Howtown: Piccola città di Micheal Nava
Un caso controverso riporta l’avvocato Henry Rios nella cittadina in cui è nato, mettendolo nella traiettoria di un implacabile assassino.
Sono passati quasi dieci anni dall’ultima volta che Henry Rios ha visto sua sorella, Elena, dopo che una storia familiare dolorosa ha lasciato entrambi segnati da ricordi infelici. Ma la loro riunione è ben diversa da ciò che aveva immaginato: sua sorella vuole chiedergli di difendere Paul Windsor, un loro vecchio conoscente che ha un passato di pedofilia ed è stato accusato di omicidio dopo che la polizia ha rilevato le sue impronte sulla scena del crimine.
La vittima, che smerciava pedopornografia, è stata torturata e poi massacrata di botte in una stanza di motel. L’indagine riporta Rios nel suo vecchio quartiere e lungo una strada tortuosa di ricatti, gelosie e amore malato. Costretto a guardare in faccia i suoi demoni, dovrà affrontare alcune difficili verità su se stesso… e le macchinazioni di un killer spietato.
Con la consueta attenzione ai chiaroscuri dell’anima, Michael Nava ci riporta nella California di fine anni Ottanta per immergerci nel calore opprimente di una piccola città dell’entroterra e in una storia complessa, che intorbida il confine tra carnefice e vittima.
Howtown: Piccola città di Micheal Nava, quarto volume della serie noir “Henry Rios” a tematica male to male pubblicato il 21 novembre per la Triskell Edizioni
Lo ammetto, l’argomento di questa nuova avventura legata ad Henry Rios è forte, la pedopornografia è qualcosa di aberrante che, assurdamente, è fin troppo attuale. Anzi, direi che in confronto al periodo in cui Nava ha scritto questo romanzo sia aumentato in maniera esponenziale “grazie” a strumenti come il web e il “dark web”. Ma io amo questo scrittore e visto che nel suo protagonista riconosco una grande levatura morale, nonché una umanità incredibile ero convinta che mi sarei trovata coinvolta in una storia articolata e complessa che alla fine mi avrebbe dato la giusta soddisfazione. Abituata a vedere Henry nei panni di un avvocato che difende quelli che il resto del mondo definisce indifendibili, non mi ha stupito più di tanto che potesse avere a che fare con un uomo che dichiara apertamente di provare attrazione per ragazzine poco più che adolescenti. Certo, Henry, decide di accettare il caso perché la moglie del presunto colpevole di omicidio è amica di vecchia data di sua sorella, una sorella che lui non vede da anni e che gli ha chiesto ben poco nel corso della vita ma in seguito ne fa una missione come sempre, perché tutti, proprio tutti hanno diritto ad un processo equo, anche chi appare colpevole. Le cose, però, non sono mai semplici ed Henry, per arrivare alla verità si ritrova ben presto a fare i conti con le sue paure e a dover scernere tra rancori, gelosie e odio. Anche questa volta, con la sua prosa perfetta e a tratti dissacrante, Nava ci porta a scoprire un pezzo di un’America che oscilla continuamente tra chiari e scuri, facendoci conoscere tutti i vari stati di un processo e i ragionamenti per arrivare alle risposte. Sinceramente, pagina dopo pagina il mistero invece di dipanarsi continuava ad infittirsi ed io continuavo a cercare di venire a capo della vicenda. Non c’è nulla da fare, quando ci si trova tra le mani una storia scritta bene lo si capisce fin dalle prima pagine e qui è anche più evidente perché ha un “cast” di personaggi che non brillano per simpatia e nemmeno per umanità, quindi, non posso fare a meno di raccomandare questo libro a tutti quelli che vogliono una storia che non lascia un attimo di respiro, nel bene e nel male e, se ancora non lo avete fatto, recuperate tutti i libri di questa serie, ne varrà la pena, parola mia!!