El Diablo di M. Robinson
Titolo: El Diablo (The Devil #1)
Autrice: M. Robinson
Genere: Mafia Romance
TRAMA:
Ero spietato.
Ero temuto.
Avevo sacrificato me stesso.
Lei.
Ogni cosa…
Vivere in un mondo in cui valgo più da morto che da vivo è stata una mia scelta. Sono un uomo terribile, e non ho mai aspirato a essere nulla di diverso. Ho fatto cose di cui non sono fiero. Ho visto cose che non dovrebbero essere viste. Ho causato dolore a cui non posso rimediare.
È sempre stata una mia scelta.
Ogni decisione.
Ogni ordine.
Che fosse giusto o sbagliato, non aveva importanza.
Fino a lei. Era sotto la mia protezione, finché non è diventata la mia ossessione. Ma chi l’avrebbe salvata…
Da. Me. Stesso. Io, il diavolo. Il fato ci ha fatto incontrare. Il destino ci ha distrutti.
Recensione di Sara B –“Mi dispiace così tanto, cazzo. Non posso tornare indietro. Non posso cambiare le cose che ho fatto. Sono chi sono. E’ troppo tardi, l’oscurità ha preso il sopravvento. La possiedo ora, e lei possiede me.”
El Diablo è un mafia romance autoconclusivo. Fa parte di una serie a sé, composta unicamente da questo libro. L’aggiunta dell’autrice, a fine libro, che lascia intendere un seguito, è la preparazione per un’altra serie spin off, con altri protagonisti che abbiamo conosciuto. Quindi, a questo punto, godetevi questo libro, ogni singola emozione che può scatenarvi dentro, perché Alejandro Martinez darà il meglio e il peggio di se durante la lettura di questo libro, di questo viaggio attraverso la sua vita.
Questo, infatti, è il suo libro. E’ il libro che racconta come Alejandro Martinez sia diventato EL Diablo, di come un ragazzino sia diventato uno degli uomini più potenti e corrotti al mondo.
“Ero stata testimone di entrambi i lati di quest’uomo bellissimo. Il buono e il cattivo. Paradiso e inferno. L’amore…. E ora mi stava mostrando il suo odio. Il Diavolo non era più sedato.”
Parliamo della struttura: questo libro è diviso in 4 parti. Ognuna racconta una parte della vita di Alejandro, del suo cambiamento, di ciò che ha vissuto e vivrà. Ogni parte sarà capace di farci conoscere un lato di lui, ma mai davvero tutti, perchè EL Diablo ha così tante personalità quante sono le fiamme dell’inferno. Stare dietro al suo pensiero, alle sue azioni, alla sua crescita non è semplice. Stiamo parlando di un mondo corrotto, oscuro. Un mondo pericoloso che non lascia nulla a chi ne fa parte, che è capace di distruggere e cambiare le persone, per qualche mese o forse per sempre. Per altri, invece, questo mondo è l’unica salvezza.
“Semmai, era la mia salvezza. L’unica cosa buona che avessi nella mia vita. Amore e disperazione. Desiderio e senso di colpa.”
Nella prima parte troviamo Alejandro, un ragazzino, alle prese con l’adolescenza e tutto ciò che comporta. Alle prese con le prime cotte. Alle prese con la brutalità del mondo in cui vive: violento, imprevedibile, capace di toglierti ogni cosa, capace di distruggere l’innocenza dentro un bambino.
Leggendo i primi capitoli, dopo aver tanto sentito parlare di El Diablo e Lexi, ammetto di essere rimasta sorpresa trovando una certa Sophia. E, sicuramente, rimarrete interdetti anche voi nel leggere questa prima parte. Non avevo messo in conto di trovarmi davanti un giovane Martinez innamorato, pronto a lottare con i denti per la donna che ama, per rimanere con lei nel suo mondo. E’ stato strano. Però è servito. E’ servito a capire quanto Alejandro ci abbia provato, ma che non era pronto a sopravvivere in quel mondo e proteggere la donna che amava da ciò che quel mondo poteva comportare. E’ stato straziante, ad un certo punto, leggere questa parte. E’ stato doloroso, e non sono riuscita a trattenere le lacrime. Ho pianto con Alejandro, per tutto ciò che quel mondo pericoloso e la vita di suo padre gli hanno portato via.
«Non riesco a immaginare la mia vita senza di te. Preferirei morire piuttosto che vivere un giorno senza vedere il tuo bel viso. Ho bisogno di te, e questa è una cosa spaventosa per un uomo come me. Non dovrei portarti in questa vita, in questo mondo, ma non riesco a lasciarti andare. E non lo farò. Sei l’unica cosa che ha un senso per me, l’unica cosa che appartiene a me e a nessun altro. Non ho intenzione di stare qui a raccontarti stronzate. Non sono un brav’uomo, Sophia, ma tu mi fai venire voglia di esserlo.»
Nella seconda parte, invece, iniziamo a capire bene cosa significa essere EL Diablo. Quanto potere abbia, quanto sia importante, ma anche quanto sia solo e chiuso Alejandro. Quanto la sua anima sia oscura, nera. Non gli importa di nulla, tranne di ciò che serve per renderlo ancora più potente. Quanto sia inebriante la vita che conduce, ma questa vita alla fine non gli lascia nulla.
“Mi sentivo alla deriva, dissolvendomi nel nulla. Spezzata in due. Un residuo freddo della bambina che una volta ero stata. Un bocciolo dell’innocenza trasformarsi in polvere. Io non esistevo più ed ero niente. Volevo urlare. Volevo piangere. Volevo spingerlo via. Non feci nessuna di queste cose. Niente. Me ne stavo lì e lo accettavo. Lo lasciai fare. Lo lasciai giocare con me come se non fossi altro che il suo giocattolo.”
E qui, lo ammetto, ho pianto di nuovo. Ho pianto per una bambina, per la sua vita. Ho pianto perché non ho potuto fare altro, perchè non riesco nemmeno a pensare, a immaginare, cosa significhi essere una bambina e crescere a quel modo. Quale bambina, vi starete chiedendo. Beh, non posso che lasciarvi senza risposta, perché anche io non ne ho avuta una fino a molte pagine dopo.
“C’era qualcosa di animalesco nel modo in cui mi fissava. Quasi come un leone, prima di attaccare la sua preda, adescandomi con i suoi occhi e il suo atteggiamento accattivante.”
La terza parte del libro. E’ quella che, finalmente, ci permette di conoscere davvero El Diablo, che ci permette di conoscere Lexi e cavolo, amarla. E’ una dura, è pronta ad andare all’inferno e farne ritorno, per non permettere più a nessuno di ferirla. E’ pronta a combattere, è ironica e non ha peli sulla lingua. E’ impertinente, non ha intenzione di stare zitta e.. insomma, io l’ho amata. E’ quel tipo di protagonista che cerco nei libri: la donna forte, decisa. E’ un’anima sola, chiusa al mondo. E’ un’anima che trova affinità con la peggiore al mondo: quella di Alejandro. Quando, però, due anime si trovano, si riconoscono, allontanarsi e spezzare questo legame è impossibile. E’ doloroso, è un legame viscerale e probabilmente, scegliersi è la decisione più sbagliata che possano fare, ma anche l’unica che riescono a prendere.
Ho sofferto, ho gioito, ho vissuto la loro storia.
“Ero lì in piedi, esposta al diavolo, in reggiseno e mutandine. Lui sedeva sul divano più nudo di me, anche se era completamente vestito.”
La quarta parte è ciò che mi ha delusa. Già, non lo credevo possibile, ma è successo. Will è un personaggio secondario, appare per poco, ma non ho trovato giusto far sparire i sentimenti e ciò che è stato come se niente fosse. La storia è dolce, lo ammetto. Ma non ho trovato giusto la scelta di superare tutto quanto dal giorno alla notte. Questa parte, inoltre, è difficile da mandare giù. E’ un susseguirsi di emozioni contrastanti o, almeno, lo è stato per me.
“La allontanavo. Volevo che mi odiasse. Sarei morto piuttosto di lasciare che le accadesse qualcosa. Ogni diavolo ha bisogno di un angelo. E lei era il mio.”
Ero arrabbiata, poi felice, poi triste e di nuovo arrabbiata. Ho sperato, ad un certo punto, finché la verità è venuta a galla. Qui, lo ammetto, devo inchinarmi davanti alla maestria dell’autrice di rendere questa storia un intreccio di trame così fitto e intrigante. Un intreccio capace di farti pensare di tutto, ma che poi quando verrà svelata ogni cosa, capace di lasciarti a bocca aperta, di stucco. Per alcune cose puoi pensare “le ho indovinate” ma altre., altre sono una rivelazione.
“Si dice che i delitti passionali avvengano in un istante. In un battito di ciglia così rapido, che si potrebbe perderlo. Una persona può essere spinta sull’orlo della follia, restare sospesa ai margini. Io volevo solo che lui smettesse di parlare. Non volevo più ascoltare le cose ignobili che stava sputando fuori in modo così spaventoso. Lo avevo implorato, supplicato di fermarsi. Non ho mai voluto fargli del male. O forse.. Lo volevo.”
Un’altra cosa che, però, mi ha lasciato l’amaro in bocca, è stata la parte finale. Il salto temporale tra il penultimo capitolo e l’ultimo.
Non l’ho trovato giusto verso noi lettori: siamo cresciute con Alejandro, con EL Diablo. Abbiamo conosciuto Lexi e partecipato alla sua crescita lavorativa ed emotiva, abbiamo gioito con lei quando i suoi sogni si sono realizzati. E, nel salto temporale, io ho perso tutta la crescita emotiva di Alejandro. Nell’arco di una pagina è cresciuto, è cambiato e.. me lo sono persa. E’ questo che ho percepito, arrivata a leggere l’ultima riga. Mi sembrava di aver perso un pezzo, che la possibilità di leggere qualcosa mi fosse stata strappata via.
“La sensazione di stringerla tra le braccia. Sentire il suo odore. Lo sguardo nei suoi occhi. Mi arresi. Sorrisi e risi con lei, godendo del fatto che, per la prima volta dopo molto tempo, ero felice. Con lei.”
In fin dei conti, io ho amato Lexi. Tranne nelle ultime pagine. Ho amato il suo coraggio e beh, la forza che ha trovato dentro di se di perdonare ancora e ancora. Di accettare il rischio.
Io, probabilmente, non l’avrei fatto. Sono fatta così, quando le persone mi feriscono così tanto, così profondamente e ripetutamente, io non riesco più a perdonare. Metto davanti me stessa. Ma questa non è la mia storia. E’ la storia di due anime tormentate, una storia difficile da leggere e da accettare, una storia dove la felicità è qualcosa che sembra così lontano e irraggiungibile. Possiamo solo cercarla e trovarla nelle piccole cose, nei piccoli gesti. Possiamo fidarci dell’ignoto, accettando che l’ignoto può farci a pezzi.
«Aspetta, lasciami finire,» lo interruppi, fermando le sue mani. «Quello che ti sto per dire potrebbe ferirti, ma a questo punto.. davvero non m’importa. Non mi fido abbastanza di te da pensare che non ferirai di nuovo. Mi hai spezzato il cuore troppe volte. Infatti, qualcuno potrebbe pensare che sono pazza a essere venuta qui. E probabilmente avrebbe ragione.»
E io, infatti, sono tra queste persone.