Come stelle senza cielo di Annamaria Bosco
Trama Esiste un posto in cui ci si può sentire felici?
Stefania ha sempre cambiato. Casa, abitudini, città, nazione. Del resto, quando hai un padre diplomatico, ti sembra naturale. E anche se ormai è qualche anno che vive in Giappone, non riesce ancora ad abbandonarsi all’idea di affezionarsi a un luogo.
Per Keizo il concetto di casa è qualcosa di doloroso. Radici profonde e sofferenze indicibili sono nascoste tra le mura e tra i suoi ricordi. Orfano, con troppe responsabilità sulle spalle, ha imparato a gestire la sua vita in silenzio e lontano dalle persone.
Durante la festa di Tanabata, le loro vite si incrociano e tutto cambia. Lui è deciso a tenerla a distanza. Quella ragazza ha un nome strano, impronunciabile, e un accento terribile. Avrebbe bisogno di lezioni di giapponese perché così è davvero impossibile capirla. Stefania invece vede nel ragazzo un’anima affine, fuori posto nel mondo, esattamente come lei. Non potrebbero diventare amici?
A volte la vita ti dona un’occasione per rinascere, per scoprire che sei in grado di amare, amare sul serio. Ma è davvero così semplice? Le ferite dell’anima sono nascoste, ma fanno comunque male. I due potrebbero essere l’uno la medicina dell’altra o, nel peggiore dei casi, una dannazione.
Una cosa è certa. Una volta che si incrocia lo sguardo giusto, la tua vita non sarà mai più la stessa. E guarderai il cielo nella speranza di trovare risposte alle tue domande.
Come stelle senza cielo di Annamaria Bosco, New Adult, pubblicato self publishing oggi, 22 aprile
Stefania è una cittadina del mondo. Da quando i suoi genitori si sono lasciati ha dovuto seguire il padre nei suoi viaggi di lavoro, senza mettere mai radici da nessuna parte. Il Giappone però la ospita già da qualche anno, eppure non riesce ancora a sentirsi a casa. Fatica a fare amicizia, non riesce ad avere un rapporto stabile con suo padre che a causa degli impegni vede troppo poco e parlare giapponese è più difficile del previsto, la sua terribile pronuncia è una prova schiacciante.
Keizo vive da sempre in Giappone ma per lui la parola casa non è legata al caldo focolare pieno di amore, piuttosto a tutta una serie di turbamenti. Rimasto orfano da bambino, vittima dei ricordi più dolorosi della sua infanzia, si trova poco più che vent’enne con un carico enorme di responsabilità sulle spalle e vittima di una strana fobia che lo tiene lontano dalle persone. L’unica che può davvero toccarlo e stargli vicino è sua nonna, che a causa della malattia che l’ha colpita, non ha ancora molto tempo da vivere.
«Ti sei mai sentito fuori luogo? Come se avessi la sensazione di non sapere dove sia la tua casa e il tuo cuore?»
Per Keizo, lui e Stefania non hanno nulla in comune, a lei invece appare chiaro sin da subito che qualcosa che li unisce c’è: Il grande senso di solitudine e smarrimento, il sentirsi costantemente fuori posto, in un mondo a cui non riescono ad appartenere del tutto.
Con il pretesto di aver bisogno di lezioni di giapponese, Stefania cerca costantemente un rapporto con Keizo, sperando di proporgli uno scambio equo, le ripetizioni in cambio di un’amica con cui parlare. Lui non sa gestire questa ragazza così esuberante ed eccentrica, che ha costantemente bisogno di contatto fisico, che vuole leggere nella sua anima e cercare di guarirlo.
Seppur con riluttanza, Keizo decide di accettare la proposta perché qualcosa in Stefania lo attira inspiegabilmente, e a poco a poco si ritrova, suo malgrado, a gravitare nell’ orbita di Stefania, più impaurito dalla possibilità di perderla che di essere toccato.
Forse la amavo, come si amavano le cose che non si potevano avere. Con disperazione e rabbia. E non volevo che lei provasse lo stesso nei miei confronti, perché non ero in grado di amare come avrebbe meritato.
Forse non tutte le persone che ama prima o poi sono destinate a lasciarlo, forse dopo così tante delusioni e sconfitte, la vita ha deciso di dargli una tregua e ha messo sulla sua strada questa ragazza un po’ stravagante, decisa e tenace che ha davvero intenzione di insegnargli cos’è l’amore. Forse, se solo glielo avesse permesso, Stefania avrebbe guarito qualcuna di quelle ferite che lo divoravano. Perché fidarsi di qualcuno non è semplice, e Keizo con Stefania dovrà imparare di nuovo a camminare, passo dopo passo, un battito di cuore alla volta.
Non potevo toccarla e allo stesso tempo volevo farlo. Non volevo essere toccato, eppure non sopportavo che stesse sfiorando un altro.
Keizo deve convivere con i suoi sentimenti contrastanti e imparare a gestire emozioni sconosciute. Ma prima di ogni cosa dovrà imparare ad amare se stesso, e comprendere che la sua vita dipende solo dalle sue scelte, e che la sua felicità è il motore della felicità dell’altro, che non occorre rinunciare a tutto per paura di perdere le persone che si amano, perché chi ti vuole bene rimane accanto a te sempre e comunque, e gioisce dei tuoi successi.
Stefania è giovane ma è in grado di rinunciare alla persona che ama pur di vederlo felice e realizzato. Non vuole che i sentimenti appena scoperti risultino una trappola né tantomeno desidera essere il rimpianto di domani Fa una scelta di coraggio e lo fa con un altruismo che emoziona, con il cuore e soprattutto con la testa. Perché il vero significato dell’amore è proprio lasciare andare.
Come stelle senza cielo è una storia di incontri, possibilità, guarigione, obiettivi, rinascita e amicizia. Mi si è stretto il cuore di fronte alle fragilità e alle paure di Keizo, alle sue prime volte, e alle sue sofferenze e al contempo ho apprezzato tantissimo la determinazione di Stefania, la sua dolcezza il suo altruismo, il suo senso dell’amore.
Keizo è senza dubbio il personaggio che spicca di più in questa storia, forse perché lontanissimo dallo stereotipo del ragazzo che ci viene descritto solitamente nei romanzi, per il suo passato difficile, e per la sua crescita come uomo, un’evoluzione indispensabile e necessaria.
Lasciai che mi stringesse. Perché io, tra le sue braccia, stavo iniziando a vivere.
Annamaria Bosco ci presenta una storia piacevole, che si legge velocemente, le vicende si sviluppano con semplicità, forse troppa, ma solo perché ammetto di amare i libri da tachicardia e mal di pancia, dove ci si arrabbia, si soffre e ci si innamora, infatti ho ancora nel cuore il primo romanzo dell’autrice. Non nego inoltre di aver fatto un po’ fatica a gestire i molteplici termini e riferimenti giapponesi e la scrittura al passato, ma semplicemente per gusto personale, perché nei romanzi scritti in prima persona preferisco l’utilizzo del presente che trovo più diretto e coinvolgente.
Potete fare la conoscenza di Keizo e Stefania se amate le storie dolci, di fragilità e rinascita e volete conoscere un ragazzo che deve ancora dare il suo primo bacio e lo fa con una semplicità che emoziona 😉
«C’è un modo per capire come dare un bacio vero sulle labbra?»
«Non esiste un bacio giusto o sbagliato e non c’è un manuale che lo insegna. È qualcosa di spontaneo e capisci che lo stai facendo bene quando anche l’altra persona ricambia con lo stesso trasporto».
Mi ero soffermato sulle ultime parole che, in qualche modo, mi stavano dando una risposta.
«Adesso che hai imparato la teoria, hai intenzione di girare il campus e baciare tutte le ragazze?», ironizzò per spezzare il momento diventato troppo serio.
«In realtà, vorrei baciarne solo una».
Grazie Veronica per averlo letto. È una storia diversa, sviluppata in un contesto diverso dal nostro e capisco che possa essere difficile da comprendere. Sono contenta che Keizo però sia stato capito nella sua particolarità.
Ancora grazie❤