E questo cuore non mente di Levante
Trama Tra inseguimenti, confessioni notturne e ricordi che esplodono come coriandoli, il nuovo romanzo di Levante racconta il coraggio di guardarsi dentro e di seguire senza riserve il filo caotico dei nostri pensieri. Inquieta, indomabile. Ma anche indifesa, brutalmente sincera, forse pure un po’ antipatica. Questa è Anita: una donna come tante che somiglia solo a se stessa. Nel lavoro ha successo, è una giornalista affermata, ma in amore colleziona disastri. L’ultimo in ordine di tempo si chiama Marco, “nessun segno particolare, non un tatuaggio, non un piercing alle orecchie, al naso, niente. La faccia di uno che non attira l’attenzione. Piaceva a tutti, non se lo ricordava nessuno”. Lei però se lo ricorda bene. Ricorda quando lui l’ha fatta ridere per la prima volta, sotto un cielo blu di Prussia, con un gin tonic in mano e la testa leggera leggera. Ricorda le caffettiere che preparava solo per lei, per non farle mancare la colazione. Ma ricorda anche i silenzi terribili, carichi di risentimento, con cui la chiudeva fuori dal suo mondo senza darle spiegazioni. Perché ogni storia d’amore è così: per comprenderla tutta, bisogna cominciare dalla fine. E adesso che anche con Marco è finita, dopo tante tempeste e uomini sbagliati, Anita desidera soltanto salvarsi il cuore, metterlo al sicuro. Per curare l’anima dalle ferite del passato e abbracciare, finalmente, la scatola nera delle sue emozioni.
E questo cuore non mente di Levante, libro di narrativa contemporanea pubblicato da Rizzoli lo scorso 8 giugno.
Quando scopro l’uscita del nuovo libro di Levante mi fiondo a pesce senza nemmeno leggere la trama. Dovete sapere che ho una predilezione per questa artista, la seguo dagli esordi ed ho visto più di un suo concerto -trascinandoci perfino marito e suocera-. Di Levante oltre al grande talento amo la capacità di crederci sempre: rischiando, cadendo e nonostante tutto riuscendo a rinascere, per poi riversare tutti i sentimenti in flussi di coscienza sul pentagramma.
Lo dico sempre, se potessi scegliere, in un’altra vita vorrei essere Claudia Lagona in arte Levante.
Detto questo rimane un problema: ho preso E questo cuore non mente senza sapere che è il proseguo di Se non ti vedo non esisti. Un dramma a metà, perché questo primo libro già stazionava sulla mensola di casa da troppo tempo e quale momento migliore per iniziarlo se non questo? E poi via per direttissima con il secondo.
La protagonista è Anita, una giovane donna come tante, redattrice di una rivista di moda con una carriera molto ben avviata. Infelice della sua vita coniugale, lascia Jacopo dopo una serie di scelte infelici che la portano a ferire non solo gli altri ma anche sé stessa. Perennemente inquieta, indecisa ma determinata, spesso egoista e ingorda, ma certamente insicura e anche autolesionista, Anita mostra attraverso le pagine mille versioni di sé stessa -le sue mille me, come le descrive lei-.
Il punto di rottura per Anita arriva con la consapevolezza di aver sbagliato tutto con il marito. La frana che subito dopo si abbatte sul suo matrimonio è tanto rovinosa da gettarla direttamente in un dirupo. Non sa più cosa aspettarsi dalla vita, figuriamoci da sé stessa. Così, incapace di prendere una decisione, affronta i problemi ignorandoli, creandone altrettanti, lasciandosi coinvolgere in nuovi incontri -prima con Filippo e poi con Flavio- che la porteranno solo a complicare ancora di più le cose.
Ma in amore, collezionando un disastro dietro l’altro, finirà per perdersi definitivamente arrivando alla conclusione che, reiterando certi tipi di comportamenti, sta solamente evocando schemi impressi nei recessi della sua mente.
“Tutti devono sapere chi sei”
Chi sarei mai stata io? Una cretina che si era invaghita di un uomo senza talenti?
Certo che sì. Fu dura ammettere di aver preso un grande abbaglio, fu dura ammettere che mi ero lasciata ingannare da un uomo che non brillava per nulla, che non avrebbe brillato nemmeno se l’avessi immerso nell’acqua e ci avessi puntato contro il sole più caldo di Roma.
Ed è a questo punto che in E questo cuore non mente ritroviamo Anita alle prese con l’ennesimo caso umano, tale Marco -il tipico ragazzo che piace a tutti ma di cui non si ricorda mai nessuno-, che cattura la sua anima fragile alle prese con nuovi interrogativi esistenziali.
I silenzi di Marco obbligano Anita a rivedere i confini della relazione, tra ciò che crede sia giusto e ciò che forse invece è solo un’abitudine imposta, tornando ancora una volta al principio per cui una relazione, per essere sana, si deve basare su un’equazione sentimentale perfetta. E quando all’ennesima porta chiusa il ricordo di lui, e dei piccoli gesti vissuti assieme, torna con prepotenza, Anita si interroga.
Consapevole di aver toccato veramente il fondo, tra inseguimenti, confessioni notturne e ricordi, scava alla ricerca del vero significato di ogni storia d’amore, che diventa comprensibile solo dopo che è finita. Ed è proprio così che la fine della relazione con Marco diventa per Anita un punto nuovo, uno slancio dal quale ripartire. La risalita della china è difficile e per imparare ad amarsi occorre anche abbandonarsi alle ferite del passato, per poterle finalmente dimenticare.
E questo cuore non mente è il ritorno di Anita, l’antieroina tanto antipatica quanto sincera che viviseziona fino all’osso tutto quello che è stato, per cambiare quello che sarà. Un atto di coraggio, un’immersione profonda e potente nella scienza dell’emozione, dove la mente è il cuore di tutto. Perché fare pace con sé stessi invita a fare pace con il passato e l’unico modo per riuscirci è guarire le ferite ed il dolore dell’infanzia trasformandoli in forza e consapevolezza. L’ Anita del presente prende finalmente per mano la bambina che è stata riconciliandosi con dolori e traumi che l’hanno ferita profondamente e i cui effetti si sono espansi nel tempo come cerchi concentrici nell’acqua.
Levante usa un linguaggio poetico e speciale, chiaro e diretto, trasudando un potere evocativo nelle parole quanto nelle canzoni. Non è certamente un capolavoro della letteratura moderna ma apprezzo moltissimo lo sforzo, questo mettersi in gioco e provare nonostante tutto.
Non sapevo cosa aspettarmi ed alla fine non sono rimasta delusa. Mi sono rivista immediatamente nella protagonista durante gli scivoloni amorosi e la caduta psicologica, non sono una di quelle persone che mettono la polvere sotto al tappeto ma conosco la disperazione e la brutta sensazione di aver toccato davvero il fondo.
Questo è sicuramente un romanzo che fa rattristare, preoccupare, affezionare, commuovere, riflettere, gioire. È un flusso di coscienza ed emozioni senza fine, non sempre belle ma tant’è: quel che è certo è che ti rimescola dentro. Non è forse questo che deve fare un buon libro?