Englishman di Veronica Deanike Baudelaire

Alexander FitzMaurice III, Lord della camera dei Pari, discendente ed erede unico di una tra le più antiche e nobili casate d’Inghilterra.
Il viso sfregiato, che offende la bellezza algida e austera, gli ricorda, ogni giorno, il suo fallimento.
“Non sono riuscito a salvarle.”
Il tormento dell’anima lo avvolge come una coperta scura e regala, a chi lo guarda, la sinistra consapevolezza della sua pericolosità.
“Sono pronto a tutto. Quella bambina è come una figlia per me. Piccola peste… Ha trovato la chiave del mio cuore, ammesso che io ne abbia uno.”
Una donna irrompe nella sua vita.
Messicana di nascita, americana del Bronx nel temperamento.
I suoi modi irruenti, la lingua tagliente e la brutta abitudine di essere fin troppo sincera, lo irritano profondamente, ma ha bisogno di lei. Deve tenere duro e tollerarla fino a quando tutto non sarà finito. E poi, forse, prima di restituirla alla sua vecchia vita, si concederà la soddisfazione di dimostrarle che non è l’uomo che lei lo accusa di essere. Un uomo di ghiaccio.
Oh sì, quella sarebbe stata la parte più divertente.

Recensione a cura di Dalia – Englishman di Veronica Deanike Baudelaire, pubblicato self il 15 giugno 2019

Smeraldine, prima di iniziare a parlarvi di questo romanzo vorrei fare una piccola precisazione: non ho mai letto nulla di questa autrice, pertanto, durante la lettura non sono stata influenzata da nessuna aspettativa o remora e ho potuto godermi, in assoluta tranquillità, questo bellissimo romanzo che mi ha dato modo di scoprire un’altra valida autrice italiana, di cui recupererò i romanzi precedenti quanto prima.

Ma veniamo a noi, la storia prende il via quando ad un uomo che insegue qualcuno accade qualcosa di brutto, durante una notte londinese senza Luna. In questo antefatto non ci è dato modo di sapere chi è chi, e chi cerca chi, perché tutta l’azione viene bloccata da un colpo di pistola. Qualche anno più tardi, nel cuore di una notte ancora più buia, un telefono squilla nella dimora dei FitzMaurice, annunciando una questione della massima urgenza al padrone di casa. Ed è qui che facciamo la conoscenza di Alexander FitzMaurice III, Lord della camera dei Pari. Alexander è degno figlio della classe a cui appartiene, ha un portamento altero, un’educazione rigida e una bellezza algida, profanata, però, da una cicatrice che gli deturpa tutto il viso, risultato di quella notte di tanti anni prima in cui non è riuscito a compiere il proprio dovere. La questione della massima importanza con cui si troverà a fare i conti è una bambina di cinque anni, sua nipote, abbandonata davanti al consolato messicano come una bambola di stracci. Grato per aver ritrovato almeno lei e di poterla finalmente abbracciare, non esita un attimo a portarla nella casa avita e a cercare qualcuno che possa aiutarlo nel difficile compito di far breccia nel cuore e nella mente della piccola per scoprire qualcosa in più e riportare a casa anche sua sorella.

La scelta cade su Jennifer, giovanissima psicologa di origini messicane, che mal sopporta tutto quello che ha a che fare con l’alta società. L’incontro tra i due è sorprendente per entrambi. Lei, guardandolo vede l’uomo e non la cicatrice che gli squarcia il viso… né è affascinata, estasiata, contrariata, avviluppata…

         “Il desiderio di svelare il mistero che aleggiava intorno ad Alexander la portava costantemente a provocarlo, a scavare, a cercare, scuotere.”

Alexander, con tutta la sua classe, la padronanza di sé e la maturità e malgrado tutto questo, se ne sente attratto oltre misura, né è sconcertato.

         “Non gli era mai capitato di avere a che fare con una donna simile. Tutte le sue partner avevano sempre evitato di guardargli apertamente lo sfregio: alcune se sorprese a fissarlo, avevano la decenza di arrossire e abbassare lo sguardo, altre, invece, facevano fatica a non mostrare ribrezzo.”

Ma Jennifer non è così, lei anela a toccarlo, a baciarlo a tenerlo stretto a sé, senza capirne il motivo, soprattutto visto il distacco con cui lui cerca di tenerla a distanza.

Il loro provocarsi reciproco non è solo voglia di prevaricare sull’altro, ma un modo come un altro per stuzzicarsi, conoscersi più a fondo, cercare di stemperare quello che iniziano a provare. A mio modesto parere, a soffrirne di più è proprio Alexander: l’onore del suo lignaggio, il rispetto per una donna che è una sua dipendente e la paura per quello che dovrà affrontare, gli impediscono di lasciarsi andare. La sua priorità è la famiglia, la nipote ritrovata, la sorella ancora da salvare, un impero da gestire e soprattutto vendicare ciò che gli è accaduto in passato. Ma Jennifer è una tentazione troppo forte, troppo bella…

         “Lei era così giovane, spontanea, fresca. Un’onda leggera, fuori stagione, quando il sole non l’ha ancora scaldata: piacevole e molesta nello stesso istante.”

Per Alexander lei è troppo e il troppo va assaggiato, degustato, sorseggiato a piccoli e grandi sorsi. La passione fra loro, quando finalmente vi cederanno, e incontenibile, insaziabile, per Jennifer è anche qualcosa in più, un sentimento che non osa confessare nemmeno a se stessa soprattutto per la consapevolezza di non essere nulla paragonata a lui, di far parte di due mondi diametralmente opposti.

Credo di avervi dato più di un assaggio dei due protagonisti principali, due figure ben delineate sotto ogni aspetto e sfaccettatura. L’autrice ne ha tratteggiato con perizia ogni singolo atteggiamento, ogni paura nascosta e ogni debolezza. Ha saputo rendere l’algido signore del maniero uno zio dolce e affettuoso, pronto a dare in cambio la sua vita per le persone che ama.

Naturalmente il libro contiene tanto altro di cui non ho voluto parlarvi per non anticiparvi nulla, sappiate solo che la storia mantiene tutte le premesse che l’autrice ha seminato dall’inizio, creando aspettativa e palpitazioni nella mente e nel cuore del lettore e dando vita a personaggi secondari che, in alcuni momenti, hanno quasi rubato la scena ai protagonisti principali. Mi raccomando, durante la lettura, riservate uno sguardo particolare a Lui. Ve lo assicuro, non ve ne pentirete.

         “Ti voglio per quello che sei, la cicatrice che porti non ti rende deforme, è il bacio che la verità crudele, ha voluto posare sulla maschera che fin da bambino ti hanno imposto. Parla di te più di quanto non lo facciano i blasoni e le buone maniere, i doveri, l’onore e il rimorso.”

5 stelle

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