Dark Blue di CJ Roberts
Titolo: Dark Blue (Captive Series #1)
Autrice: CJ Roberts
Genere: Dark Romance
Trama
Caleb è un uomo con un unico obiettivo: la vendetta. Rapito da ragazzino e venduto come schiavo da un mafioso affamato di potere, da allora non ha mai pensato ad altro che a vendicarsi. Per dodici anni ha esplorato il mondo degli schiavi del piacere alla ricerca dell’uomo che ritiene responsabile del suo tremendo passato. Finalmente riesce a trovare l’artefice della sua sofferenza: ha una nuova identità, ma la stessa natura di un tempo. Per avvicinarsi abbastanza da colpirlo, Caleb deve trasformarsi in ciò che più odia e rapire una bellissima ragazza perché sia la vittima che lui stesso è stato.
Olivia Ruiz ha diciotto anni e si è appena svegliata in uno strano posto. Bendata e legata, ad accoglierla c’è soltanto una calma voce maschile. Si chiama Caleb, ma vuole essere chiamato Padrone. Olivia è giovane, bellissima, ingenua e testarda. Possiede una sensualità oscura che non riesce a nascondere. Pur essendo terrorizzata dall’uomo forte, sadico e arrogante che la tiene prigioniera, l’irresistibile attrazione che prova per lui la tiene sveglia nel buio.
Recensione di Sara B. – Dark Blue di CJ Roberts dark romance pubblicato da Newton Compton ad agosto 2016.
“Spesso la gente si sentiva più sicura sotto il sole, immaginando che i mostri uscissero solo di notte. Ma la sicurezza, come la luce, era solo una facciata. Dietro a quella facciata, tutto il mondo era immerso nelle tenebre.”
Le premesse per leggere uno di quei libri da “pugno nello stomaco” ci sono tutte dalla trama. Una ragazzina di appena 18 anni viene rapita e portata in un mondo oscuro, pericoloso, dove la linea tra giusto e sbagliato è sottile, un mondo in cui piacere e dolore si mischiano, un mondo in cui la morale, ciò che si pensa sia giusto provare, viene messa a tacere dai desideri del proprio corpo.
Una ragazzina che, per scappare ai giudizi delle persone, al dolore, si è sempre resa invisibile. Una ragazzina che, grazie a quella sua invisibilità, è la vittima perfetta.
“Ero mai stata davvero coraggiosa? Non credo. Non avevo mai dovuto esserlo. Mi ero accomodata nella mia invisibilità, avevo scelto di rimanere dietro alle quinte. Come avrei voluto essere invisibile, ora.”
Ci sono uomini distrutti che non possono essere salvati, uomini con cicatrici nell’anima così profonde da non poter vivere nella luce, che l’unica cosa che conoscono è la vendetta e la rabbia, l’apatia. Caleb è uno di questi uomini. E’ freddo, distante, devoto alla vendetta. Sa ciò che deve fare, il suo compito è molto semplice: insegnare a una ragazzina ad essere ciò che lui stesso è stato per compiere la vendetta che tanto ha sognato.
Dovrà insegnare a questa ragazza come compiacere il suo Padrone, come comportarsi da sottomessa per poter soddisfare ogni sua richiesta. Dovrà insegnarle che se non farà ciò che le viene detto ci saranno sempre punizioni. Che il piacere e il dolore spesso vanno di pari passo. Dovrà annientarla, spezzarla e ricostruirla come creta tra le sue dita. Dovrà fare in modo che l’unica cosa importante per lei sia compiacere il suo Padrone.
“Nessuno pensa mai a quant’è fortunato di vedere il sole tutti i giorni. Io di certo non l’avevo mai fatto, finora.”
Essere chiusa in una stanza senza poter avere contatti con l’esterno, senza sapere se è giorno o notte è uno dei tanti modi per privare una persona della capacità di rimanere attaccato alla realtà. Basta poco per confondere qualcuno. Basta una stanza chiusa al buio, senza poter vedere la luce del sole, per rendere una persona dipendente da piccoli stimoli sensoriali come un pasto, una doccia, il ritorno del proprio rapitore. Non riesci a capire se siano passate ore o giorni tra una visita e l’altra. E non puoi fare a meno di provare sollievo durante quelle visite perché sono un contatto con la realtà, sono un modo per evadere da quella stanza isolata e silenziosa. Livvie, giorno dopo giorno, deve fare i conti con l’esser stata rapita e privata di quella libertà che diamo sempre per scontata.
E’ un Dark Romance e, per chi è nuovo a questo genere, posso solo consigliare di avere a portata di mano un Maalox. E’ una caratteristica di questo genere: se non ti fa venire i crampi alla pancia, se non ti fa sentire il bisogno di urlare e piangere, allora non è scritto bene.
Per quanto possa esserci la parte “romance” è prima di tutto un dark e, come tale, le scene descritte spesso sono forti e difficili da leggere.
Per essere preparata a essere venduta come schiava di piacere Livvie deve imparare cosa significa avere a che fare con questo mondo e Caleb non è uno che lascia qualcosa al caso. Sarà doloroso, per lei. Rispondere alle provocazioni, contrattaccare è nella natura umana. Ma quando lo fai e in cambio senti il dolore della cinghia sulla pelle ne vale davvero la pena?
E’ una lotta con se stessi. Scegliere il dolore per rimanere integri oppure piegarsi al volere di qualcun altro.
“Era il mio tormento e la mia consolazione; il creatore del buio e della luce. Non mi importava che sicuramente mi avrebbe fato soffrire da un momento all’altro. Adesso, avevo solo bisogno di qualcuno che mi abbracciasse, che fosse gentile con me; qualcuno che mi dicesse esattamente quelle parole. Andrà tutto bene. Non era vero, ovviamente, lo sapevo. Ma non me ne importava. Avevo bisogno di quella bugia. Avevo bisogno dei miei libri, dei miei film, e adesso delle braccia di Caleb.”
Caleb stesso è un personaggio complicato. E’ freddo, ogni sua espressione e gesto è studiato per raggiungere un fine, dopo anni di pratica. Tutto in lui è progettato per arrivare allo scopo: sottomettere la ragazza e prepararla. Quello che non si aspettava era una piccola, minuscola intesa con la tristezza nello sguardo della ragazza. Sentirsi incuriosito da lei. Avere a che fare con la sua lingua tagliante, con le sue risposte sarcastiche, che lo disorientano perché, se da un lato deve farle sparire, dall’altro riescono a fargli piacere questa ragazza come non era mai successo prima.
“C’era qualcosa, nel suo comportamento, che gli fece sentire il bisogno di fare un passo indietro, ma resistette all’impulso. Non sarebbe mai arretrato davanti a nessuno, e meno che mai davanti a lei.”
E’ difficile comprendere i propri sentimenti quando il tuo aguzzino è capace di distruggerti ed essere gentile con te contemporaneamente. Se lui fosse solamente un sadico, che gode nel farle del male, per Olivia tutto sarebbe più facile, ma non è così. Caleb la confonde con la sua gentilezza, con la premura con cui la tocca, che spunta in piccoli gesti di tanto in tanto. La disorienta, facendola essere costantemente in lotta con se stessa. Da una parte la Livvie forte, che vuole scappare, che non vuole piegarsi a quest’uomo. Dall’altra la ragazza che è sempre stata sola e vuole solamente essere importante per qualcuno, che è felice quando Caleb la sfiora e le parla con dolcezza.
Sembra scontato, ma in questi libri la Sindrome di Stoccolma è alla base del genere di romanzo che si legge. I sentimenti confusi, i comportamenti incoerenti del tuo rapitore, il modo in cui si assicura di prendersi cura di te dopo averti punita fino a farti piangere, urlare e svenire.
Non è facile leggere di donne che vengono confuse in questo modo, che vengono cambiate e annientate nel profondo, per questo leggere questo genere non è da tutti ma, soprattutto, per tutti. Va fatto con la consapevolezza che non c’è giusto o sbagliato e, per quanto la nostra morale si metta in mezzo, dobbiamo lasciarla da parte e immergerci in una lettura capace di farci provare emozioni così intense che raramente nella vita siamo capaci di provare, e questo spesso è un bene.
“Mi sentivo insensibile, spezzata. A sconvolgermi non era solo ciò che mi aveva fatto, ma soprattutto come fosse riuscito a rivoltarmi contro il mio stesso corpo.”
E’ un peccato che non sia netta la differenza tra i vari pov dei protagonisti. In alcuni punti si fa fatica a capire chi inizi a narrare quel capitolo, ma nel complesso questo libro è assolutamente da leggere.
Il personaggio di Caleb ha ancora così tanto da dire e sì, riesce a farti tenerezza per il passato che ha avuto, per tutto ciò che ha passato. Ma, d’altra parte, non puoi fare a meno di fare il tifo per Olivia, perché non soccomba al volere del suo Padrone, perché lotti per essere libera. La parte razionale si chiede “ma come si fa ad innamorarsi di una persona così?” ma, alla fine, quando vivi esperienze del genere, la speranza ti permette di sopravvivere. Che sia speranza per la fuga, per la morte, per l’amore non importa. Se c’è speranza non ti arrendi, e finché c’è speranza lotti.
“Lui voleva me. Non solamente il mio corpo, ma me. E anche se in quel momento era lui a comandare, ad avere in mano le sorti del mio futuro, durante quel bacio ero stata io a possedere lui.”
Il primo capitolo di una trilogia intensa, che ti lascia con un finale da trattenere il fiato perché, se hai pensato anche solo per un momento che le cose avessero toccato il punto massimo di dolore, scoprirai che al peggio non c’è mai fine. Che il dolore può raggiungere nuove vette, che la sofferenza non è stata ancora abbastanza. Ma che tutto arriverà più intenso e travolgente nel secondo capitolo, assieme al personaggio di Rafiq.
Non mi resta che buttarmi sul secondo capitolo perchè, non so voi, ma io sono curiosa di sapere fino a che punto si spingerà Caleb per la sua vendetta. Fino a che punto Livvie sopporterà prima di spezzarsi. Curiosa di capire se quelle emozioni sconosciute e insolite saranno capaci di riparare qualche ferita dentro Caleb o verranno annientate dal suo sguardo vuoto e freddo.
“Cercavo sempre riparo tra le braccia delle persone che più mi facevano del male. Mia madre. Mio padre. Caleb.”