Bugie a colazione di Joanne Bonny
Trama
Cento euro e tre mesi di tempo. È tutto quello che Sveva ha a disposizione per fondare un’impresa di successo, se non vuole che il nonno, uno degli uomini più ricchi di Milano, le tagli i fondi costringendola a vivere per sempre come una comune mortale. Tre mesi in cui Sveva sarà costretta a rinunciare alla sua sfarzosa vita fatta di party esclusivi, shopping da capogiro, vacanze esotiche e persino al suo meraviglioso attico, sostituito da un monolocale in periferia, infestato da scarafaggi e vicini poco raccomandabili. Basta un solo giorno perché Sveva comprenda di non avere alcuna chance di vincere la scommessa col nonno. E così, quando si profila la possibilità di sposare il ricchissimo e affascinante Lorenzo De Vallis, Sveva pensa di coglierla al volo.
Ma deve resistere fino al suo ritorno dalla trasferta negli Emirati Arabi…
Nell’attesa che il principe azzurro arrivi a salvarla dai water incrostati del
suo lavoro temporaneo in un hotel e, soprattutto, dai vestiti di seconda mano, Sveva si trova costretta a imparare l’arte della sopravvivenza.
E chissà che la sua nuova vita, complice un incontro inaspettato, non riesca a farle scoprire qualcosa di nuovo su di sé…
Bugie a colazione di Joanne Bonny, chick-lit, pubblicato il 16 settembre da newton Compton Editori.
Sveva Galbiati ha tutto ciò che desidera: capi firmati, un attico da sogno, una vita spensierata e piena di eventi mondani, tantissimi followers e amici altolocati, come lei, che la ricoprono di complimenti, un autista che l’accompagna ovunque voglia risparmiandole lo stress di guidare o di prendere i mezzi pubblici, o come li definisce lei, “Spostapoveri”.
Peccato che dopo l’ennesima delle sue stratosferiche spese inutili, il nonno, nonché uno dei più ricchi imprenditori milanesi, taglia tutti i fondi alla sua unica nipote.
Che senso ha fare soldi a palate se poi non sai goderteli? Per fortuna ci penso io ad aiutarlo a spendere la sua fortuna.
Il nonno consegna a Sveva la cifra di 100 euro e le intima di investirli per avviare un’attività di successo entro tre mesi, fino al compimento dei suoi 25 anni, pena la perdita dell’intera eredità. Lo scopo è quello di far diventare la giovane responsabile, finanziariamente affidabile e degna di dirigere un giorno la società di famiglia.
Sveva si ritrova così senza soldi e senza un tetto sulla testa, costretta a vivere come una “comune mortale”.
Non sono abituata a non avere niente da fare, di solito ho la giornata costellata di impegni: l’estetista, la palestra, lo shopping, le feste…
Ed ora Sveva deve rimboccarsi le maniche perché se vuole mangiare e pagare un misero affitto condividendo un appartamento pieno di scarafaggi e in un quartiere poco raccomandabile, deve lavorare. Ma una persona come lei, senza alcun titolo di studio specifico e, di fatto, senza alcuna esperienza, cosa potrebbe mai andare a fare? Una zia di secondo grado le viene in aiuto proponendole di lavorare per il suo hotel, ma al contrario di quanto immagina Sveva, non le propone un incarico dirigenziale di prestigio, bensì un impiego come cameriera al piano.
La giovane si ritrova così dall’altra parte della barricata, a pulire i disastri di personaggi viziati e arroganti e ad esaudire i loro capricci.
E se da un lato non ha nessuna speranza di poter avviare un’attività di successo come richiesto dal nonno, le si presuppone un’altra via d’uscita per ritornare alla vita patinata in cui è nata: sposare Lorenzo De Vallis, giovane rampollo dell’alta società milanese, erede di una lussuosa catena di hotel. Sveva dovrà solo resistere fino al suo rientro dagli Emirati Arabi, dove sta progettando un nuovo resort.
Voglio andare alle feste, comprare cose belle e fare vacanze tutto l’anno. E per farlo ho bisogno di un uomo pieno di soldi.
Sveva nei tre mesi da “povera” capirà molte cose di sé stessa e della gente che la circonda: vorrà le stesse cose nella vita trascorsi questi 90 giorni?!
Il personaggio di Sveva è estremamente stereotipato: è una ragazza ricca, viziata, superficiale. Le sue priorità sono: abiti firmati, macchine lussuose, party sfrenati e mondanità.
Quando il nonno le taglia i fondi e le toglie tutte le comodità a cui è abituata, lei si senta vuota. Di certo non può rivolgersi ai suoi “amici” dell’alta società perché la deriderebbero per tutta la vita. Così, come se fosse una ladra, si nasconde dal mondo patinato di cui fa parte, ed è costretta a lavorare, fingendo su Instagram di essere in vacanza in un luogo esotico.
Ed è proprio lo stereotipo della protagonista che rende ilare il romanzo, perché le sue uscite inerenti alla vita di noi comuni mortali, sono davvero esilaranti.
Quando suona la sveglia, la mattina successiva, vorrei mettermi a urlare dalla frustrazione. È disumano dover alzarsi così presto per andare a lavorare, soprattutto se lo si è già fatto il giorno prima. Voglio dire, uno sgobba per un’intera giornata e invece di ottenere un premio in cambio si ritrova a dover fare tutto daccapo! Per il resto della vita! È una vera ingiustizia.
…
Ora capisco perché in questo paese la gente sciopera ogni due per tre: fra datori di lavoro tiranni e sindacalisti inutili, i nostri diritti di lavoratori vengono calpestati ogni santo giorno! Quasi quasi fondo io stessa un sindacato per cameriere, che rivendichi ferie a piacimento e divise firmate Donatella Versace.
Le vicende della giovane momentaneamente diseredata si intrecciano a quelle di altri personaggi secondari e si ha anche un barlume di storia d’amore, ma in realtà il romanzo è incentrato sulla crescita personale della protagonista che, finalmente, apre gli occhi sulla realtà che la circonda e trova la sua strada.
Come tutti i romanzi della Bonny, anche questo si legge piacevolmente in poche ore. Ti coinvolge e ti fa ridere, ma sotto sotto trasmette sempre dei messaggi per riflettere.
Del resto, quando hai già tutto quello che puoi desiderare, semplicemente non ci pensi a sognare qualcos’altro, a fare progetti, a impegnarti per un obiettivo.