Blog Tour – Non è questo che sognavo da bambina di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio

Buongiorno smeraldi e buona tappa inaugurale del Blog Tour dedicato a Non è questo che sognavo da bambina di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio, pubblicato da Garzanti il 26 agosto.

Sono certa avrete notato questo romanzo, potrei scommetterci, vista la cover che richiama subito l’attenzione e la trama che invita alla lettura, ma se questo non vi basta per comprare il romanzo interveniamo noi che lo sviscereremo nell’arco di questa settimana.

30/8 – A tu per tu con Ida – Esmeralda viaggi e libri

31/08 – I giovani e il mondo del lavoro al giorno d’oggi – Chiara in Bookland

01/09 – Cosa significa diventare adulti – Aria’s Wild

02/09 – Non smettere di credere mai nei sogni – Il Regno dei libri

03/09 – Intervista alle autrici – Bookspedia

Neolaureata. Coinquilina. Fuorisede. Precaria. Se dovesse descriversi, Ida lo farebbe così. E da oggi aggiungerebbe alla lista: stagista. Stagista in una grande-e-importante-agenzia-di-comunicazione. Non è quello che sognava da bambina, ma dopotutto non è la prima volta che le cose non vanno nella direzione sperata. Avrebbe voluto vivere ovunque tranne che a Milano, e vive a Milano. Voleva una relazione stabile, ed è stata lasciata. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, e invece fa la social media manager. Ogni mattina si trascina in ufficio e, tra meeting, brainstorming e tante altre parole che finiscono in -ing, ci resta fino a sera, impegnata in un lavoro che non riesce a capire che lavoro sia, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti, sì, ma solo tra di loro. Fino al giorno in cui, stanca di una vita che troppo spesso si riduce a essere un pendolo che oscilla tra un file Excel e la prossima sbronza, Ida capisce che, per sopravvivere, deve adattarsi, assomigliare di più a loro – i suoi colleghi, il suo capo – e meno a sé stessa. E mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrerei suoi sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. È ora di crescere: ridimensionare le aspettative e accettare i compromessi. Così, quando le arriva la notizia di un concorso a cui candidare il suo cortometraggio, Ida non sa che fare. Quasi non ricorda più chi volesse diventare da bambina. Ma non si può mai mentire del tutto a sé stessi. Almeno, non a quello che c’è in fondo alla propria anima.

Nel loro esordio, Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio raccontano con leggerezza e autenticità che cosa significa diventare adulti oggi. I fallimenti, le paure e le ambiguità di un momento di passaggio obbligatorio e doloroso, in cui i punti di riferimento crollano e bisogna costruirne di nuovi. L’unica cosa che rimane è un sogno. Un sogno che, anche quando resta chiuso in un cassetto, continua a parlarci. Ed è proprio sapere che è lì che ci fa sentire vivi.


Sono certa che siete curiose di scoprire i misteri che si celano dietro questa pubblicazione a quattro mani, ma per leggere l’intervista vi tocca aspettare ancora qualche giorno e accontentarvi delle nostre parole. Parto io e vi svelo vita, morte e miracoli della protagonista: A tu per tu con Ida.

Vi starete chiedendo con che criterio ci dividiamo le tappe, è molto semplice chi prima arriva meglio alloggia e io con questa Ida sentivo di avere affinità, non fosse altro per il nome che mi riporta alla mente la nonna di mio marito. Quindi detto fatto, sono arrivata per prima nella scelta e ho deciso che questa Ida dovevo conoscerla a tutti i costi.

Ida non è una protagonista facile, voglio subito mettere le mani avanti e non indorare la pillola, ci saranno momenti in cui vi farà parecchio infuriare tanto da avere voglia di entrare nel libro e prenderla per i capelli dicendole di piantarla di comportarsi in modo così immaturo. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, ma la vita l’ha condotta da un’altra parte e lei ha lasciato che la marea la portasse in quella direzione. Vivere fuori sede con gli affitti di Milano senza un lavoro è proibitivo, lo sappiamo tutti, quindi le tocca rimboccarsi le maniche e accettare quello che capita anche se non è quello che sognava da bambina. Che poi a ben vedere sui sogni da bambina potremmo aprire un capitolo lunghissimo perché i miei erano decisamente fuori dal comune, ma magari ne parliamo un’altra volta. Ida sostiene qualche colloquio e finalmente può dire «addio al disoccupalato» e fare il suo ingresso nel mondo adulto. Peccato che questo non significhi nulla, soprattutto quando ti presenti al lavoro non esattamente al massimo delle tue possibilità e ti vengono affidati dei compiti che non hai la minima idea di cosa significhino «community manager, ma anche content creator e social media manager. All’occorrenza, copywriter e ufficio stampa».

Ida non voleva fare questo nella vita, si sta accontentando e ne è consapevole, lei voleva scrivere, voleva lasciar galoppare la sua fantasia e vedere le sue idee diventare arte. Di certo non si immaginava dietro a una scrivania, a ideare frasi che di creativo non hanno proprio nulla, e oltre al danno c’è pure la beffa perché i colleghi che sperava di conquistare non le danno nemmeno modo di avvicinarsi.

Per fortuna Ida ha due valvole di sfogo infallibili, una le mail che manda, durante l’orario di lavoro alla sua migliore amica di sempre Gio, e due le serate a base di alcol con Connie, amica milanese che riserverà delle sorprese. Insomma, se al lavoro le cose non vanno al meglio forse ci riuscirà l’amore a risollevarle il morale…no niente, anche su quel fronte Ida è messa parecchio male, ma credo che il suo ex non meriti nemmeno di essere citato. Una X enorme e via, bisogna estirparlo dalla vita di Ida e a un certo punto anche lei se ne renderà conto.

Potrebbe avere una nuova occasione per farcela nel campo che sogna, un’occasione imperdibile per cui le basterebbe metterci un po’ di impegno, ma Ida, nonostante l’entusiasmo iniziale non si butta nella mischia e quindi è sconfitta già in partenza. Questo mi ha fatto venir voglia di averla davanti in carne e ossa per darle una scrollata e dirle di smetterla di commiserarsi e imparare a tirar fuori gli attributi. Perché ci siamo passati tutti, anch’io appena laureata ho provato a fare quello per cui avevo studiato, ma ho capito che non faceva per me e ho intrapreso un’altra strada che mi dà molte più soddisfazioni. Il segreto sta tutto lì, nel provarci, ma Ida molla il suo sogno subito e questo mi ha deluso, avrei voluto vederla lottare, non arrendersi.

Il lavoro nell’agenzia di comunicazione non le piace, detesta i colleghi, si sente un pesce fuor d’acqua eppure a un certo punto in lei scatta una vena competitiva che la porta a emergere. Quando inizia a brillare di luce proprio gli altri iniziano a notarla e non è più costretta a trascorrere il pranzo in ufficio da sola, diventa parte del gruppo, esce coi colleghi sia durante che dopo il lavoro e prova anche interesse per uno di loro. Ma siamo certi che questa sia la strada per la felicità? Ida entra in un vortice da cui è difficile uscire, sempre di corsa, senza tenere conto di ciò che prova lei e delle conseguenze delle sue azioni. Rimanere fedeli a se stessi è una delle cose più difficili al mondo. Riuscirà Ida a tornare in carreggiata e a guardare dentro se stessa per capire cosa vuole fare nella vita?

Questo sta a voi scoprirlo, io vi ho detto già anche troppo. Intanto vi invito a continuare a seguire il Blog Tour di questo romanzo che parla di quanto sia complicato diventare adulti.

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