Eva sbagliata di Karen Kokeshi

Eva sbagliata
Trama Eva ha ventiquattro anni, un aspetto dimenticabile, un senso di inadeguatezza perenne e l’impressione di non padroneggiare per niente l’arte di stare al mondo. Per fortuna ha una certezza nella vita: l’amore per il suo fidanzato. Eva ci sta insieme da quattro anni e il loro rapporto è il principale elemento di stabilità, forse l’unico che non la fa sentire sbagliata. Tutto cambia quando lui si trasferisce in Danimarca per motivi di lavoro, cogliendo l’occasione per chiudere a monosillabi la storia con Eva. Le settimane che seguono l’abbandono sono per lei un vano tentativo di contenere la disperazione, che sfocia però in un incendio accidentale e nel licenziamento. In breve le restano solo Ning, la sua coinquilina, e la madre Lucia, che è sempre stata la sua fan numero 1. Ma Eva non si dà pace, ha bisogno di risposte. Così decide di dare il via a un viaggio rocambolesco verso Copenaghen in cui niente va come deve andare, a partire dal primo compagno di viaggio, Martin, un life coach mitomane con cui condividerà un pezzo di strada in macchina. Tra incontri grotteschi e divertenti, risse da bar, treni persi, furti ed esperienze di premorte, Eva arriva nella capitale danese miracolosamente tutta intera, con il preciso scopo di rivedere l’ex e avere finalmente l’ultima parola, quella giusta, quella dettata dal cuore.
Eva sbagliata di Karen Kokeshi, libro di narrativa pubblicato lo scorso 15 febbraio da Mondadori.
A che cosa si è disposti per amore? Che cosa ce ne facciamo di orgoglio e dignità quando abbiamo poco più di vent’anni e pensiamo di aver trovato l’amore? Ma soprattutto come reagiamo quando il ragazzo che pensiamo essere l’uomo della nostra vita ci molla all’improvviso con due parole in croce balbettate e nessuna spiegazione? Lo sa bene Eva, milanese, ventiquattrenne, un lavoro precario e poco soddisfacente come commessa in un negozio di articoli per la casa, un senso di inadeguatezza costante che la fa sentire perennemente sbagliata e un’unica certezza, un punto fermo, il baricentro della sua stabilità: il suo fidanzato da quattro anni. Con lui si sente protetta, sicura di se stessa, felice. Ma tutto cambia quando lui le comunica che ha trovato lavoro in Danimarca e la loro storia è arrivata al capolinea. Così, senza troppi giri di parole, Eva si ritrova di punto in bianco sola a cercare di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Non può concludersi in questo modo una storia d’amore, il rapporto che sembrava solido merita una spiegazione più ampia di due parole sussurrate e senza possibilità di un confronto. No, Eva non può assolutamente essere scaricata così, e quando in preda alla disperazione si fa licenziare dal negozio in cui lavora, a causa di una coperta alla quale era legata, e nella spirale discendente di dolore dà quasi fuoco alla casa che condivide con la sua coinquilina Ning, ecco la soluzione a portata di mano: raggiungerà Ugo – nome inventato e non quello reale del fidanzato che l’ha mollata – a Copenaghen. Nella capitale danese, il ragazzo dovrà spiegarle in maniera esauriente perché non vuole stare più con lei. Una decisione folle peggiorata anche da due certezze: Eva ha paura di volare e le sue finanze sono all’osso. Non può permettersi il viaggio ma è disposta ad andare. Affitterà un passaggio con un compagno di viaggio, condividerà con lui un pezzo di strada, e poi tappa a tappa con treni notturni fino all’agognata destinazione. Sulla carta decisamente un’idea geniale, nei fatti un vero disastro, l’inizio di una serie di disavventure rocambolesche. Il suo primo compagno di viaggio è Martin, un life-coach con idee strampalate sui rapporti interpersonali che a tratti ha atteggiamenti da serial killer. Per fortuna, Eva dovrà stare in auto con lui solo per poche ore. Ma archiviato Martin procede tutto liscio come l’olio? Certo che no, Eva perderà il treno per la tappa successiva, si farà rubare i bagagli, verrà coinvolta in una rissa in un bar e riuscirà ad arrivare a Copenaghen? Se ve lo racconto tutto, che gusto c’è? Scopritelo da soli, non ve ne pentirete.
Questo libro ha spalancato una voragine nei ricordi del passato. La me ventenne si è riconosciuta in Eva totalmente, nelle sue insicurezze, nella totale mancanza di orgoglio. Eva vuole qualcosa e non esita a correre per andare a riprendersela. Siamo state tutte mollate almeno una volta nella vita, ci siamo disperate, ci siamo imbruttite, abbiamo cercato delle risposte mentre annegavamo nelle nostre lacrime con barattoli giganti di gelato come consolazione e in cuffia la stessa canzone ascoltata in loop. Ma, a differenza nostra, Eva reagisce, si concede giusto un giorno di sconforto. Poi si rialza e parte all’inseguimento del suo “Ugo”. Rincorre la sua emozione pura e poco importa se per strada perderà la dignità, fa tutto parte del bagaglio di esperienze che ci portiamo dietro. In amore non c’è orgoglio che tenga, ma una cosa è certa, e lo dice la me quarantenne con un figlio adolescente che si affaccia ai suoi primi tormenti d’amore: un giorno guardando indietro rideremo dei nostri fallimenti, ci sorprenderemo a darci delle stupide perché abbiamo permesso al lui di turno di calpestarci, di non aver curato i nostri sentimenti.
Esordio letterario della veronese Karen Kokeshi, al secolo Karen Casiraghi, che si è cimentata con il suo primo romanzo. L’autrice ammette senza falsa modestia di non essere una scrittrice, ma di aver sempre voluto scrivere fin da quando era piccolina. Conosciuta dai giovanissimi come la youtuber dai capelli blu, Karen ci regala un romanzo fresco, che si legge in una manciata di ore e che lascia in bocca un sapore dolcissimo, quello della nostra adolescenza, dei ricordi del passato, dell’essere timidi e insicuri, del rincorrere fino in capo al mondo ciò che vogliamo. Se volgiamo lo sguardo al passato abbiamo tutti morso la vita con decisioni che ci sembravano giuste, ma che gridavano pericolo con un neon potentissimo puntato sopra. Karen ci ha dato modo di ripensare a come eravamo e lo ha fatto con un romanzo per molti versi esilarante. Brava