Evan di A.S. Kelly

Titolo: Evan (O’Connors Brothers #5)

Autrice: A.S Kelly

Genere: New Adult/Sport Romance

TRAMA Ci ho provato a essere un O’Connor.
Ho cercato di correre più veloce, di essere più brillante. Ho provato a renderli orgogliosi, a dimostrargli che meritavo un posto tra i vincenti, ma sono rimasto sempre alle loro spalle e sapete perché? Perché quando ci sono gli O’Connor tutti spariscono, figuriamoci uno come me.
Io sono e resto il piccolo Evan.
E certe cose non cambiano.
E allora cosa fai quando non sei in grado di dimostrargli il contrario? Quando non puoi renderli fieri, cosa fai?
Fai quello che si aspettano: li deludi. Gli dai la versione peggiore di te. E ci stavo talmente bene in quei panni che non avevo alcuna intenzione di indossarne degli altri. Non avevo bisogno di loro e loro non avevano bisogno di me.
E poi.
E poi è arrivato quello che non mi aspettavo.
È arrivato quello che la vita aveva davvero in serbo per me.
E ci ho creduto.
E mi sono ritrovato.
E mi sono innamorato.
E le ho regalato l’unica versione di Evan Kane che meritava.
E ho fatto promesse. E ne ho fatte tante. E ho provato a mantenerle tutte, tranne l’unica promessa che mi aveva chiesto di non fare.
E ora lei non ci crede più.
Ho deluso l’ultima persona che avrei mai voluto deludere.
E ora non ci credo più neanche io.
Perché senza di loro non c’è niente in cui valga la pena credere.

Recensione di Sara B. – Evan di A.S. Kelly, volume numero 5 della serie O’Connors Brothers, appartenente al genere new adult/sport romance.

La fine deve arrivare, giusto? Prima o poi tutto finisce. Arriva un momento, quel momento, in cui bisogna dirsi addio e io, beh, ho davvero un problema con gli addii. Non li sopporto, non riesco a dire addio. Dovrei farlo anche con gli O’Connor? Non posso farlo. Però devo.
Evan è l’ultimo capitolo prima della fine della storia, quello che ti lascia addosso la malinconia, la voglia di leggere ancora. Evan rappresenta il punto metaforico di questa storia, la parola fine, ma io penso che non lo sarà mai davvero.

“Questa partita la giocherò da solo. Fino all’ultimo respiro. A costo di rubare anche il suo.”

Evan è un ragazzo, ha solo 21 anni, è il più giovane del clan O’Connor ed è un disastro. E’ un ragazzo alle prese con le difficoltà della vita, con i suoi sogni ed incubi, con le responsabilità e, soprattutto, le aspettative.
Quando hai a che fare con i fratelli O’Connor, loro diventano un punto di riferimento, un esempio, una guida. Per Evan è stato così. Dall’inizio abbiamo visto quanto avesse bisogno di questa famiglia allargata, di queste persone, di Ryan.
E come fai a dire alle persone che credono in te, che ti stimano, che sei solo una delusione? Come fai a guardare negli occhi questa famiglia e dire “ho fallito”? Come puoi ammettere di averli delusi, quando loro credono in te più di chiunque altro? Non puoi. Scappi. Ed è ciò che fa Evan. Scappa dal ragazzo che è, scappa dalla sua famiglia, scappa da tutto ciò che erano i suoi sogni e speranze. Evan si lascia tutto alle spalle, perché quando la pressione è troppa, quando le aspettative sono così alte, alla fine crolli. Crolli e scappi, diventi diverso, non sei più chi eri. Sei qualcuno che non è altro che una maschera, qualcuno capace solo di ferire gli altri, di tenerli a distanza per non deluderli ancora di più.
Quando tutto ciò che eri viene nascosto sotto strati di menefreghismo e cattiveria, chi può salvarti?

“Non ci voglio mettere nulla al posto suo. Non ci deve andare nulla. Devo restare così. Vuoto. Certe cose non si possono semplicemente sostituire ed io non ci voglio neanche provare.”

Ricordate Nick? Nick era una maschera. Evan è una maschera.
Ryan? Ryan è il cuore. Evan il suo l’ha nascosto.
Ian è la speranza, l’altruismo. Evan non riesce a vedere nulla che non sia un grande buco nero di paura e delusione.
Jamie è la calma, il cervello, la razionalità. Evan il suo essere l’ha affogato nell’alcool, per non sentire più nessun peso.
Evan è tutti loro messi assieme, è ogni difetto, è ogni paura. Evan è l’unione dei fratelli O’Connor. E forse è per questo che loro non possono abbandonarlo, che riescono a vederlo. Che lo capiscono. E’ per questo che lo portano all’esasperazione, che lo punzecchiano, che lo spronano. Perché lui è parte della famiglia e la famiglia non si abbandona. E grazie a questi quattro uomini, Evan pian piano tornerà ad essere la luce, ad essere quel ragazzo che ha fatto innamorare tutte noi, che è entrato nei nostri cuori e in quelli di ogni protagonista di questa serie.

“Parlo del fatto che mi piace come parla, quello che dice, il modo in cui descrive quello che fa. Il fatto che sorride a tutti, che è sempre di buonumore, che non la spaventa il lavoro né la vita, perché lo so che è così. Il fatto che sa tenere testa a tutti ma che non sembra un’acida stronza. Il fatto che non provi neanche lei a nascondere anche lei che io le piaccio. Perché le piaccio eccome e non c’è bisogno che me lo dica. E il bello è che le piaccio adesso, così. Le piace questo mezzo disastro che sono diventato. Ne le piace il promettente giocatore. Le piace il tuttofare di cucina con una gamba di legno. Le piace Evan.”

Noi lo sappiamo bene, quando tutto crolla l’unica mano che riesce a tirarti fuori dal baratro spesso è piccola, delicata e profuma di buono. E’ una mano di qualcuno che ti vede per ciò che sei, non per ciò che vuoi far vedere. E’ una persona che capisce, che aspetta, che ti ama anche quando non lo fai tu.
Kelly è quella mano.
Io non impazzisco per le protagoniste femminili dei libri, ma ogni ragazza di AS Kelly riesce a conquistarmi. Sono forti, indipendenti, non hanno paura di rischiare e mettersi in gioco. Non hanno paura delle difficoltà, le affrontano a testa alta. E Kelly si è unita a questo gruppo. Kelly è solare, è una di quelle persone che la guardi e puoi solo dire “è davvero una bella persona”. Kelly sorride. Kelly non si arrende alle difficoltà, lotta e fa tutto ciò che può per prendersi cura di una persona che è parte del suo cuore.
Kelly è eccezionale e quest’ultimo libro non poteva che avere una protagonista perfetta. Unica. L’unica capace di riportare in vita Evan.

«So che voi donne siete capaci di fare miracoli, perché è successo a me» ora mi sorride. «E non le sarò mai abbastanza grato per tutto questo» solleva le mani. «E poi ho visto come lo guardi tu» conclude, facendomi arrossire per l’imbarazzo. «E so cosa vuol dire. Quindi ti chiedo, da genitore a genitore, riportami il mio ragazzo, perché mi manca da morire.»

La storia mi ha davvero stupita. Io non mi aspettavo tutto ciò e devo ammetterlo, ad un certo punto il mio cuore si è spezzato. Chi ha già letto gli altri libri può capire se dico che ad un certo punto avevo davvero bisogno di prendere tutti questi ragazzi e abbracciarli, dirgli che pian piano il dolore sarebbe diventato qualcosa con cui convivere. Perché non ce l’ho fatta più e sono diventata una fontana, ero a pezzi come Evan, come gli O’Connor. L’ho provato sulla mia pelle, quel dolore. Nel mio cuore. E cavolo, dopo due giorni ancora non riesco a non provarlo nuovamente scrivendo la recensione.

«Io non pensavo fosse così l’amore.»
«Così come?»
«Come se ti fosse sempre mancato un pezzo e poi, all’improvviso, non ti manca più.»

Questo libro, l’ultimo, ha un gusto dolce amarlo.
Chi lo ha già letto mi capirà, chi ancora non l’ha fatto si prepari a dire addio, si prepari ad arrivare alla fine. Anche se probabilmente questa non è davvero la fine. E’ un arrivederci, un saluto sussurrato all’orecchio con tanto di abbraccio stritola ossa. E’ come gli arrivederci in aeroporto: qualcosa che fa male, ma sai che prima o poi rivedrai quella persona, anche per un attimo, ma la rivedrai. Un po’ come abbiamo visto i ragazzi della serie Four Days nel libro di Jamie, un attimo ma capace di ridarti il sorriso.
Un’altra cosa che amo è come nessuno venga lasciato da parte. C’è Ian, con Riley. C’è Nick con la sexy Casey. C’è Ryan con Chris, Martin e Jamie (questi due mi hanno fatta morire di risate ma anche di speranza, vi avverto), una schiera di bambine pronte a conquistare il mondo. C’è la famiglia.

“Certe cose non è il sangue a dettarle. Certe persone nascono legate, in sintonia; tra alcune persone c’è una complicità innata che non troverai mai con gli altri e certe persone, le ami e basta, perché arrivano nella tua vita come un tornado e non hai la forza e neanche la minima intenzione di liberartene.”

Evan aveva bisogno di perdersi, per ritrovarsi. Per tornare a casa.
Noi abbiamo bisogno di dire addio a questa serie, per prepararci a leggere il prossimo libro di AS Kelly, che non vedo l’ora di avere tra le mani.

«Non rovinarmi il momento.»
«Che momento?»
«Il momento in cui m’innamoro un’altra volta di te.»

bellissimo

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