.
Una storia dentro la storia, due epoche diverse descritte magistralmente, personaggi accattivanti che vi terranno in ostaggio fino a quando non troverete il vero colpevole e un autore, Anthony Horowitz, da tenere d’occhio per i successivi libri.