Blog Tour – Una coperta di neve di Enrico Camanni – Tappa “Le valanghe cinematografiche”
Dite la verità, anche voi vi state chiedendo che cosa c’entri una terruncella siciliana con un argomento così algido. Io sto alla neve come Freddie Mercury sta alla discomusic, però siamo in lockdown da così tanto tempo che si fa fatica a ristabilire l’ordine nell’universo. E può succedere che io mi ritrovi completamente rapita da un giallo alpino con il quale pensavo di non avere alcuna affinità. Ti chiedo scusa, Enrico Camanni, lo faccio subito, perché forse anche tu non meriti la mia valanga di parole inutili, però ho adorato Una coperta di neve, l’ho amato talmente tanto da ripromettermi di recuperare le altre avventure di Nanni Settembrini. E prima che anche voi veniate sepolti dal fiume in piena delle mie sciocchezze a briglia sciolta, vi lascio trama e copertina di questo incredibile romanzo che ho divorato in un paio di giorni, mentre prendevo il sole in terrazza.
Molti credono che sia soffice e bianca, ma quando si è sommersi sotto di lei, la neve è nera come la notte. Lo sa bene Nanni Settembrini, guida e capo del Soccorso Alpino, che anno dopo anno delle valanghe ha imparato un’unica cosa: sono un capriccio di neve senza spiegazione, ed evitarle è questione di secondi. Sembra confermarlo anche la telefonata che Settembrini riceve il primo giorno d’estate: dal Monte Bianco si è staccato un seracco e gli alpinisti scampati alla morte sostengono che altri escursionisti non sono stati fortunati come loro. Settembrini e la sua squadra trovano effettivamente una donna sepolta e viva per miracolo, ma c’è un dettaglio inquietante: la sopravvissuta ha una corda legata in vita e all’altro capo della fune non c’è nessuno. Che cosa è successo? Quali segreti ha trascinato con sé la slavina? Purtroppo, la donna esce dal coma senza alcun ricordo di sé e di ciò che l’ha portata lì: tocca a Settembrini cercare le risposte e svelare il mistero sepolto sotto la muta coperta di neve.
Enrico Camanni, alpinista come il suo protagonista, costruisce un giallo alpino impeccabile, dove gli elementi irrinunciabili del genere – l’indagine, la suspense, i colpi di scena – acquistano un’inedita forza grazie a un’ambientazione spogliata da facili stereotipi, restituita in tutto il suo fascino irresistibile quanto spietato. Una coperta di neve è stato pubblicato da Mondadori Libri lo scorso 5 maggio.
Blog Tour
Tappa “Le valanghe cinematografiche”
Una siciliana che non ha mai visto la neve, se non dentro le palle natalizie, ma decide di parlare di valanghe, seppur cinematografiche, è un po’ come andare al mare a prendere lezioni di windsurf da Jon Snow, e diciamocelo pure, Kit Harington in versione bagnino di Baywatch sarebbe stato di gran lunga preferibile al mogio e triste bastardo spedito alla barriera, ma lungi da me riscrivere il copione di Game of Thrones.
È che, parafrasando una frase del protagonista de Una coperta di neve, “Il mare è la mia montagna. Devi vederla così. Non siamo poi tanto diversi.”
Nel libro la frase è chiaramente al contrario, ma esprime il mio senso di frustrazione a non sapermi approcciare ad un argomento che non conosco e il romanzo di Camanni ha in qualche modo dissipato questa immensa lacuna.
Oggi parleremo di valanghe cinematografiche, ed io spero che voi non siate cinefili appassionati o, meglio, mi auguro che questa tappa vada online nel giorno finale di arresti domiciliari da Covid 19, così avrete una scusa per non leggerla e non ridere di me, e che siate piuttosto in libreria ad acquistare Una coperta di neve.
La scelta dei film che trattano il tema valanghe può sembrare alquanto casuale e frutto di una sbronza etilica colossale, in realtà, tra un capitolo e l’altro del romanzo di Enrico Camanni, Figlio Adolescente ha deciso che dovessi assolutamente recuperare i film dell’universo Marvel ed è per questo che il primo titolo di cui parliamo oggi è Captain America – Il primo vendicatore.
Film del 2011 basato sul personaggio dei fumetti Marvel Comics Capitan America, ambientato prevalentemente durante la seconda guerra mondiale, narra le vicende di Steve Rogers, un mingherlino ragazzo di New York che viene trasformato nel super soldato Capitan America per aiutare i soldati in guerra contro il temibile esercito tedesco.
Giuro di non aver fumato alcuna sostanza stupefacente e so perfettamente che devo parlare di neve e valanghe, ma ricordate dove viene rinvenuto il nostro supereroe, 70 anni dopo le sue mirabolanti gesta? Esatto, tra i ghiacciai del Polo Nord. Forse vi sembra ancora labile l’accostamento, ma in “Una coperta di neve” la nostra protagonista , che per esigenze di copione chiameremo Lavinia (capirete leggendo il libro), viene salvata dalla squadra alpina guidata da Nanni Settembrini, sepolta e miracolosamente sopravvissuta ad un seracco che si è staccato dalla cima del Monte Bianco.
Forza maggiore, film del 2014. Una famiglia svedese fa una vacanza sulla neve nelle Alpi francesi. Nel corso di un pranzo su una terrazza di un ristorante, una valanga si avvicina velocemente e mette tutti in fuga. Tuttavia la madre istintivamente protegge i figli mentre il padre altrettanto istintivamente fugge via, prendendo con sé solo i guanti e l’iPhone. La valanga si arresta poco prima di provocare un disastro, ma ormai le dinamiche familiari risultano profondamente cambiate.
E di dinamiche familiari si parla anche in “Una coperta di neve”. Nanni Settembrini è divorziato, due figlie ormai adulte e indipendenti e una affettuosa relazione con Camilla, una vecchia fiamma. Ma ad emergere nel libro è la figura di Martina, una psichiatra decisiva nella risoluzione del caso della donna sepolta dalla valanga.
La valanga, film muto del 1929. Durante la guerra del 1806 tra Francia e Austria, due amanti affrontano la minaccia di una valanga che sta per rovinare a valle.
La sopravvissuta alla valanga ha una fune legata in vita. Ma all’altro capo della corda non viene trovato niente e nessuno. Che cosa è successo veramente?
Valanga, film del 1978. Il giorno dopo l’inaugurazione di una stazione sciistica, un aereo da turismo si schianta su una montagna, provocando una valanga, che travolge gli sciatori e si abbatte sull’albergo, distruggendolo.
Grande attenzione in “Una coperta di neve” viene dedicata ai salvataggi in montagna. Sono spesso interventi sul filo del rasoio, minuti preziosi per estrarre le vittime, spesso coadiuvati dai cani.
Enrico Camanni porta su carta la sua grandissima passione per la montagna: la conosce, ne parla con cognizione di causa, senza la presunzione di voler scrivere un noir alpinista. Ci regala una storia dolce e amara e ci abbaglia con paesaggi immensi, cime da scalare e mete da raggiungere. Sono contenta di aver trascorso la quarantena con questo libro, contenta di aver superato dei limiti e, infine, contenta di aver lasciato, seppur solo con la fantasia, il caldo asfissiante della mia isola per immergermi in una avventura ad alta quota.