Facciamo finta che sia solo un gioco di Elena Armas

Adalyn Reyes si è imposta una ferrea disciplina: ogni mattina si sveglia all’alba, guida fino agli uffici del Miami Flames FC, la squadra di calcio della città, si impegna al massimo nel lavoro, torna a casa e ricomincia da capo la mattina seguente.
Ma la sua perfetta e collaudata routine viene sconvolta da un video, diventato virale, che mostra Adalyn che aggredisce senza ritegno contro la mascotte del team. Per non licenziarla, il proprietario della squadra – che si dà il caso sia suo padre – la spedisce nella sperduta Carolina del Nord, dove le viene affidato il compito di risollevare le Green Warriors, la squadra di calcio locale, composta da bambine di nove anni che si allenano in tutù, hanno capre come animali domestici e sono terrorizzate dai modi bruschi di Adalyn.
A complicare le cose, c’è l’affascinante coach Cameron Caldani, ex portiere prodigio e suo vicino di casa… Sembrerebbe il candidato perfetto per aiutare Adalyn nella sua missione quasi impossibile, e perché no, magari distrarla dai suoi problemi… Anche se passare ogni giorno insieme, tra incontri imbarazzanti nel giardino e continue frecciatine dalla panchina, sembra più difficile che mai. Abbandonare il campo, però, non è un’opzione. Ce la metterà tutta per riscattare il suo futuro e quello delle piccole Warriors. Con o senza l’aiuto di Cam.

Facciamo finta che sia solo un gioco di Elena Armas, contemporary romance pubblicato il 3 ottobre da Newton Compton.

Terzo libro per Elena Armas ed è quello che ho preferito, anche se penso abbia un ampio margine di miglioramento. Dopo aver trovato molte cose da dire di Facciamo finta che mi ami e Facciamo finta che non finirà con Facciamo finta che sia solo un gioco sarò meno critica. Siamo di fronte a uno slow burn con due protagonisti che per motivi diversi si ritrovano a condividere uno spazio ristretto.

Ho apprezzato l’evoluzione del loro rapporto, i dissapori iniziali, le incomprensioni, le situazioni un po’ folli in cui si ritrovano loro malgrado invischiati e la nascita di un interesse che va oltre l’attrazione fisica. Cam e Adalyn hanno chimica fin dal primo incontro, ma ci vorranno pagine e pagine prima che tra loro succeda effettivamente qualcosa e ho apprezzato questa scelta che strizza l’occhio a tutte le fan della Zapata, la regina dello slow burn.

Mi è piaciuta la caratterizzazione di Adalyn e Cameron, mi sono piaciuti i personaggi secondari e sono certa che di alcuni di loro sentiremo ancora parlare perché pare questo sia il primo volume della serie Long game, che proseguirà con The short list, e mi è piaciuta l’ambientazione perché io adoro le grandi metropoli, ma amo le piccole cittadine e tutto il corollario di personaggi bizzarri e macchiettistici che le caratterizza.

È uno sport romance, ma non il solito sport romance perché Cam è un ex portiere che accetta di allenare un gruppo di bambine, e credo che in questo risieda la novità del romanzo che si discosta tanti da tutti i libri etichettati come sport romance.

Abbiamo il doppio POV e questo ci permette di conoscere i pensieri di entrambi anche, e soprattutto, nei confronti dell’altro. Come spesso accade il mio punto di vista preferito è quello maschile, non so cosa farci, ma ci casco ogni volta.

Altra cosa insolita abbiamo due protagonisti musoni, non c’è il trope grumpy/sunshine, ma grumpy/grumpy e dai ammettetelo che non vi era mai capitato di trovare prima due musoni.

C’è la vicinanza forzata che a me conquista sempre e in questo caso per un errore di valutazione, vicinanza che poi si trasformerà in convivenza quando la situazione di Adalyn diventerà insostenibile nella catapecchia che ha preso in affitto.

La prima parte è la più divertente e in un soffio ti trovi oltre le cento pagine, lei che viene esiliata per aver ‘decapitato’ la mascotte della squadra in un video diventato virale è una chicca, ammettiamolo e poi animali vari, yoga alternativo, di certo non ci si annoia. Poi arriva la parte lentina, in cui succedono cose, ma sono meno rilevanti, tutto per condurci alla parte conclusiva che è piuttosto scoppiettante e in cui vengono spiegate molte cose che erano state lasciate in sospeso.

Alla fine abbiamo anche il collegamento con il seguito e i futuri protagonisti che abbiamo già avuto il piacere di conoscere e apprezzare quindi sono qui che aspetto. Belle le scene bonus che aiutano a capire meglio l’evoluzione del rapporto enemies to lovers che leggendo solo il pov di Adalyn poteva apparire forzato.

Insomma smeraldi se siete fan della Armas credo amerete anche questo nuovo libro, certo ha avuto pareri contrastanti, ma lei è così, divisiva e questo non può essere che un bene perché dei suoi libri di parla sempre e comunque e il dibattito serve a far spiccare un autore tra le mille uscite che ci sono ogni mese.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.