Dragan di Summer Lee
Trama Amity capì quanto Dragan fosse pericoloso. Non cattivo. Pe-ri-co-lo-so. Pericolose sono le corse in moto, i salti nel vuoto, le nuotate tra le rapide, l’adrenalina e la paura, l’eccitazione e il tormento.
Dragan è un ex marine reduce da un attentato terroristico in Afghanistan che gli ha causato una perdita parziale della memoria.
Amity è una violoncellista che ha lasciato Londra per allontanarsi da una famiglia opprimente e trovare la propria strada.
Una serie di circostanze li costringe a vivere nella stessa casa per un periodo: la convivenza forzata, costellata di battibecchi e imprevista attrazione, li avvicina sempre di più, rivelando profonde affinità e dolorosi segreti.
Quale alchimia può nascere fra un ex soldato rude, sarcastico, che non vuole legami e una sensibile musicista che crede ancora nell’amore?
Dragan di Summer Lee, contemporary romance autoconclusivo pubblicato lo scorso 11 maggio da More Stories.
Avete presente la sensazione di leggere un libro e sentirsi a casa? E non perché trovate delle analogie con i personaggi, ma perché piuttosto vi sentite come se li conosceste già, anche se è la prima volta che leggete di loro.
Ecco come mi sono sentita io pagina dopo pagina, con la consapevolezza che più andavo avanti con la lettura, più percepivo che era proprio il tipo di storia che desideravo leggere.
Dall’età di sei anni – anno in cui la madre morì – Amity si è sempre sentita dire che non fosse abbastanza… qualcosa: “non abbastanza obbediente”, “non abbastanza ordinata”, “non abbastanza brava a scuola”. E non ci si fermava mica alle sole parole, Amy ricorda benissimo le punizioni inflittele dalla matrigna per non essere stata abbastanza qualcosa.
«Che ti è successo?» le chiedo.
«Mi hanno frantumata» mi dice.
«Non mi sembri una che si lascia frantumare tanto facilmente.»
Ha sempre taciuto al padre la verità, fino al giorno in cui Margot – la matrigna appunto – non le danneggia volontariamente il violoncello che la ragazza ama suonare – unico ricordo rimastole della madre persa in un incidente aereo – e così decide di ribellarsi e di raccontare tutto. Ma come ci si può aspettare da questi casi, il padre non le crede, e allora Amy reagisce: abbandona il college, lascia Londra e compra un biglietto di sola andata per New York, uscendo così dalla vita di un padre debole e di una matrigna che, probabilmente, aveva sempre visto in lei una minaccia perché troppo simile, in tutto, alla defunta ex moglie amata dal marito.
Ma da quel giorno Amity ne ha fatta di strada!
Oggi ha ventidue anni, è una ragazza indipendente e per mantenersi fa due lavori: la mattina pratica musicoterapia in una casa di riposo per anziani, suonando il suo adorato violoncello, nel pomeriggio lavora in un negozio di musica ben lontana dal genere che suona. Come due lati della stessa medaglia, Amy si sente divisa in due, da un lato anonima violoncellista, dall’altro fata oscura barra commessa.
Senza tacchi è minuscola, talmente minuscola che potrei nasconderla in un abbraccio.
No, non sto pensando di abbracciarla, sto pensando che mi basterebbe poco per spezzarla in due.
Dragan aveva appena compiuto diciotto anni quando ha deciso di arruolarsi nei Marine e di diventare un eroe. Scelta che con gli anni ha imparato a rimpiangere, perché la pace non esiste, così come non esistono gli eroi, ma solo uomini distrutti dalla morte e che vivono di rimpianti. La decisione di abbandonare quella vita arriva come un fulmine a ciel sereno, un’immediata consapevolezza in un giorno come un altro, poi… un boato e nulla più!
«Non è colpa tua se sono morti.»
«Non lo è, però…»
«Però quello che ci succede ci rende chi siamo e tu vai bene come sei.»
«Sei la prima a dirmi una cosa del genere.» Per tutti c’è sempre qualcosa che non va in me.
«Sono pure la prima a dirti che non è colpa tua se sei sopravvissuto?»
Non le rispondo e respiro piano, non le rispondo e credo che ’sta ragazza sia molto simile alla musica: ti entra dentro anche se non vuoi.
Dragan oggi ha ventisette anni, una cicatrice sul volto, incubi lasciati in dotazione dall’attentato subìto e parte dei ricordi degli ultimi otto anni cancellati e persi per sempre. L’aspetto massiccio, il viso sfigurato, il ghigno perenne, i tatuaggi, lo catalogano facilmente tra quegli uomini da cui stare alla larga, pericolosi è il giusto termine.
Farò la guerra contro me stesso, contro la str***etta, contro i pensieri che oggi mi intossicano. Questa è una battaglia che devo vincere prima che sia troppo tardi, prima che la mia rete metallica diventi di cipria. Può la rete metallica di uno con l’anima guasta diventare di cipria?
Arrivati a questo punto magari vi chiederete… come hanno fatto questi due ad incontrarsi? E be’, legittimo!
La risposta arriva subito: Stepan. Migliore amico di lei, fratello minore di lui.
Quando Dragan si ristabilisce in città dopo la riabilitazione, va a vivere dal fratello per riprendere una parvenza di normalità e stabilire una routine quotidiana. Non era di certo nei suoi piani restare colpito da quella ragazzetta un po’ strana, che fa della roba non male col suo violoncello e che gli fa sempre le domande sbagliate – o, per meglio dire, giuste – a cui lui non sa o non vuole rispondere, perché Amy gli legge dentro, lo scuote, lo mette sottosopra e gli scava l’anima, riesce a capire cose che non dovrebbe capire, dice cose che non dovrebbe dire, lo guarda in modi pericolosi per entrambi. E Dragan non sa come reagire di fronte a sensazioni del genere, lui che non prova più emozioni da parecchio tempo ormai.
La sua voce mi penetra all’istante, fa un gioco strano con… il mio cuore di pietra. È un calmante, un antidepressivo, ha l’assurdo potere di mettere a tacere l’inferno che mi porto dentro. Perché diamine la voce di Amity mi fa questo effetto? Dovrei avvertire una sensazione sgradevole, invece sto… bene.
Immaginate poi cosa accadrà quando – causa termiti e un soffitto che viene giù – i due si troveranno a vivere sotto lo stesso tetto, completamente soli. Sì, perché caso vuole che Step sia fuori città per sistemare la sua precaria relazione sentimentale. Se vi anticipo che la convivenza non sarà facile per nessuno dei due, non sto facendo spoiler, sto confermando un’ovvietà… è quello che succede dopo che ha dell’incredibile. Cosa? Dovrete scoprirlo voi! 😉
Amity e Dragan sono due ragazzi spezzati ma in modo nettamente diverso.
Amy deve ancora capire chi vuole essere veramente, se la timida violoncellista del Windy Willows o la combattiva commessa del Disharmony. E si impegnerà a trovare una via di mezzo che la faccia sentire indipendente in tutti i sensi e in pace con sé stessa. Le qualità certamente non le mancano: è ostinata, incrollabile, coraggiosa, ca**uta, con un cuore grande, una vera forza della natura. Amy è un arcobaleno, e a Dragan gli arcobaleni fanno venire il mal di testa.
Drag è spezzato nell’animo e nel corpo, va avanti ad automatismi, azioni che si ritrova a saper fare ma appartenenti ad un uomo in parte sconosciuto. Mettetevi nei suoi panni, quanto può essere difficile perdere i propri ricordi? Metterli insieme grazie a racconti altrui e a qualche sprazzo di lucidità intermittente che ti fa ricordare solo vagamente, come se quei ricordi appartenessero a qualcun altro. La sua mente è come una lavagna scritta, sulla quale qualcuno si è divertito a dare un colpo di spugna e ne ha cancellato la maggior parte, e ciò che resta è frammentario.
Di sicuro questa sua condizione non l’ha aiutato coi rapporti umani, Dragan è un vero pezzo di m***a, senza se e senza ma che tengano. È cinico, testardo, ingestibile, insolente, dice sempre ciò che pensa e se ne sbatte altamente se le sue parole feriscono, non bada ai modi, è un uomo ricoperto di aculei. Insomma, ha davvero mille difetti – e ne è persino consapevole – infatti li conosce e li accetta tutti!
Ma poi arriva Amity… e Drag non si riconosce più!
Amy lo scuote, lo svuota di tutti i casini che ha dentro e gli riempie l’anima di sé. Gli fa provare emozioni che aveva dimenticato di poter sentire, sentimenti che mai aveva avuto il privilegio, misto a condanna, di provare prima d’ora.
Amy lo riporterà alla vita, attimo dopo attimo!
È il suo uomo-ombra, che prima borbotta e poi viene in suo soccorso preoccupandosi per lei.
Po**a pu**ana che roba mi fa provare con tanta facilità: gioia, terrore, completezza, gioia e altra gioia e altro terrore. Gioia di averla soprattutto. Terrore di perderla soprattutto.
Come una moderna Cenerentola e una rozza Bestia, io questi due li ho adorati e Dragan, in particolar modo, si è guadagnato un posto nel mio cuore.
Summer Lee entra quindi ufficialmente nella lista degli autori di cui aspetto con ansia altre pubblicazioni, perché ha una penna piena di sfumature diverse, ha carattere, emoziona, incendia e dà vita a personaggi che non possono non lasciare il segno. Felicissima di aver dato una possibilità a Dragan, 5 stelle se le merita tutte!