Blog Tour – Tu sei parte di me – Federica Bosco

Buongiorno lettrici eccoci alla prima puntata del Blog Tour dedicato a Tu sei parte di me edito Garzanti in uscita oggi, 15 novembre. Un romanzo che racchiude la voce di 7 autrici fantastiche che vi presenteremo durante questo evento.
Partiamo da Federica Bosco
Federica bosco
Dedicarmi a questa tappa mi ha aperto un mondo, mostrandomi quanti libri mi mancano da leggere di questa fantastica autrice! Personalmente ho conosciuto la scrittura di Federica nell’ultimo periodo, con il romanzo “Ci vediamo un giorno di questi” e, dopo il colpo di fulmine, non l’ho più lasciata andare, onestamente non credevo avesse scritto tutte queste opere e ora devo assolutamente rimediare. Le mie colleghe mi dicono che lo stile di Federica inizialmente era molto più leggero ed ironico. Loro hanno trovato bellissima la serie “Angelo” che io cercherò di recuperare a breve, anche perché vorrei conoscere l’autrice nella sua completezza, anche scoprendo qualcosa sui suoi esordi, per scoprire se c’è stata un’evoluzione.
Ci vediamo un giorno di questi è un inno all’amicizia, quella vera, quella che affonda le proprie radici ai tempi della scuola, per poi crescere, diventare più robuste e ancorarsi in modo stabile al terreno. L’autrice, attraverso le pagine del libro, ci presenta tutte le sfaccettature dell’amicizia tra donne, la bellezza, tanto quanto le difficoltà, e con le sue protagoniste ci insegna che la vita ti dona e ti porta via senza preavviso, che non abbiamo tempo da perdere, che bisogna godere degli attimi e azzardare, provare, insistere per ottenere quello che vogliamo. Non è possibile vivere di “se” e di “ma”. Un giorno pensi di poter far tutto domani e poi è troppo tardi, il tempo scorre e stiamo ancora rimandando.
Mi piace molto trovare nei romanzi significati più profondi, leggere qualcosa di mio tra le storie degli altri. E’ questo che mi colpisce di Federica. Ed ecco perché non mi sono lasciata sfuggire il suo ultimo romanzo, una nuova lezione di vita che ci viene messa tra mani.
Il nostro momento imperfetto è l’ultima opera, meravigliosamente riuscita, dell’autrice che questa volta concentra la sua attenzione sull’essere madre. La maternità è qualcosa che non tutti possono concedersi e spesso c’è chi lo desidera ma non può avere figli, ma non si è madre solo perché hai messo al mondo dei figli, lo sei nell’animo, non è che lo diventi, sei madre e punto, che tu partorisca o meno dei bambini. Altro messaggio molto chiaro è quello delle seconde possibilità. Esistono? Certamente. Basta solo saperle riconoscere, accettare di meritarsele e sfruttarle a pieno. Non è detto che siamo condannati ad un destino già scritto, sta a noi scegliere da che parte stare e compiere i giusti sforzi per riuscire a vivere la vita che vogliamo.

Federica Bosco

Se dovessi scegliere una delle citazioni che più mi hanno colpito dell’autrice, ovviamente riferite agli ultimi due romanzi letti, direi senza dubbio questa
“La solitudine è una forma di difesa, nessuno ambisce veramente a non avere contatti con il mondo; se cominci a condividere il tuo spazio e ci prendi gusto, poi è difficile farne a meno” (Ci vediamo un giorno di questi)
La mia collega invece una sua frase se l’è addirittura tutuata, be’ , più chiaro di così si muore. Federica è un’autrice che va letta e non potrete fare a meno di amare la sua scrittura.

Federica bosco“Serva me, servabo te.”
Significa “Salvami, ti salverò.”
Nel periodo in cui leggevo “Innamorata di un Angelo”, ho dovuto dire addio al mio migliore amico, il mio primo cane, con cui sono cresciuta, Lucky. E questo tatuaggio è per lui. 
Non potrò mai ringraziare abbastanza la scrittrice perché, nel dolore di Mia, nel suo legame con Patrick, io ho trovato la forza di sentire ancora accanto a me il mio migliore amico, e lo porto con me ogni giorno. (Sara B.)

Ed ora veniamo al racconto che Federica ha scritto per “Tu sei parte di me”Tu sei parte di me

La Diva

Federica ci presenta un rapporto di dipendenza madre-figlia, creato da una madre che incentra su di sé ogni attenzione, ogni sguardo, e una figlia incapace di liberarsi da quel vincolo genitoriale, così tanto offuscata dalla luce della madre da sentirsi troppo semplice e mediocre per essere importante per qualcuno che non sia lei.
Mia madre inghiottiva tutto l’amore disponibile, tutta l’attenzione, tutta la luce e, se volevi avere il privilegio di stare con lei, dovevi saperti fare da parte, oppure te ne andavi, perché lei veniva prima di tutto e tutti”
Una madre che in sostanza non avrebbe dovuto esserlo, perché “non era nelle sue corde”, voleva bene ai suoi figli, ma alla fine li “sfruttava” sempre come mezzo per emergere, e aveva bisogno di sua figlia Isabella, perché non era in grado di stare sola, perché temeva di essere trascurata, odiava lo scorrere del tempo e la sgradevole sensazione di non essere più cercata e lasciata in disparte dal mondo. Una madre talmente egoista che non appena Isabella tentava di vivere la sua vita e fare le sue esperienze, lei la ricopriva di paranoie ed insulti fino a farla sentire in colpa.
“Ero stata tutta la vita la badante di mia madre e non avevo mai saputo chi ero al di là di quello
Può una madre portare via così l’identità e la vita alla propria figlia? Può la donna che ci mette al mondo, che dovrebbe essere la nostra guida, il nostro porto sicuro , il nostro riferimento, farci sentire incapaci e sbagliate, legate con delle catene che ci impediscono di scoprire un mondo meraviglioso nel quale meritiamo di vivere?

Anche se per un breve racconto, la scrittura di Federica si conferma fluida, vera, incalzante. Il racconto ci restituisce una situazione per nulla paradossale: una madre egocentrica con un bisogno smisurato di attenzione, e una figlia che perde il suo essere, così tanto da non capire più dove finisca la vita di sua madre e inizi la sua.

Non mi sento affine al personaggio di Isabella e ho faticato molto a capire perché non riuscisse a tagliare quel cordone ombelicale che la stava soffocando. Poi ho però pensato a quanto può essere brutale la pressione psicologica, soprattutto da parte delle persone che amiamo e, nonostante si dica sempre che “non è mai troppo tardi”, mi è spiaciuto che la libertà tanto agognata, e mai consciamente aspettata, sia arrivata quando tutto il meglio della vita era sfumato. Mi sono chiesta più volte se il pentimento di Virginia, la madre, fosse vero e se quelle ultime disperate parole fossero in qualche modo una strampalata forma di amore.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.