Grand Hotel. Natale con delitto per quattro coinquilini e un gatto di Serena Venditto

Trama A Natale siamo tutti più buoni. E, nel caso di Malù Ferrari, archeologa con la passione per il giallo, anche più testardi e perspicaci del solito. Può un corso di pasticceria aprire le porte di un’indagine? Certo, se gli investigatori sono i quattro coinquilini di via Atri 36. L’innata curiosità di Malù la porta a seguire un laboratorio di cake design al Vomero Hill, un lussuoso albergo napoletano, ed è qui che Emiliano, un compagno di corso, la coinvolge in un’indagine non ufficiale sulla morte della madre, ex direttrice dell’hotel. Il caso è stato archiviato come “morte naturale” ma a lui non sembra tale, soprattutto da quando ha scovato un’agenda su cui la donna ha lasciato degli appunti misteriosi. Quando Emiliano viene trovato morto nel suo appartamento, anche Malù se ne convince: qualcuno voleva metterlo a tacere. Ma riuscirà a dimostrare al commissario De Iuliis che un malore e una rapina finita male, avvenuti a due anni l’uno dall’altra, nascondono in realtà due omicidi? E quali segreti custodiscono le camere del Vomero Hill? Per scoprirlo Malù può contare su una formidabile squadra di Irregolari: la sua Watson, ovvero Ariel, traduttrice di thriller sanguinolenti e romanzetti rosa; Samuel, sardo-nigeriano dalle mille qualità, non ultima la fierezza con cui osserva le tradizioni natalizie cagliaritane; Kobe, pianista giapponese dall’italiano fantasioso, alla ricerca del regalo perfetto per la sua Ayumi; e ovviamente il gatto nero Mycroft e il suo fiuto infallibile. Improbabili travestimenti, interrogatori ai confini della legalità, un vecchio caso mai chiuso e uno nuovo che non poteva capitare in un momento più sbagliato: pochi giorni prima di Natale, in una Napoli sfavillante, tra le luci dei quartieri dello shopping e i vicoletti del presepe di San Gregorio Armeno, fra incursioni di zampognari e dolci irresistibili. Districarsi non è facile, ma per i quattro detective dilettanti la vera impresa sembra essere un’altra, ben più ardua: la costruzione di un albero di Natale a prova di gatto.

Grand Hotel. Natale con delitto per quattro coinquilini e un gatto di Serena Venditto, giallo umoristico pubblicato da Mondadori lo scorso 28 settembre.

Prendete una commedia natalizia, aggiungete un giallo in salsa inglese, ambientate il tutto a Napoli e avrete gli ingredienti di un piccolo capolavoro. Ah no, ho scordato il gatto. Vi serve anche un gatto pasticcione, nero con gli occhi verdi, che odia gli zampognari e adora abbattere alberi di Natale. Ecco, sì ,adesso abbiamo tutto ciò che ci serve per parlare di Grand Hotel. No, Lorella, stai dimenticando qualcosa, mancano i protagonisti. Ricominciamo: prendiamo una commedia natalizia, mixiamola con un giallo in salsa inglese, ambientiamo il tutto nella città del presepe e rinchiudiamo quattro coinquilini provenienti da quattro continenti diversi all’interno di un appartamento in una palazzina napoletana in via Atri 36, in compagnia di un gatto nero di nome Mycroft (sfido gli amanti del noir britannico a non riconoscere nel nome del felino quello del fratello del nostro investigatore inglese preferito, Sherlock Holmes), e solo adesso avremo tutti gli ingredienti di un romanzo che mi ha regalato ore di puro divertimento.

Non conoscevo la penna di Serena Venditto, altrimenti avrei saputo che Grand Hotel è il terzo libro di una serie, ma di serie lette in ordine sparso, modestamente, sono la regina, quindi dopo aver concluso questo romanzo ho recuperato Aria di neve e L’ultima mano di Burraco.

Voce narrante del libro è Ariel, una traduttrice di romanzi rosa particolarmente brutti, di origine italo-americana. Si è trasferita nella palazzina di via Atri dopo che è naufragata la sua relazione con il poliziotto Andrea, ed è fidanzata con Samuel, coinquilino sardo-nigeriano soprannominato Magnum, rappresentante di articoli per gelaterie. Ariel e Samuel dividono l’appartamento con Kobe, pianista giapponese che parla malissimo la nostra lingua, e Malù, archeologa con la passione per le investigazioni. Malù è anche l’umana di Mycroft, il gatto nero che ama l’albero di Natale o, meglio, ama abbatterlo e spaventare gli zampognari.

È un corso di pasticceria a pochi giorni dal Natale ad aprire le porte per una investigazione. Seguendo le lezioni di cake design all’interno del Vomero Hill, un lussuoso hotel di Napoli, Malù si imbatte in Emiliano, un compagno di corso che vuole affidarle un’indagine non ufficiale sulla morte della madre, risalente a due anni prima. La donna era la direttrice del Vomero Hill ed è morta per un malore mentre si trovava nel suo ufficio. Ma Emiliano, sgomberando casa, ha trovato un’agenda della madre al cui interno ci sono appunti che potrebbero gettare nuova luce sulle cause della sua morte. Quando il ragazzo viene trovato privo di vita nel suo appartamento, Malù si convince di avere a che fare con un omicidio: qualcuno ha voluto far tacere Emiliano e, quindi, le sue congetture sulla scomparsa della madre potrebbero essere fondate. Due casi che la polizia non sembra intenzionata a prendere sul serio. Per loro la morte di Emiliano può essere imputata ad un tentativo di furto andato male, ma la ragazza non è dello stesso avviso ed ecco che si lancia insieme ai suoi coinquilini in una personale indagine, mentre fervono i preparativi per il cenone di Natale e ci si affretta a cercare gli ultimi regali da mettere sotto l’albero.

Serena Venditto ha mixato alla perfezione elementi della commedia a quelli del noir tipicamente inglese. Il risultato è un giallo umoristico che vi regalerà ore di puro intrattenimento. La parte investigativa è scritta davvero bene, ammetto che non avevo individuato il colpevole degli omicidi. Ma ad emergere prepotentemente è la parte di commedia e le situazioni paradossali in cui si trovano i nostri quattro protagonisti e il gatto. Mycroft mi ha fatta lacrimare dalle risate, ed essendo diventata la mamma di tre palle di pelo, sei mesi fa, non è stato difficile credere a tutte le situazioni assurde in cui si caccia. Ho riso ogni volta che tenta di aggredire l’albero di Natale, quando spaventa gli zampognari. La verità è che il gatto è il vero protagonista di tutto il libro. Ma anche i quattro coinquilini sono personaggi irresistibili e di spessore. Kobe e il suo italiano fantasioso, che non fa mai due volte lo stesso regalo alla sua fidanzata, ed ecco che trovare un dono per lei diventa più difficile che risolvere casi di omicidio. Malù che è un po’ l’ape regina del gruppo, colei che coinvolge gli altri ad indagare e li convince a infilarsi in situazioni spesso ai limiti della legge. Samuel e le tradizioni natalizie sarde e infine Ariel, che non riesce mai a lavorare alle traduzioni di pessimi romanzetti rosa perché trascinata da Malù nei suoi casi investigativi.

Napoli, infine, è una splendida cornice con i suoi colori, con le tradizioni, le statuette del presepe di San Gregorio Armeno, cibo, tantissimo cibo. Serena, mannaggia a te, il tuo libro mi ha messo su una fame che non ti dico. Ma Napoli è anche accogliente e avvolgente, centro nevralgico della multiculturalità e l’autrice è stata veramente brava a delinearne i contorni. Una menzione speciale anche ai personaggi secondari e in particolar modo alla custode del condominio di via Atri 36. Mariella Papaparo è una professoressa di greco e latino in pensione, di età indefinita, che aiuta i nostri ragazzi nelle indagini, una donna dalle mille risorse che svolge la mansione di portiera dello stabile, anche se non in maniera ufficiale.

Di libri belli quest’anno ne ho letti davvero tanti, ma pochi sono stati divertenti e spensierati come Grand Hotel di Serena Venditto.

 

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