Blog Tour – My bitter sweet Symphony di Paola Garbarino – Personaggi secondari

My bitter sweet Symphony

Ero lì con Lestat interamente, col cuore in vista oltre che la pelle. Ed era magnifico, era potentissimo e al tempo stesso m’impauriva perché capivo quanto tutto ciò mi stesse rendendo vulnerabile: lui avrebbe potuto prendere il mio cuore e posarlo accanto al proprio o avrebbe potuto schiacciarmelo sotto alle scarpe e io non sarei mai più stata integra.

Se il nostro posto è nel cuore della persona che amiamo, cos’è che ci riporta a casa?

Lestat è un giovane violinista prodigio, Stella una ragazzina folgorata dalla sua esibizione. Lui è cresciuto in orfanotrofio, lei tra i privilegi di una famiglia importante, eppure le loro anime affini s’incontrano sulle note di un’ipnotica melodia. L’attrazione è immediata ed esplode in poche ore, ostacolata però dai genitori di Stella.

Dopo quella notte, la vita li porta su due strade lontane, la separazione è una ferita che fatica a rimarginarsi. Quell’incontro però lascia una scia bruciante nel loro cuore.

Undici anni dopo, Lestat vive a New York, è sposato e alla ricerca di un figlio che non arriva. Stella, ancora ribelle e selvaggia, ha mollato l’università, diradato i rapporti con la sua ingombrante famiglia e lavora in un resort di lusso nella campagna toscana.

Un evento traumatico sprona Lestat a fuggire da New York, in cerca di serenità e di un luogo dove comporre in pace. Il Destino lo porta proprio in Toscana, dove la luce della sua Stella riesce a compiere di nuovo una magia.

Può la scintilla di un’attrazione bruciata in gioventù divampare ancora, dopo anni di lontananza?

Un romanzo intenso e profondo, commovente e romantico.

La storia, autoconclusiva, è narrata in prima persona dai due protagonisti.

Pagine: 368.

Dal 7 aprile 2018 in esclusiva su Amazon in e-book, cartaceo e abbonamento KU.

Personaggi secondari del romanzo My bitter sweet Symphony di Paola Garbarino

My bitter sweet SymphonyDario Guinizzelli

Mi aveva conquistata coi suoi modi da bello e dannato. Lo credevo un pezzente, uno che suonava all’ingresso delle metropolitane londinesi e, forse per puro spirito di ribellione nei confronti della mia famiglia super borghese, avevo deciso di rotolarmici furiosamente su un letto.

 

 

 

 

 

 

My bitter sweet SymphonyGrace

La prima cosa che ho notato di lei sono stati i capelli, molto lunghi, molto biondi; li aveva acconciati con una treccia elegante che le arrivava a mezza schiena e, quando ho visto il suo viso, fine, dolce, con due spettacolari occhi chiari, mi è piaciuta subito. A fine concerto le ho chiesto di prendere un caffè insieme.

Ha ceduto al settimo caffè, per un bacio. E a cinque settimane di baci, per il resto.

 

 

 

 

 

My bitter sweet SymphonyVittoria Bramanti

Vittoria avrebbe vissuto la propria vita sentendosi spezzata in due, se non avesse trovato il coraggio di uscire allo scoperto. Era la più piccola, il cucciolo di casa, timida, non particolarmente brillante a scuola e quasi zero nelle relazioni sociali, sembrava Beth di Piccole Donne.

 

 

 

 

 

My bitter sweet SymphonyVeronica Bramanti

Veronica era la peggior sorella che potesse capitare nella vita, tipo una di quelle cheerleader antipatiche e spocchiose, ma popolari, tipiche dei film americani. Solo che non era una compagna di scuola, era sangue del proprio sangue e la si poteva evitare fino a un certo punto.

 

 

 

My bitter sweet SymphonyMassimiliano Bramanti, padre di Stella, Vittoria e Veronica

Io ricordavo con maggior entusiasmo gli abbracci di mio padre, piuttosto che i regali di mia madre. Papà mi aveva abbracciata spesso, soprattutto finché non ero entrata nell’adolescenza, mi aveva fatta ballare e mi aveva soprannominata Principessa.

 

 

 

 

 


My bitter sweet SymphonyRegina, migliore amica di Stella

Regina era una persona molto fine, quel che lei definiva elegantemente con scortese io l’avrei probabilmente tradotto con coglione montato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

My bitter sweet SymphonyLeon Ferguson, amico e assistente personale di Lestat

Me lo ricordo come un tipo estremamente professionale. Quella sera a Doha, mentre mi riaccompagnava in camera… ero una ragazzina spettinata, mezza svestita, avevo il trucco sbavato e un succhiotto in vista che iniziava a illividire. E lui mi trattava come fossi la regina d’Inghilterra.

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Una risposta

  1. Anonimo ha detto:

    Grazie

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