Caro Evan Hansen di Val Emmich

Trama Timido e solitario, Evan Hansen non è esattamente l’anima della festa. Così, per sopravvivere al suo ultimo anno di liceo, ha deciso di seguire il consiglio di scrivere lettere incoraggianti a se stesso. Quando, però, una di queste lettere arriva nelle mani sbagliate, a Evan si presenta l’occasione della vita. Per coglierla deve solo assecondare un equivoco, e fingere che il suo enigmatico compagno di scuola Connor Murphy, appena suicidatosi, fosse in segreto il suo migliore amico. All’improvviso, Evan ha uno scopo. E un sito web. La sua ansia paralizzante sembra dissolta. È sicuro di sé e popolare. Adesso è Evan Hansen. Non è più invisibile per Zoe, la ragazza dei suoi sogni, e i genitori di Connor lo accolgono nel disperato tentativo di sapere di più sul figlio perduto. Evan sa che quello che sta facendo è sbagliato, ma tutta la storia che ha messo in piedi sta davvero aiutando delle persone. Compreso lui. Grazie a una bugia, la sua vita è cambiata e ora sente di essere finalmente parte di qualcosa. Ma tutto ha un prezzo. E quando la verità minaccia di emergere, Evan si trova a dover fronteggiare di nuovo il suo peggior nemico: se stesso.

Recensione di VeronicaCaro Evan Hansen di Val Emmich, romanzo di narrativa, edito Sperling & Kupfer, in uscita oggi 2 aprile.

Davanti a me, sullo schermo del computer, c’è solo un nome, il mio: Evan Hansen. Io sono tutto quello che ho.

Evan Hansen è un normale adolescente con un grosso problema: non riesce a sentirsi parte di nulla, vorrebbe avere degli amici ma non è in grado di costruire dei rapporti. Vive in maniera fobica qualsiasi situazione sociale, cerca di rimanere nel suo guscio in modo da non essere notato. Suo padre l’ha lasciato quando era ancora un ragazzino, trasferendosi in Colorado, a migliaia di chilometri da lui per rifarsi una vita e una nuova famiglia. Sua madre lavora in ospedale come infermiera e la sera, studia per diventare legale e il tempo da trascorrere con suo figlio scarseggia, sa benissimo che Evan ha bisogno di una mano, che non è in grado di relazionarsi e lo affida alle cure di uno psicologo. È proprio lui che, nel tentativo di spronarlo a vedere il bicchiere mezzo pieno, gli suggerisce di scrivere delle lettere, indirizzate a sé stesso, nelle quali Evan deve cercare di trovare un motivo per cui la sua giornata potrà essere fantastica. Ma è il primo giorno di scuola, quello in cui ogni cosa riparte da zero, compresa la sua invisibilità e solitudine ed è questo quello che Evan, in un momento di totale sincerità, scrive nella lettera che il Dottor Sherman gli ha chiesto di  consegnargli all’incontro successivo.

[…]Quanto vorrei essere parte di qualcosa. Quanto vorrei che quello che dico contasse almeno per qualcuno. Guardiamo in faccia la realtà: se domani scomparissi, chi se ne accorgerebbe?

La lettera viene però intercettata da Connor Murphy, che, oltre ad essere il fratello di Zoe, la ragazza di cui Evan è da sempre innamorato, è anche uno studente problematico. I suoi scatti d’ira, la sua irascibilità, il suo modo di isolarsi dal mondo come se non volesse nessuno intorno, sono atteggiamenti ben noti a tutti, compreso Evan, tuttavia, quel primo giorno di scuola, nell’aula di informatica, tra i due c’è un momento quasi di comprensione ed empatia, che porta addirittura Connor a firmare il gesso sul braccio di Evan.

“Nessuno ti ha firmato il gesso”
lancio un’occhiata alla mia ingessatura: è ancora immacolata, ancora patetica.
Connor alza le spalle. “Te lo firmo io”
“Oh. Non sei obbligato”
“Ora possiamo fingere tutti e due di avere degli amici”

Ma quando Connor si accorge che la lettera cita anche di sua sorella Zoe, va su tutte le furie e lascia di corsa l’aula portando con sé il foglio stampato. La sera stessa però, Connor si toglie la vita, dimenticandosi di avere con sé la lettera, che verrà scambiata per una confessione fatta ad un amico, per motivare il suo gesto.
Evan si ritrova così al centro di un grosso equivoco, ma, quando capisce che da tutto il malinteso dipendono i sentimenti della famiglia Murphy, non riesce a tirarsi indietro e a scoprire le carte. Un suo assenso, in fondo, non può far male a nessuno, sta rendendo felici, in qualche modo, i genitori di Connor sollevati dallo scoprire che il figlio non era totalmente solo e che, per fortuna, aveva almeno un amico.

È come se fossi riuscito a far dimenticare a quelle persone il peso della loro infelicità

Ma è questione di poco ed Evan si trova imprigionato in una spirale di bugie, che paradossalmente, lo rendono molto popolare. Nessuno più lo ignora, nemmeno Zoe. Le persone lo riconoscono, lo salutano, sono interessate a lui a ciò che ha da dire. Ma qual è il prezzo delle sue scelte? La verità non potrà essere nascosta a lungo, ed Evan dovrà fare i conti con chi gli ha dimostrato fiducia e, soprattutto, con se stesso.

Questo libro mi ha travolto, non so se è stato grazie al modo genuino di Evan di comunicare con noi lettori, anche con quell’umorismo sottile che ti fa facilmente affezionare, o per il fatto che alla fine, per forza di cose entri in sintonia con la sua storia e ti si stringe un po’ il cuore. Evan si racconta senza finzione, con noi lettori è totalmente onesto e disarmato. Conosciamo le sue paure, le sue insicurezze e con lui, viviamo i suoi errori. Tuttavia, anche se mi sono trovata più volte a pensare che stava sbagliando, non me la sono mai sentita di giudicarlo totalmente, nemmeno quando ho realizzato che, il bisogno di aiutare la famiglia Murphy rifletteva maggiormente il bisogno di aiutare se stesso.
Evan è un ragazzo timido, insicuro, che brama di far parte di qualcosa e di qualcuno, che odia essere fissato ma riscopre il piacere di essere notato. Perché diciamolo, nessuno ama sentirsi solo, ed è così disarmante pensare che a 17 anni puoi arrivare a toglierti la vita, o compiere azioni moralmente scorrette solo per essere notato, per ricordare a qualcuno che esisti.

Ecco il dono che Connor mi ha fatto… quello di mostrarmi che non ero solo. Che conto qualcosa

Caro Evan Hansen, questa volta voglio essere io a scriverti. Voglio dirti che leggerti è stato illuminante e che hai ragione tu, nessuno merita di essere messo da parte, o dimenticato ma soprattutto, non siamo mai realmente soli.
È facile credere di non contare niente per nessuno ed è difficile chiedere aiuto, ma accanto a noi c’è chi ci ama, dobbiamo solo permettergli di avvicinarsi e tenderci una mano, e noi, a nostra volta, capire che dobbiamo semplicemente afferrarla e stringerla forte per evitare di perderci.
“Caro Evan Hansen oggi sarà una giornata fantastica”, il tuo libro arriva nelle librerie e sarà un messaggio positivo per tutti coloro che, almeno una volta, si sono sentiti soli e che troveranno nelle tue parole sincere, profonde e spesso ironiche, la giusta prospettiva per iniziare a sentirsi qualcuno, per essere se stessi senza il bisogno di fingere.

5 stelle

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