Blog Tour – La supplente di Cristina Frascà – il linguaggio del cuore

Buongiorno smeraldi e buona quarta tappa del Blog Tour dedicato a La supplente di Cristina Frascà, romanzo di narrativa con un pizzico di romance pubblicato da Garzanti il 9 settembre. Se siete alla ricerca di un libro ambientato nel mondo della scuola con una protagonista in cui identificarvi lo avete trovato. Anna è tutte noi, in lotta costante con la bilancia, alla ricerca del posto fisso e con un amore sconfinato per quella che spera diventi in maniera definitiva la sua occupazione. Anna è un po’ pasticciona e buffa, con un animo gentile e un cuore enorme, è una docente proprio come me e forse è anche per questo che mi sono rivista in lei e nel suo prendere a cuore i ragazzi con cui si relaziona ogni giorno. E io voglio parlarvi proprio di tutto questo: il linguaggio del cuore.

13 settembre – il sogno di Anna – Bookspedia

14 settembre – il mondo degli adolescenti – Rachel Sandman Author

15 settembre – non smettere mai di imparare – Il Regno dei libri

16 settembre – il linguaggio del cuore – Esmeralda viaggi e libri

17 settembre – una vita da supplente – I miei magici mondi

«Un romanzo che dovrebbero leggere tutti per scoprire cosa vuol dire fare il lavoro più bello e difficile del mondo: l’insegnante.»
Enrico Galiano

Anna ha trent’anni e non ne fa una giusta. Sarà per questo che non ha ancora realizzato il sogno di insegnare; o forse perché la strada per ottenere un posto di ruolo– si sa – è lunga e tortuosa. Così, quando scopre di aver ottenuto una supplenza per un intero anno non può credere alle sue orecchie, e poco le importa che in quell’istituto professionale le sue amate materie umanistiche non siano le più importanti. Anna è armata di buone intenzioni e nessuno le impedirà di essere il perfetto insegnante in stile Attimo fuggente. Quando però si trova davanti Rimmel, Bruzzo, Mito, il Principe e Panik le sue certezze vacillano: i nomignoli dei nuovi alunni sono anche simpatici, ma loro non lo sembrano affatto, e non hanno alcuna intenzione di ascoltarla. Ma Anna ha una strategia segreta per provare a coinvolgerli: niente libro di testo, niente cattedra. La poesia è un linguaggio che arriva al cuore di tutti e persino il dizionario Treccani, se usato alla ricerca dei neologismi più strani, non è poi così difficile da consultare. Giorno dopo giorno, si avvicina sempre dipiù ai suoi studenti, scoprendo che, sotto una solida corazza, nascondono le paure di tutti gli adolescenti. Per loro, l’amicizia e l’amore hanno ancora il gusto pericoloso ma unico dell’ingenuità, e, più che di un voto, hanno bisogno di essere ascoltati. Quello che non avrebbe mai immaginato è che sarebbero stati loro a cambiare la sua vita. A insegnarle che le sue fragilità sono una risorsa e che l’incontro inaspettato con Sasha e la sua passione per gli scacchi è più speciale di quanto credesse. Anna ha finalmente capito qual è il segreto dell’insegnamento: non smettere mai di imparare.

Cristina Frascà è un’insegnante che ha deciso di porre al centro del suo esordio fresco e sincero il mondo della scuola. Un romanzo in cui la protagonista è in cerca di sé stessa e non avrebbe mai pensato di capire chi è veramente grazie ai suoi alunni.


il linguaggio del cuore

Parto subito col dire che spero davvero ci sarà un seguito perché quel finale mi ha lasciato sognante e felice, ma con tantissimi interrogativi che solo l’autrice potrà dipanare nel volume successivo dedicato alle avventure e disavventure di Anna.

Ho scelto questa tappa perché io sono nella stessa situazione della protagonista, cinque anni fa ho deciso di cambiare direzione, il lavoro da architetto sottopagato negli studi era ben poco appagante, sotto tutti gli aspetti possibili e ho pensato fosse il caso di darmi un’altra possibilità per cercare un lavoro che fosse nelle mie corde e mi donasse gioia. La scelta è ricaduta sull’insegnamento, certo con la mia laurea non potevo ambire a insegnare matematica o italiano, ma c’era uno spiraglio di luce grazie a Arte e Tecnologia allora mi sono detta ‘proviamoci, mal che vada sarà un buco nell’acqua’ il primo anno sono riuscita a prendere una cattedra di sostegno ed è stato un anno splendido con delle colleghe che mi hanno accolto, supportato e con cui mi sono trovata in piena armonia, i ragazzini erano molto diversi tra loro, uno subito affettuoso e gran lavoratore, l’altro diffidente e poco avvezzo allo studio, ma dopo qualche mese tutto è filato a meraviglia e custodisco un ricordo indelebile di quella prima esperienza. Il secondo anno, incredibilmente, ho preso una cattedra di Arte e immagine con 7 classi, e qui sono arrivate gioie e dolori, perché avere tante classi è dura, avere poche ore richiede un’organizzazione puntuale e precisa e ogni ragazzo è un piccolo mondo, quindi riuscire a tenerli tutti si è rivelato parecchio complicato. Come Anna le ho provate tutte, ma poi la mia indole buona ha prevalso ed è stato proprio quando ho fatto vedere chi sono veramente, senza maschere, che il rapporto anche coi più difficili ha iniziato a ingranare e a portarmi delle soddisfazioni. Non posso certo negare di aver fatto fatica, ma sono certa che a distanza di anni tutti loro si ricorderanno di me, la prof di Arte che è stata catapultata in classe a metà ottobre senza un briciolo di esperienza e ha cercato di avvicinarsi a loro con tutta la buona volontà possibile. E proprio come Anna sono stata incastrata per portare una terza in gita due giorni, nessuno voleva farlo e mi spiaceva far perdere loro un’opportunità così bella e istruttiva, la scelta migliore che io abbia mai fatto perché, se in classe erano piuttosto scalmanati, in gita sono stati tranquilli e collaborativi.

Perché l’importante con i ragazzi è far capire loro che tu sei lì per ascoltarli, che se il loro mondo cade a pezzi, tu non hai nessuna intenzione di mollare la presa e sei sempre pronta a tendere una mano a cui farli aggrappare. Anna ha dalla sua parte la poesia, io ho l’Arte, entrambe parlano al cuore e lo fanno nei modi più disparati.

«Ho scelto questa poesia per dirvi che io sono qui per questo. Per aiutarvi a trovare le parole più adatte a esprimere i vostri sentimenti. Soprattutto sono qui per dirvi che so che non è facile: se non ci riusciva Leopardi, non dobbiamo sentirci incapaci. Semplicemente ci dobbiamo provare insieme!»

Grazie agli spunti di riflessione che mi ha dato Cristina Frascà ho pensato a un nuovo modo di tenere le mie prossime lezioni di Storia dell’Arte, materia che non appassiona particolarmente e che vorrei tentare di rendere più dinamica e coinvolgente. Il coinvolgimento degli alunni è fondamentale per avere la loro attenzione e quindi sperimenterò molto in questo mio anno di prova. Già perché nel frattempo ho superato il concorso e mi sono dovuta trasferire a 120 km da casa, ma sono carica e questo sono certa sarà l’anno da cui imparerò di più. Sono pronta a mettermi in gioco e devo questa nuova visione proprio ad Anna e alle sue fragilità che sono anche le mie. Il cuore di Anna però non si limiterà a battere per i suoi alunni, ci sarà spazio anche per la conoscenza di un uomo che sconvolgerà la sua vita e stravolgerà tutte le sue convinzioni. Ho amato le parti in cui lei e Sasha interagivano, le ho trovate un lungo corteggiamento tra due anime pure che vibrano insieme. Spero davvero di poter ritrovare presto Anna e scoprire cosa le riserva il futuro. Un ottimo esordio che lascia il segno.

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