Blog Tour – Tu sei parte di me – Simona Sparaco

Buongiorno lettrici eccoci alla settima e ultima puntata del Blog Tour dedicato a Tu sei parte di me edito Garzanti pubblicato il 15 novembre. Un romanzo che racchiude la voce di 7 autrici fantastiche che vi presenteremo durante questo evento.

Oggi vi parlo di Simona Sparaco

simona sparaco

“C’e sempre qualcosa di salvifico nella scrittura, anche quando decidi di scendere all’inferno insieme ai tuoi personaggi”. E’ con questa frase di Simona che voglio aprire la tappa dedicata a Lei. Una frase molto intensa che ci fa capire quanto un autore metta di suo nella sua opera, spesso si affrontano temi difficili e dolorosi, ma tra le pagine del libro c’è sempre la speranza e la salvezza, come scendere negli inferi insieme ai propri personaggi e poi aiutarli a venire fuori dal tunnel nel quale sono stati cacciati e in questo modo l’autore stesso si salva. E il lettore? Lui compie lo stesso viaggio alla ricerca di messaggi, risposte alle proprie domande, ai dubbi, alle paure. “Ognuno le troverà, se possibile, nell’intimo della propria coscienza” e questa cosa è possibile perché i personaggi di Simona sono senza dubbio reali e credibili.

Se chiudo gli occhi Un romanzo introspettivo e complesso, il viaggio di formazione di una donna, che passa attraverso le mancanze della sua vita. Abbandonata da suo padre, l’artista Oliviero De Angeli, Viola vive una vita di negazione, come se fosse sempre fuori posto, covando rabbia e amarezza, diventando sempre più insicura e non sentendosi mai all’altezza della situazione. Oliviero è un uomo che ha paura d’amare ed esprimere i suoi sentimenti ma sa bene che per ottenere il perdono di sua figlia dovrà prima venire a patti con se stesso, ripercorrere il suo passato e spiegare a Viola il suo vissuto. E’ un romanzo incentrato sulla ricerca e scoperta di se stessi, sul bisogno di perdonare ed essere perdonati e sul valore della famiglia.
Dalle parole di Simona “Il perdono è un atto necessario all’evoluzione di ogni individuo. Nel perdono c’è la staticità di un’accettazione ma anche il movimento della vita che torna a rivolgere il suo sguardo all’avvenire”

Nessuno sa di noi Con questo romanzo Simona affronta per la prima volta il tema doloroso dell’aborto terapeutico. Attraverso Luce e Pietro, Simona ci racconta il dolore di tutte quelle coppie che si trovano all’improvviso a dover affrontare una delle più grandi perdite, e fare la scelta più giusta per se stessi e per la creatura che è stata concepita.
Le emozioni vi travolgeranno senza sosta, vivrete con i due protagonisti il dolore, il senso di perdita, la paura, la sfiducia. Simona descrive in modo magistrale il calvario vissuto, tra ansia e senso di colpa, che travolgerà l’esistenza di Luce e Pietro, mettendoli di fronte a un senso di vuoto insostenibile, una crisi profonda, uno strappo improvviso al cuore che solo un amore grande e una forte unione sono in grado di ricucire. Due modi diversi di vivere il dolore, elaborarlo e andare avanti in qualche modo per sopravvivere anche dopo un’esperienza così devastante.

simona sparaco

Ecco la citazione che vorrei evidenziare qui, in quest’occasione, tra la moltitudine che ho apprezzato dell’autrice:
“Mamma dice che non cambierai mai”
“Tua madre vorrebbe potermi modellare, coma faccio io con le miei sculture”
“E perché non provi a lasciarglielo fare?”
“Perché un’opera non si cambia, Viola. Tutt’al più si rivela nel tempo”

Ed ora veniamo al racconto che Simona ha scritto per “Tu sei parte di me”

Tu sei parte di meIl Giorno Zeta
La tua vita può cambiare all’improvviso nel momento in cui perdi la persona più importante senza che tu ancora lo sappia? Veruska fin da piccola è vissuta all’ombra di sua madre e fin da piccola ha avuto la sensazione che lei e suo fratello Giulio incarnassero quel senso di privazione a cui si era sottoposta la madre mettendoli al mondo, negandole così un futuro migliore, fino a cadere nella depressione. Veruska è cresciuta con un senso di estraneità che la portata ad allontanarsi, un modo come un altro per proteggersi da quella madre prima che la sua disperazione possa in qualche modo trascinare anche lei nel suo vortice. E così, oggi che Veruska è madre, anche Ioan grida, piange e si lamenta. Ma non è fame, non è freddo, non sono coliche. E’ solo bisogno di affetto, di un gesto materno che il piccolo cerca disperatamente ma che non sembra arrivare.
“Nemmeno allora ha smesso di lamentarsi, e non era per fame che continuava. Mi sembrava un rimprovero, o un dispetto. Il bisogno di affermare la sua presenza nella mia vita, la minaccia di possedermi interamente, e per sempre”
E proprio quando Ioan scompare in un momento di distrazione che tutta la vita di Veruska viene messa in discussione. Ed è quello il giorno Zeta, il giorno in cui occorre fare i conti con se stessi e decidere di andare avanti. Veruska ripercorre il suo rapporto con una madre depressa da cui lei si è allontanata, il rifiuto del figlio che sembra volerle risucchiare tutto il suo essere e di quell’uomo che non chiedeva altro che prendere il suo posto all’interno di quella famiglia nata un po’ per caso. Dal giorno Zeta, ogni cosa torna al suo posto e a chiudere il cerchio la figura di una donna, bisognosa di auto in grado di donarle il riscatto cercato e il senso di pace necessario per ricominciare.

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