Come stelle portate dal vento di Guido Marangoni
Sono sempre stato affascinato dal vento. Invisibile fino a quando non incontra un ostacolo pronto a svelarlo, che sia un aquilone, un campo di grano o dei panni stesi ad asciugare, eppure capace di produrre grandi mutamenti. Se fino a un certo punto la mia vita è stata un navigare tutto sommato tranquillo, l’annuncio della trisomia 21 di Anna, come una folata di vento che gonfia le vele all’improvviso, mi ha dato una sferzata che per un po’ mi ha fatto perdere l’orientamento. Un cambio di rotta a cui non ero preparato e che mi ha insegnato che, anche quando la destinazione è ormai in vista, nuove nuvole possono annebbiare l’orizzonte, costringendoci a riconsiderare i nostri piani. E se questo l’ho imparato a mie spese, portando in giro per l’Italia la storia di Anna, la nostra storia, ho capito che gli inciampi riguardano tutti, e sono tantissime le testimonianze di cadute e ripartenze, paura e resilienza che ho incontrato lungo questo viaggio. Ho scelto di raccontarlo, questo intreccio inaspettato di storie e destini, seguendo una personalissima rosa dei venti: tra rotte sbagliate e aggiustate, rotte sognate e mai esplorate. Ogni incontro, ogni abbraccio, ogni sorriso è stato per me una nuova iniezione di fiducia, la conferma di una certezza che porto dentro di me come una bussola: dietro a un brusco cambio di direzione, un porto mancato o dopo una violenta tempesta, si nasconde sempre un nuovo orizzonte da esplorare.
Come stelle portate dal vento di Guido Marangoni, romanzo pubblicato il primo ottobre da Sperling & Kupfer.
Come si può recensire un libro che racconta degli episodi accaduti all’autore grazie alla pubblicazione di un romanzo che (mea culpa) non ho avuto il piacere di leggere? Sono qui che me lo sto domandando e non riesco a venirne a capo.
Come stelle portate dal vento nasce dalla voglia dell’autore, dalla sua esigenza, di ringraziare chi lo ha compreso, chi lo ha ascoltato, chi è accorso alle sue conferenze sui temi della diversità e dell’inclusione nelle scuole, chi è andato a teatro a vederlo nello spettacolo Siamo fatti di-versi, perché siamo poesia, ispirato al suo libro, anche a chi lo ha giudicato male all’inizio per poi autodenunciarsi e ringraziarlo per l’importanza del suo messaggio, per la bellezza delle sue parole, per la grazia e l’autenticità con cui si racconta.
Guido Marangoni trasporta su carta tutto questo, gioie e dolori, ma soprattutto gioie, esperienze di vita vissuta, sua ma anche di alcune persone che lo hanno preso come esempio, alcune persone che hanno apprezzato ciò che è stato in grado di trasmettere in Anna che sorride alla pioggia e che seguono costantemente la pagina facebook Buone notizie secondo Anna, in cui ha scelto di sorridere dei luoghi comuni sulla sindrome di Down, per suggerire un rapporto più positivo e costruttivo con la disabilità, mettendo sempre al primo posto la persona.
La cosa che più ho apprezzato di questa lettura è la naturale propensione di Guido ad aprirsi al mondo, non ha paura di mettersi a nudo, non teme il giudizio altrui, ti sbatte in faccia tutto ciò che è senza la paura di non essere compreso. Ma Guido non è sempre stato così, anche lui ha avuto paura, anche lui ha temuto il pensiero degli altri, e probabilmente ancora soffre quando viene etichettato per la prima impressione che può fare agli altri.
Ci sono aneddoti su Anna che fanno sempre sorridere, perché il mondo attraverso i suoi occhi è una continua scoperta ed è davvero bellissimo. Se mai dovessi incontrarla indosserò la mia gonna larga e aspetterò il suo ‘ira’ per farla gonfiare davanti a lei e vederla applaudire felice.
E alla domanda di Guido ‘avete mai avuto a che fare con una persona con la sindrome di down?’ io risponderò sì con assoluta fermezza, perché ho avuto la fortuna di essere la professoressa di sostegno di un ragazzino di seconda madia con quella sindrome e il tempo trascorso con lui è stato davvero prezioso. Un anno bellissimo che non dimenticherò mai, perché D. era intelligente, simpatico, affettuoso e i suoi abbracci e i ‘ti voglio bene Sonia, tu mi vuoi bene?’ li porterò per sempre nel mio cuore.
Certo per nessuno è semplice accettare la notizia di avere un figlio che per tutta la vita avrà bisogno di te, che difficilmente potrà essere autonomo e autosufficiente, ma i momenti perfetti trascorsi insieme compenseranno tutte le preoccupazioni per il futuro.
Leggendo Come stelle portate dal vento mi sono affezionata a Guido pur non conoscendolo, perché il suo animo è buono e questo traspare da ogni racconto e io alle persone col cuore puro non so resistere.