Heaven di Mieko Kawakami

Il fenomeno mondiale Seni e uova, primo romanzo di Mieko Kawakami a essere pubblicato in italiano, è un’indagine suggestiva della vita di tutti i giorni delle donne lavoratrici in Giappone. In Heaven questa autrice eccezionale indirizza il suo sguardo penetrante sull’esperienza di un adolescente bersagliato dai compagni di classe.

In uno stile poetico e rilassato, che riporta alla mente le grandi scrittrici giapponesi del passato, Heaven indaga l’esperienza e il significato della violenza e il conforto dell’amicizia. Bullizzato per il suo strabismo, il protagonista del romanzo soffre in silenzio. La sua unica tregua è l’amicizia con una ragazza, anche lei vittima di infiniti scherni. Ma qual è la vera natura della loro amicizia, se è il terrore ad alimentare il legame?

Romanzo forte ma tenero, dallo sguardo perspicace, intimo e sfaccettato, Heaven è un’altra brillante testimonianza del talento inarrestabile di Kawakami. Scrittrice schietta e magnificamente evocativa – che «cresce e si evolve senza sosta», secondo Haruki Murakami –, Kawakami è, per The Economist, «la stella emergente più luminosa della letteratura giapponese».

Heaven di Mieko Kawakami, romanzo di narrativa contemporanea pubblicato da Edizioni E/O il 25 agosto appena trascorso.

Mieko Kawakami è l’autrice del best seller internazionale Seni e uova, romanzo audace sulla fertilità, la chirurgia estetica e l’autonomia corporea. Nominato libro dell’anno dal New York Times, è anche uno dei migliori 10 libri del 2020 secondo TIME: sicuramente l’avrete visto campeggiare da mesi sugli scaffali di tutte le librerie. Io ne sono rimasta perseguitata per tutta l’estate, tutto ciò su cui posavo lo sguardo mi riportava alla mente questo libro. Tanto che, quando dal blog mi è stata proposta questa lettura, l’ho colta decisamente come un segno del destino.

Il karma voleva a tutti i costi farmi conoscere Mieko Kawakami, e con ragione!

Questa piccola ma potentissima donna ha già vinto numerosi premi prestigiosi in Giappone ed è considerata dallo stesso Murakami la sua erede letteraria. A maggior ragione, potevo esimersi dal leggerla? Assolutamente no! Ma Kawakami è molto più dell’autrice femminile più venduta del Giappone, perché grazie alla sua maestria letteraria emergente e rara, e attraverso una letteratura di etica filosofica, ravviva le complessità inerenti ai dilemmi sociali spesso invisibili della cultura moderna. Se apprezzate il genere correte a comprarla e non ne rimarrete delusi.

Ma oggi parliamo di Heaven, il suo ultimo romanzo appena uscito grazie a Edizioni E/O, incentrato sulla vita di due adolescenti vittime dei bulli in un liceo giapponese. Voci autorevoli lo vedono come l’opera che consolida questa autrice come voce fondamentale nella letteratura contemporanea. E capite che, a questo punto, mi sento obbligata a leggere anche Seni e uova. Mannaggia a me, anzi a lei!

D’altra parte Kawakami sa scrivere, e con una chiarezza profonda e lirica -pur restando leggera come una piuma- tratta temi difficili con il coraggio di osare. Dopo aver letto Heaven, un viaggio breve ma molto intenso, mi sono sentita spogliata delle mie certezze. Ho cercando la risposta alla conclusione che avrei preferito nel profondo di me stessa, arrovellandomi su qualcosa di psicoanalitico, ma anche spirituale, avendo navigato attraverso le contraddizioni turbolente del bene e del male, della miseria e della speranza, del desiderio e della debolezza. Alla fine, Heaven mi ha lasciata senza fiato ma sicuramente piena di vita.

Dunque se state cercando una lettura di conforto potreste rimanere delusi! Nonostante il titolo infatti evochi la salvezza, questo è un libro in cui i personaggi principali stanno attraversando un vero inferno.

La voce narrante è quella di un ragazzo di quattordici anni senza nome, identificato solo grazie al proprio difetto fisico. Occhi storti è l’appellativo da vittima che i bulli gli hanno affibbiato, dovuto all’occhio pigro che lo rende strabico e quindi un bersaglio naturale.

Un giorno, Kojima, una ragazza della sua classe vittima pure lei di bullismo, gli lascia un biglietto in cui suggerisce che dovrebbero essere amici. In questo modo il romanzo continua sia attraverso lo scambio epistolare tra i due amici, spesso più capaci di esprimersi attraverso i loro appunti che di persona, sia grazie al punto di vista del protagonista che spiega come vive i suoi tormenti.

Il titolo del romanzo –Heaven– deriva dal dipinto preferito da Kojima, raffigurante due amanti che mangiano una torta in una stanza e che lei stessa in una gita al museo intende far conoscere al suo amico. Heaven è ciò che Kojima vede sulla tela, qualcosa a cui sembra aspirare, un posto sicuro lontano dai tormenti della vita e questa divertente giornata all’inizio delle vacanze estive funziona quasi come un esempio del tipo di santuario che entrambi gli amici stanno cercando.

Ma in verità non riescono a vedere il dipinto in questa visita, perché Heaven è irraggiungibile quanto il vero Paradiso, un’allegoria sottile ma perfetta che va ricercata attraverso la saggezza dei due ragazzi. E se il Paradiso è l’Inferno, l’Inferno non ha senso e quindi neppure il Paradiso.

Kawakami decide in questo romanzo di non regalarci la solita storia commovente sui trionfi dei perdenti, no, lei sceglie una via molto più difficile e spesso controversa che indica come la vita non è sempre così giusta. È interessante anche notare le similitudini nelle vite familiari insolite di entrambi i personaggi, che hanno padri assenti e madri discutibili. Un chiaro segno di opposizione al disegno della famiglia tradizionale giapponese.

Nel frattempo gli atti di bullismo continuano, intensificandosi persino, e mentre i due si aiutano a vicenda in una vicinanza silenziosa, il ragazzo finisce per cedere al sentimento convincendosi che questo supporto passivo sia sufficiente per aiutarlo ad andare avanti. L’anno passa, la tortura continua, i suoi pensieri girano in direzioni oscure e inizia a disperare di poter sopportare ancora questa situazione.

In questo frangente Kojima potrebbe sembrare la più forte, ma mentre si dipana la storia il narratore (ma anche il lettore) inizia a chiedersi se il suo approccio alla questione è davvero il migliore. Sulla facciata appaiono le prime crepe, il comportamento di Kojima inizia lentamente a cambiare ed il ragazzo è obbligato a rivedere i punti saldi della loro amicizia: sono davvero abbastanza forti per sopportare tutto questo dolore?

E’ palpabile la sensazione che la resistenza non possa durare per sempre, che un giorno esploderà con fragore coinvolgendo tutti nella ricaduta.

I bulli, anche se apparentemente guidati da Ninomiya, sembrano trovare una leadership “spirituale” grazie all’enigmatico Momose che non partecipa attivamente ma osserva tutti dal suo posto in prima fila. Ed alla fine sarà proprio Momose, in una scena inaspettata, a spiegare il punto di vista del branco sbandierando un manifesto nichilista che guida il tormento e la violenza.

La scelta stilistica di Kawakami della narrazione in prima persona ci permette di immedesimarci nel protagonista, ma fa anche sì che Kojima rimanga una figura alquanto enigmatica. Osserviamo il suo comportamento straordinario, ascoltiamo le sue parole profonde e ci meravigliamo delle sue motivazioni. Alla fine noi, come il narratore, siamo obbligati a confrontarci sfidando le nostre certezze, sentendoci definitivamente cambiati da lei.

Heaven non è sicuramente un libro di facile lettura ma lo ritengo necessario. Dovrebbe essere un testo scolastico perché, al di là della storia romanzata, è pregno di contenuto quanto la stessa Kojima, complesso e sconfortante. Kawakami non ha sicuramente creato una storia d’amore ma un racconto commovente che esamina il trauma e la tortura della vita adolescenziale riuscendo a percorrere con attenzione il confine tra una storia sdolcinata e la brutalità in piena regola.

Essendo stato pubblicato per la prima volta nel 2009 in giapponese, mostra in alcuni punti la sua età e la penna della giovane autrice. Il dialogo a volte diventa contorto e la ricerca di riflessioni filosofiche stride con la rappresentazione altrimenti sensibile dei personaggi adolescenti.

Tuttavia rimane un romanzo sublime che permette di volgere lo sguardo al dolore, al prossimo e alla solitudine, argomenti che difficilmente vengono trattati in maniera tanto intensa ed aggraziata.  Mieko Kawakami è infine un’autrice che sono curiosa di continuare a seguire. Sarà sicuramente capace di stupirci ogni volta sempre di più.

 

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