Commedia gialla con gatto nero di Serena Venditto

Buongiorno cari Smeraldi e benvenuti al Blog Tour di Commedia gialla con gatto nero di Serena Venditto, cosy mystery pubblicato da Libri Mondadori lo scorso 16 maggio. Sara di Il club delle lettrici compulsive ed io chiudiamo l’evento con la recensione. Ma prima di parlare del libro, vi lascio cover,trama, banner dell’evento e vi invito a leggere le tappe degli altri blog partecipanti.

Trama C’è una casa nel bosco si svolge a Villa Esther, una dimora incastonata nel cuore del Molise: è bianca, maestosa, sfavillante di neve e luci natalizie. È qui che Alice e Damiano hanno deciso di celebrare le loro nozze, ospiti della ricchissima famiglia Latorre. Un padre intelligente e fascinoso, tre figli sereni e realizzati: una famiglia da pubblicità. Che segreti si nascondono dietro quest’apparenza perfetta? In una lunga notte che non conosce il sonno, ci sarà da districare un mistero più fitto del bosco.

In Al Sassofono Blu la compagnia teatrale “Trappola per topi” propone una cena con delitto in un locale del centro storico di Napoli. Ma se oltre all’assassinio immaginario del conte de La Roche durante lo spettacolo se ne consumasse uno vero? Un giallo nel giallo che si snoda fra le assi di un palcoscenico e i vicoli di una città che non dorme mai.

A indagare in entrambi i casi è la formazione al completo dei quattro più uno di via Atri 36: l’archeologa Malù, appassionata di romanzi gialli e misteri di ogni tempo, Ariel, traduttrice italoamericana di commedie rosa, il pianista giapponese Kobe e il sardo-nigeriano Samuel, rappresentante di gelati, accompagnati come sempre dall’infallibile fiuto del gatto nero Mycroft.

Ogni volta che leggo un libro della Venditto mi pongo sempre la stessa domanda: perché non ho chiamato il mio gattone nero Mycroft, perché ho scelto per lui un nome che sembra quasi una condanna, una disgrazia annunciata? Se ve lo state chiedendo, il mio micione si chiama Attila e, come il re degli Unni, è un vero flagello. Lo dimostrano i cocci della mia collezione di tazze ridotta all’osso. Con il felino sornione di carta, protagonista di Commedia gialla con gatto nero, non condivide assolutamente nulla. Potrebbe aiutarmi a scovare chi mescola i bidoni della differenziata tra i vicini, spaventare i venditori porta a porta, risolvere qualche mistero – quale mistero ,Lorella? Non sei dentro a un libro giallo. L’unico mistero che può svelare il tuo piccolo flagello, è dove hai nascosto la tua tazza preferita, e dargli una, non casuale, zampata.

La verità è che sogno di far parte del magnifico gruppo di coinquilini di via Atri 36 a Napoli. Chi non vorrebbe vivere con un melting pot di culture diverse nel condominio più folle e colorato del capoluogo campano?

Ho conosciuto i meravigliosi protagonisti creati dalla Venditto con Grand Hotel. Quel libro mi ha aperto un mondo che non conoscevo, ovvero quello dei cosy mystery. Sottogenere del poliziesco, il cosy mystery si contraddistingue per una serie di peculiarità: a indagare non troviamo figure istituzionali quali commissari o ispettori, cioè ci sono pure loro, ma chi risolve i casi è quasi sempre un detective improvvisato. Questo genere di libri sono più leggeri adatti anche a coloro che non vogliono approcciarsi ai gialli per chissà quale timore, e sono quasi sempre arricchiti da una massiccia dose di ironia. Sfido chiunque ad aprire un qualsiasi libro della Venditto e rimanere serio e impassibile davanti alle situazioni più assurde e paradossali che si ritroverà a leggere. La componente gialla è sempre ben strutturata, nei due racconti di Commedia gialla con gatto nero non ho capito assolutamente chi potessero essere gli assassini e questo è non solo uno smacco pesantissimo per me, che pasteggio pane e gialli da quando avevo 14 anni, ma un grande pregio per l’autrice che ha saputo coniugare i toni più scanzonati della commedia con una componente poliziesca ben costruita e dal finale non banale e scontato.

Serena, mi sono guadagnata con questa sviolinata sincera e sentita un posto tra i conquilini di Via Atri 36? Conosciamoli meglio. C’è Kobe, il pianista giapponese e mio personale personaggio preferito, talentuoso musicista, geloso marcio della sua fidanzata che studia violino in un’altra città e protagonista di esilaranti papere linguistiche. L’italiano parlato da Kobe è un concentrato di doppi sensi di quelli che vi faranno lacrimare dalle risate.

Samuel, detto Magnum, è un rappresentante sardo-nigeriano di articoli per gelaterie. È fidanzato con Ariel altra coinquilina di via Atri, di origine italo-americana, la ragazza lavora come traduttrice di pessimi romanzi d’amore. È lei la voce narrante del libro.

Per finire troviamo Malù, mamma di Mycroft e archeologa molisana con una grande passione per i gialli d’autore e il pallino dell’investigazione. È lei a trascinare i conquilini in rocambolesche avventure e a cacciarli nei guai, ma è anche dannatamente brava a risolvere casi di omicidio, con il suo fido aiutante Mycroft. I più attenti avran notato che il gatto si chiama esattamente come il fratello di Sherlock Holmes. Perché ho chiamato il mio gatto Attila? Lorella, superala. Andiamo avanti.

Dei due racconti che compongono Commedia gialla con gatto nero, non posso dirvi chiaramente molto, per non rovinarvi la sorpresa e non fare spoiler. Non posso nemmeno cavarmela con un laconico “è un libro stupendo, leggetelo.” Ci girerò intorno limitandomi a darvi qualche informazione in più rispetto alla trama.

C’è una casa nel bosco è ambientato in Molise dopo il Natale. Nella splendida Villa Esther si svolge il matrimonio di Alice e Damiano, migliori amici di Ariel. Sarà proprio Ariel testimone delle nozze e alla cerimonia partecipano al completo anche i suoi coinquilini e il gatto. Sarà nella magnifica villa isolata nel bosco che dopo una serie di sfortunati eventi, i 4 amici di via Atri si ritroveranno con un cadavere e un mistero da svelare.

Al Sassofono Blu, titolo del secondo racconto, Malù e i suoi amici partecipano a una cena con delitto in un locale del centro storico di Napoli. Durante la serata, la compagnia teatrale che porta in scena lo spettacolo subisce una grave perdita. Un vero omicidio si consuma sotto agli occhi attoniti del pubblico. Una vera sfida per la nostra detective in erba, che farà di tutto per risolvere anche questo caso di omicidio.

Commedia gialla con gatto nero è un surrogato di divertimento puro, una di quelle letture schiacciapensieri, le mie preferite al momento. Un libro che vi permetterà di staccare la spina, evadere dai pensieri e ridere di pancia. Non nego che Al sassofono blu ho lasciato anche qualche lacrima. Ho amato scoprire qualche particolare in più della nostra archeologa Malù. Nei libri precedenti il suo personaggio era quello con delle zone d’ombra ancora inesplorate. Conoscere qualche elemento in più del suo passato l’ha resa più cara, amata. È un po’ la magia di Serena Venditto: creare dei personaggi reali, tangibili, di quelli che vorresti che saltassero fuori dalle pagine e diventassero tuoi amici. Un applauso gigante anche a chi ha curato la copertina dell’edizione Mondadori. Guardatela bene, non sembra la locandina di Friends, non viene voglia di conoscere questi quattro amici, bere un caffè con Malù, ascoltare Kobe al piano, mangiare un gelato con Samuel, leggere uno dei pessimi romanzi tradotti da Ariel e sprofondare le dita nel morbido pelo di Mycroft?

A me sì.

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Una risposta

  1. Grazia Lo Presti Schirra ha detto:

    Sono a pagina 75 e sto ancora aspettando il morto. ……..Simeon……Camilleri ……Manzini e qualche altro centinaio di giallisti da Poe a Seicho ci hanno insegnato qualcosa ?
    Adorabile l’ idea del

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