Gli imprevedibili effetti dell’amore di Grazia Cioce
Trama Emma Russo ha venticinque anni e lavora in uno studio che aiuta le aziende a rendere i propri dipendenti più coesi tra loro e quindi più efficienti. È l’ideatrice del Jungle Team Building, che consiste nel mandare il gruppo di lavoro in un luogo sperduto per una vacanza avventurosa e molto estrema… Nella vita privata Emma non lascia mai niente al caso: preferisce avere tutto sotto controllo piuttosto che improvvisare. Per questo, quando il capo decide che i suoi dipendenti – ultimamente troppo litigiosi – dovranno vivere in prima persona l’esperienza che propongono ad altri, è convinta che l’esperimento si trasformerà in un vero e proprio incubo. Non può prevedere che cosa le accadrà e soprattutto chi incontrerà. Per esempio Samuel, il veterinario del parco dove lei e i suoi colleghi trascorreranno la loro “vacanza”, che sarà anche il loro istruttore: un uomo che si fa beffe delle rigide regole secondo cui Emma si ostina a vivere. Tra risate, liti e battibecchi Emma dovrà trovare un modo per far fronte a tutti gli imprevisti che le capitano. E chissà che non riesca anche ad abbattere il muro con cui protegge il suo cuore…
Gli imprevedibili effetti dell’amore di Grazia Cioce, contemporary romance pubblicato da Newton Compton Editori il 4 maggio appena trascorso.
Recenti analisi sul mercato del lavoro lo affermano chiaramente: nel contesto lavorativo attuale non abbiamo più bisogno di persone concentrate unicamente su sé stesse, ma di gruppi di persone con contaminazioni di conoscenze, saperi tecnici ed umanistici che si uniscono, discutono e creano innovazione. La diversità è una ricchezza, e proprio per questo il lavoro in team amplia le prospettive, allargando le visioni.
Nella teoria siamo tutti d’accordo giusto? In pratica purtroppo arranchiamo e affinché la teoria si realizzi, occorre promuovere la conoscenza e il rispetto reciproco, la capacità di risolvere problemi e trovare soluzioni in gruppo, la valorizzazione delle risorse individuali, l’abilità di gestire le emozioni e lo stress, etc.
Certo che se ogni azienda si affidasse al Team Counseling Building in cui lavora Emma Russo, la protagonista del libro di cui vi parlo oggi, avremmo già risolto i problemi di molti uffici inefficienti di mezza Italia.
Vi giuro che ho provato ad immaginarmi immersa nella natura assieme ai miei colleghi, per vivere un’avventura di tre giorni all’insegna della sopravvivenza che -in teoria- dovrebbe rafforzare il team rendendolo coeso e positivo.. ma veramente mi sono figurata solo scene di spargimenti di sangue. Ecco, in effettipossiamo dire che la partecipazione aiuta a migliorare la situazione, perché in qualsiasi caso si deve far ritorno a casa.. anche se non è dato sapere in quale maniera!
La super efficiente Emma le ha tentate tutte per organizzare il corso perfetto e sembra esserci riuscita appunto con il Jungle Team Building. Ma quando il suo capo, a tradimento, spedisce lei e tutti i colleghi litigiosi a testarne la versione strong, il disastro è annunciato. Non solo Emma è un’ipocondriaca di prima categoria, ma i suoi colleghi sono pazzi da legare, compresa la sua amica del cuore/coinquilina. Inutile raccontarvi la corsa agli armamenti per portare il necessario per la sopravvivenza nei boschi, perché diciamocelo, siamo tutti Bear Grylls a parole ma poi, quando dobbiamo metterci del nostro, diventa indispensabile perfino l’inutile, mentre tutto il buon senso va a farsi benedire. Preparatevi perché fin dal principio le risate non mancheranno di sicuro!
In men che non si dica la nostra cricca di esploratori d’ufficio, in versione d’assalto, è pronta, o quasi. Nemmeno una delle loro suppliche richieste viene accolta al Wild Adventure Park, così tutti sono costretti allo scontro con la dura realtà: saranno davvero tre giorni infernali. Emma, adorando l’avventura a distanza di sicurezza attraverso i documentari di Bear Grylls, si salva con le conoscenze di base sulla sopravvivenza (necessarie per un’addicted della farmacia qual’è), anche se sarà un incontro inaspettato a mandarla del tutto fuori fase.
Il colpevole si chiama Samuel, biondissimo, bellissimo ed intraprendente veterinario italoaustraliano che in mancanza di altre guide si offre per seguire il gruppo.
La chimica tra Emma e Samuel è immeditata: diviso tra la curiosità e l’interesse, lui non fa niente per nascondere i suoi sentimenti e, in maniera del tutto scanzonata, colpendo dritto con battuta su battuta, arriva a minare la reticenza di lei.
Emma però, ha tutte le ragioni per tirarsi indietro. Nasconde infatti un universo dentro agli occhi, una vita barricata dietro le difese erette per non far soffrire un cuore che ha già patito moltissimo in tenera età. Essere ipocondriaca non è certo un capriccio o un vezzo, specialmente per chi come lei proietta paure e pericoli vissuti nel passato in loop sul futuro. Tutto è estremamente reale e l’impatto sulla sua mente è profondamente destabilizzante. Schiava di sé stessa e dei segnali sul suo corpo, finisce così per eludere qualsiasi forma di sentimentalismo che potrebbe legarla a qualcuno in grado di spezzarla.
Samuel però, abituato com’è a lavorare sull’iper sensibilità degli animali, ha l’acume necessario per scorgere la vera Emma dietro la sua corazza. Determinato a guadagnarsi un futuro con la ragazza Aspirina, tra situazioni esilaranti e momenti di struggimento, smonta pezzo dopo pezzo le sue teorie che, in un circolo vizioso disfunzionale ed invalidante, le generano solo sofferenza.
Ma lasciarsi andare non è così semplice, nemmeno se a chiederlo è un uomo bellissimo -e neanche a dirlo- totalmente perfetto. Per Emma l’illusione del controllo costante di sé stessa, ma anche degli altri, e la conoscenza definitiva (non solo in campo medico), sono la panacea per il male che si porta dentro e che le ruba la spontaneità della vita quotidiana. Parallelamente anche l’attività di team building la destabilizza, togliendole la certezza di essere anonima e distaccata. Facendo emergere la profondità delle persone a lei vicine, creando relazioni, incrementando la collaborazione e aumentando il livello di fiducia nei compagni, finisce per considerarli alla stregua degli affetti famigliari che le mancano molto, realizzando che aprirsi a loro è più semplice che combattere la voglia di nascondersi.
Sarà in grado l’amore di bastare a sé stesso? I nostri protagonisti hanno di fronte un cammino tortuoso di rivelazioni e prese di coscienza, ma riusciranno tra gli imprevisti a trovare la giusta strada per la felicità? E se attraverso il corso che Emma ha ideato per gli altri, riuscisse a scoprire finalmente sé stessa? Cosa ne sarà di lei nella sua nuova veste?
Con una delicatezza inaspettata, Grazia Cioce ci racconta la storia di Emma, una ragazza come tante che soffre e tenta di andare avanti con i mezzi che la vita le mette a disposizione, nonostante non sia per niente facile. Attraverso un’ottima scrittura fresca ma mai banale, in un turbinio di situazioni esilaranti che vi strapperanno più di una risata, la storia si dipana in maniera scorrevole e ben scritta. Emma è una di noi, cerca di tenere insieme i cocci indossando tutti i giorni una maschera, ed entra in contrasto con sé stessa quando l’amore non chiede il permesso di entrare ma irrompe nella quotidianità spazzando via tutte le certezze costruite con fatica. Ma quanto mi è piaciuto? La testardaggine di lei, barricata nelle sue convinzioni sbagliate, e la pazienza di lui che con tutto l’amore di cui è capace si prende cura del suo cuore spezzato. Perché una cosa è certa: se per curare le ferite dell’anima bisogna passare attraverso un sentiero tortuoso, l’amore vero è quello che alla fine ti attende con consapevolezza e nonostante tutti gli imprevisti (appunto). Che ve lo dico a fare, questo libro è una dolce coccola e personalmente l’ho divorato in una notte, mi conoscete ormai e sapete che se la lettura mi prende tutto il resto scompare fino a che non vedo la parola fine!
A questo punto non posso che consigliarvelo e fare tanti complimenti a Grazia Cioce, ma anche un grande in bocca al lupo ad Emma.. daje tutta Aspirina, noi siamo tutte con te!!!
Grazie infinite per questa analisi del romanzo. Hai saputo cogliere alla perfezione tutto ciò che volevo comunicare attraverso una protagonista solo all’apparenza un po’ matta. Grazie.
Anzi, come direbbe Emma: #graziemille
Il piacere è stato tutto mio! A maggior ragione se sono riuscita a carpire le sfumature giuste dei personaggi.. e poi, ad Emma dovevo proprio un po’ di spazio.
Grazie ancora!