Cattleya di Debora C. Tepes

Cattleya, è così che mi chiamava lui, come le orchidee che accarezzavo con dedizione.
Ma i miei petali sono stati brutalmente strappati, lasciandomi spoglia e impaurita.
Lui si è nutrito di me fino all’ultimo respiro, lui mi ha ingannata senza pietà, lui ha implorato il mio perdono.
Sono trascorsi due anni e ora l’immagine riflessa allo specchio è quella di un’altra donna.
Coraggiosa come una leonessa.
Potente come il vento.
Intoccabile come Dio.
Non sono più una fragile orchidea, ora sono una grandiosa Reina. Mi riprenderò ciò che mi spetta, scenderò
a patti con il diavolo, mi sporcherò le mani di sangue.
E otterrò la mia vendetta.

Recensione di Karmen – Cattleya di Debora C. Tepes Self Publishing pubblicato il 18 dicembre 2018.

Dopo più di sei mesi dall’uscita di Javier torna Debora C.Tepes con il secondo ed ultimo capitolo della duologia dedicata alla coppia più esplosiva della Colombia.

Trattandosi del secondo capitolo è consigliato leggere prima Javier onde evitare spiacevoli spoiler.

Per tutte le altre lettrici… non vi resta che proseguire nella lettura della recensione.

Pronte a tornare nelle vite di Javier e della sua Cattleya?

Tutto ricomincia da dove li avevamo lasciati, quando Javier, dopo un anno di separazione, trova la sua orchidea a Maui diventata madre della sua bambina e viene colpito da un proiettile sparato da uno degli uomini di Riccardo Solano, il fratello maggiore di Yamile.

Vivi, Javier.

Combatti.

Sei più forte della morte.

Io e Camila non ti abbandoneremo, siamo qui per te.

Nonostante la distanza ravvicinata e un polmone perforato non sembra ancora essere giunta l’ora dell’uomo e solo dopo pochi giorni è pronto a tornare dalla donna che ama e dalla loro piccola Camila.

Maui non è più sicura per loro, sono pronti all’ennesima fuga per costruire il loro futuro insieme ma, una volta arrivati a Los Angeles, Javier non è più convinto della decisione presa, sulla sua testa pende una taglia e lui non può mettere in pericolo la vita delle donne che ama.

L’unica soluzione possibile sembra quella di separarsi ma quale sarà il prezzo da pagare per tale decisione?

«Se te ne andrai, giuro sulla morte di Santiago che non ci rivedrai mai più. Mai più, Javier. E te la farò pagare amaramente!».

«Non minacciarmi, Yamile. Non provarci neanche».

«E tu non mettermi nella condizione di farlo» replico a denti stretti.

Ignorando i sentimenti di Yamile, Javier la lascia di nuovo sola, vulnerabile e con il cuore distrutto dal dolore e questo, può alimentare solo ed esclusivamente una cosa in una donna abbandonata: la VENDETTA.

La fragile piccola orchidea non c’è più, è morta, distrutta, spezzata ed al suo posto, come una fenice, risorge dalle sue stesse ceneri Yamile Solano, la Reina del cartello di Medellin.

Voglio solo che Javier patisca le pene dell’inferno, voglio vederlo piegato in due dallo strazio, e infine voglio che strisci da me implorando il suo perdono. E a quel punto, gli infliggerò il colpo mortale.

Ancora una volta Debora C. Tepes con il suo stile fluido e scorrevole, è stata in grado di condurci in un mondo oscuro fatto di dolore, sangue e violenza solo che questa volta ad infliggerlo sarà la dolce e delicata orchidea, una leonessa assetata di potere e risentimento.

Come per Javier, Cattleya è diviso in parti ben distinte dove in ognuna di essa viene raccontata la storia del punto di vista di uno dei due protagonisti per poi unirsi nell’atto finale.

Cattleya è un romanzo crudo, surreale, sconvolgente che con le sue descrizioni minuziose e dettagliate conduce il lettore in quei luoghi dimenticati da Dio dove la criminalità organizzata si mischia alla natura incontaminata.

Attraverso le parole di Yamile e Javier vivremo insieme a loro anche la più impercettibile sensazione, testimoni silenti delle loro trasformazioni prima quella di Yamile ed in seguito quella di Javier in un mix di avvenimenti al cardiopalma.

Come per il precedente capitolo ho adorato ogni piccola sfumatura di questi due personaggi che per la seconda volta mi hanno fatto soffrire, disperare e ovviamente amare.

Brava Debora!!!

Ogni luogo, ogni dialogo, ogni personaggio ha contribuito a creare una trama intricata pregna di dolore, potere, passione, sofferenza e morte.

Maui, Los Angeles, Panama, Medellin e poi zio Rodrigo, il signor Romero e l’Angelo della Morte David sono gli elementi in più capaci di creare una storia già appassionante ancora più irresistibile.

Ed ora non ci resta che attendere la prossima storia e chissà chi sarà il protagonista.

Io non vedo l’ora!!!

5 stelle

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