Blog Tour – Magic di V.E. Schwab – A darker shade of Red: Londra Rossa
Buongiorno smeraldi, oggi ho l’onore di ospitare la prima tappa di un Blog Tour a cui tengo tantissimo, Magic di V.E. Schwab, primo volume delle trilogia Shades of Magic portata in Italia da Newton Compton. Un libro avvincente, ipnotizzante che ti tiene incollata alle pagine e che ti trasporta in un’altra dimensione. L’autrice sta scrivendo la sceneggiatura per la sua trasposizione cinematografica e io non vedo l’ora, non solo di avere tra le mani i volumi successivi, ma anche di vedere sul grande schermo come saranno in grado di ricreare la magia di questo magnifico libro.
La mia tappa, che dà il via al Blog Tour, si concentra su Londra Rossa. Cercherò di spiegarvi come funzionano le 4 Londra attraverso le parole di Kell, protagonista indiscusso del primo volume, ma non solo, e con immagini evocative create apposta per voi. La tappa successiva la trovate sul blog Coffee & books e in fondo alla pagina vedrete il calendario completo dell’iniziativa con link diretti ai vari blog. Buon inizio.
Kell indossava un cappotto molto particolare.
La prima cosa che faceva quando metteva un piede fuori da una Londra per andare in un’altra era sfilare il cappotto e rivoltarlo una o due volte (o addirittura tre) fino a quando non trovava il verso di cui aveva bisogno.
Non tutti erano alla moda, ma ognuno di essi aveva uno scopo. C’erano quelli fatti per confondersi, quelli fatti per risaltare, e quelli che non servivano a nulla ma a cui lui era particolarmente affezionato.
Quando viaggiava fra i mondi, Kell poteva spostarsi solo da un luogo al suo doppio identico e speculare ma non sempre questo esisteva nell’altra Londra.
«Rose», disse nostalgico.
Si riferiva alla magia. Kell non aveva mai notato il vago profumo aromatico di Londra Rossa che gli rimaneva attaccato ai vestiti, ma ogni volta che viaggiava, qualcuno gli diceva che profumava di fiori freschi appena tagliati. Alcuni parlavano di tulipani. Altri di gigli. Crisantemi. Peonie. Per il re d’Inghilterra, erano sempre rose. Kell era contento di sapere che era un profumo piacevole, anche se non riusciva a sentirlo. Era in grado di riconoscere quello di Londra Grigia (fumo) e di Londra Bianca (sangue), ma per lui Londra Rossa sapeva semplicemente di casa.
Inspirò e sentì odore di fiori nell’aria. Calendule e gigli orientali. (Lila)
La regina non parlava di trono rosso, né aveva inviato i saluti da Londra Rossa (anche se la città era in realtà abbastanza cremisi, per via della luce ricca e piena del fiume), perché non la considerava in quel modo. Per lei, e per chiunque avesse abitato in una sola Londra, non c’era bisogno di distinguerle.
Solo i pochi che riuscivano a spostarsi fra le diverse Londra avevano bisogno di chiamarle in modo diverso. E così Kell – ispirato dalla città perduta che tutti conoscevano come Londra Nera – aveva assegnato un colore a ciascuna capitale restante.
Grigio per la città meno magica.
Rosso per il ricco impero.
Bianco per il mondo affamato.
A Londra Rossa, le mode cambiavano più spesso delle stagioni, e con loro i palazzi venivano eretti e abbattuti e di nuovo eretti in fogge diverse. La magia rendeva le cose semplici. “A volte”, pensò Kell, “rende le cose troppo semplici”.
Sovrastando il fiume, su un ponte di vetro, bronzo e pietra, si allungava il palazzo reale. Lo chiamavano Soner Rast, il “cuore pulsante” della città. Le sue guglie ricurve splendevano come gocce di luce.
Gli occhi di Lila scivolarono sull’acqua fino a raggiungere un edificio massiccio e imponente che poteva essere solo il palazzo. Non sorgeva sulla sponda del fiume, come il Parlamento, ma sopra il fiume stesso, abbracciando l’acqua come un ponte. Sembrava ricavato dal vetro, o dal cristallo, le sue giunture fuse con rame e pietra. Lila osservò avidamente l’edificio. Il palazzo sembrava un gioiello. No, una corona di gioielli, più adatta a una montagna che a una testa.
Perfino di notte, il fiume emanava un riflesso rosso.
Non appena Kell passò dalla banchina di una Londra a quella di un’altra, la macchia nera del Tamigi fu sostituita dal bagliore caldo e immobile dell’Isola. Scintillava come un gioiello, illuminata dall’interno, un nastro di luce costante che si srotolava per tutta Londra Rossa. Una sorgente.
Una vena di potere. Un’arteria.
Alcuni credevano che la magia venisse dalla mente, altri dall’anima, dal cuore, o dalla volontà.
Ma Kell sapeva che veniva dal sangue.
Il rosso era il colore della magia in equilibrio – dell’armonia fra potere e umanità.
«Esistono quattro mondi», iniziò lui. «Pensa a loro come a case differenti costruite sulle stesse fondamenta. Hanno poco in comune, a parte la loro geografia, e il fatto che ciascuno ha una versione di questa città attraversata da questo fiume, e in ciascuno, questa città si chiama Londra».
Lila riuscì a vedere bene il fiume luminoso dall’altro lato della strada. Splendeva di un’impossibile luce rossa, come se fosse illuminato da sotto. Una sorgente, così Kell aveva chiamato il fiume, e Lila riusciva a capire perché. Vibrava di potere.
Il mercato notturno era in piena attività.
I venditori sotto i loro tendoni colorati vendevano i propri prodotti alla luce del fiume, delle lanterne e della luna, alcuni cibo e altri ninnoli, sia magici che terreni, alla gente del posto e ai pellegrini.
Tre Londra molto differenti, in tre Paesi altrettanto diversi, e Kell era uno dei pochi esseri viventi ad averle viste tutte. La cosa davvero paradossale, secondo lui, era che non aveva mai visto i mondi che si trovavano oltre le città. Vincolato al servizio del suo re e della corona e tenuto a essere costantemente raggiungibile, non era mai stato a più di un giorno di viaggio da una Londra o da un’altra.
«I mondi sono come fogli di carta», disse, «impilati uno sull’altro». È così che li aveva sempre immaginati. «Devi muoverti seguendo un ordine». Prese alcune pagine fra le dita. «Londra Grigia», disse, lasciandone cadere una sulla pila. «Londra Rossa». Lasciò andare la seconda. «Londra Bianca». La terza svolazzò prima di poggiare sulle altre. «E Nera». Lasciò il resto delle pagine richiudersi sul libro. «Quindi ci devi passare attraverso», disse Lila.
«Non sai nulla di questi mondi», disse, ma la sua voce aveva un tono sempre meno combattivo.
«Altroché se lo so», ribatté Lila divertita. «Ci sta Londra Noiosa, Londra Kell, Londra Raccapricciante e Londra Morta», recitò, contandole sulla punta delle dita. «Vedi? Imparo in fretta».
Spero di avervi invogliato a seguire questo magico Blog Tour,
ecco a voi il calendario e i blog coinvolti:
09/10 A darker shade of Red: Londra Rossa – Esmeralda viaggi e libri
09/10 A darker shade of Grey: Londra Grigia – Coffee & books
10/10 A darker shade of White: Londra Bianca – Leggere romanticamente
10/10 A darker shade of Black: Londra Nera – Il colore dei libri
11/10 Dreamcast – personaggi – Bookish Advisor
11/10 Test: in quale universo di Londra vivresti? – Bookspedia
12/10 RECENSIONI
13/10 5 motivi per leggere la serie – Reading At Tiffany’s