Grandi promesse di Ava Reed

Mi sento bene, soddisfatta, rinata e nello stesso tempo in caduta libera. Sono tanto felice quanto impaurita. Ma è una paura buona. È trepidazione e aspettativa.

Il più grande desiderio di Laura Collins si avvera quando ottiene un posto da specializzanda in uno degli ospedali più prestigiosi del Paese, il Whitestone Hospital di Phoenix, in Arizona. Pronta a gettarsi in questa nuova avventura, fin dal primo istante comprende che, per riuscire al meglio, dovrà sfidare continuamente i propri limiti. Giorno dopo giorno, infatti, dovrà dare il massimo per sopportare lo stress, gli estenuanti orari di lavoro, la mancanza di sonno e soprattutto le decisioni difficili da cui spesso dipende la sopravvivenza dei suoi pazienti. “Ogni vita conta”, soprattutto per una come lei, incapace di restare indifferente ai destini che incrocia in corsia.

Come se non bastassero la fatica, la competizione con i colleghi e la paura di sbagliare, Laura deve fare i conti anche con Nash Brooks, il cardiochirurgo più talentuoso dell’ospedale nonché suo supervisore: bello, attraente, con una voce calda e suadente, una di quelle che ascolti con gli occhi chiusi come fosse una canzone, e che fa cantare il sangue e desiderare che non finisca mai. Stargli accanto è difficilissimo, ma la giovane specializzanda è determinata a non farsi distrarre dal suo obiettivo: anche se spesso si sente una contraddizione vivente, diventerà un medico eccezionale, costi quel che costi.

Grandi promesse di Ava Reed, medical romance in uscita oggi, 14 marzo, con Mondadori.

Vi dico da subito che il finale è un vero colpo di scena, e che il seguito non dovrebbe farsi attendere troppo. Il colpo di scena riguarda molti personaggi che conoscerete in questo primo volume, anche uno dei protagonisti resterà coinvolto e non si saprà quale sarà il suo destino fino a che non uscirà Drowning souls a giugno.

Siamo di fronte a un genere di cui esistono pochi libri, l’ambientazione ospedaliera ricorda Grey’s Anatomy e DOC quindi se avete seguito queste serie vi sembrerà di trovarvi di fronte alla tv perché l’autrice ha attinto a piene mani dal primo e credo che sia abbastanza evidente. Con questo non voglio fare una critica, ma solo una precisazione perché se a molte questo espediente piace, so che altre lettrici detestano le copiature da film e serie tv quindi puntualizzo per non lasciare nessuno nell’incertezza.

Personalmente ho storto il naso parecchie volte perché appartengo alla seconda categoria e avendo visto molte stagioni di Grey’s Anatomy ho avuto spesso la sensazione di ‘aver già assistito a quella scena’. La lettura è comunque godibile e, tempo permettendo, leggerò anche il secondo volume che ha per protagonista un’altra coppia ma che continuerà a seguire tutti gli specializzandi.

Laura non mi ha fatto impazzire, la sua caratterizzazione l’ho trovata un po’ fiacca, non a caso Meredith non è mai stata la mia preferita, io ero fan di Cristina e Isobel, poca verve per i miei gusti, il suo personaggio non mi è parso particolarmente interessante, mentre ho apprezzato il protagonista maschile che non ricalca per nulla il dottor Shepherd, qui l’autrice si discosta anche solo per età e vissuto e credo che questo abbia giovato.

Laura sogna da sempre di specializzarsi nell’ospedale che ha visto nascere l’amore tra i suoi genitori, ha fatto domanda e adesso deve solo trovare il coraggio di aprire la lettera che contiene il suo futuro. Per farlo decide di recarsi dal fidanzato e lì scopre che lui è ben diverso da ciò che pensava. Sì abbiamo il cliché del tradimento, non arrabbiatevi, non l’ho scritto io. La sorella di Laura è felice perché a lei quel ragazzo non è mai piaciuto e pensa che sia una cosa buona per Laura essersene liberata. Il suo sogno si avvera, diventa specializzanda al Whitestone Hospital di Phoenix, in Arizona, ma il suo primo giorno risulta piuttosto traumatico anche se le dà modo di conoscere il dottor Ian Rice. Starete pensando che sarà lui l’interesse amoroso di Laura, sempre con la battuta pronta, latin lover, simpatico e pieno di invettiva…beh vi sbagliate.

Poco dopo questo incontro Laura conosce il suo supervisore, Nash Brooks, taciturno, schivo, cardiochirurgo di incredibile talento che non ha nessuna intenzione di mettere in gioco il suo cuore anche se fin da subito prova un’attrazione inspiegabile per lei.

Ian e Nash sono amici, hanno percorso parecchia strada insieme e sanno perfettamente come punzecchiarsi a vicenda, cosa che Ian ama fare per smuovere Nash e farlo uscire dal suo guscio fatto di regole e solitudine. Ian lo provoca, lo stuzzica, cerca in ogni modo di fargli aprire gli occhi e fargli ammettere che prova interesse per Laura.

Laura è invaghita di Nash fin dal primo istante, ma lo trova irritante e scostante e non gliele manda certo a dire (anche se i pretesti per questo battibecchi li ho trovato spesso debolucci). Nash cerca di lottare con se stesso per mantenere le distanza da Laura, vuole continuare a tenere vita privata e lavorativa su due piani distinti, ma man mano che i giorni passano diventa sempre più difficile e Ian è lì pronto a farglielo notare con la sua solita delicatezza.

«Cazzate. Tu ti struggi, lei si strugge, tu sei strambo, lei è stramba, poi qualcuno piange e alla fine la porti a casa per la seconda volta. Per la miseria, Nash. Non saremo fratelli di sangue, e non ti è mai piaciuto parlare di te, ma è la prima volta che ti porti a casa una collega. O qualcuno in generale. Non so nemmeno se sei vergine, dato che non parli mai della tua vita sessuale…» «Ian, sono a tanto così» esclamo, agitandogli furibondo davanti al naso pollice e indice che quasi si toccano «dallo sbatterti la testa dentro il water.»

Immagino avrete già capito come va a finire e se questo libro possa fare al caso vostro, la scrittura è molto semplice, i dialoghi a volte poco efficaci, la storia non particolarmente originale, ma Grandi promesse resta una lettura godibile e scorrevole che intrattiene e può conquistare chi ama i medical drama quindi, se siete tra questi, non lasciatevelo sfuggire.

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