Blog Tour – Il silenzio di un cuore graffiato di Arianna Di Giorgio – Estratti
Buongiorno smeraldi e buona tappa del Blog Tour dedicato a Il silenzio di un cuore graffiato di Arianna Di Giorgio in uscita con Butterfly Edizioni. Oggi vi mostriamo gli estratti per scatenare la vostra curiosità.
Titolo: Il silenzio di un cuore graffiato
Autore: Arianna Di Giorgio
Casa Editrice: Butterfly Edizioni
Genere: Romance
Collana: Digital Emotions
Prezzo: 2,99 € [l’ebook sarà in offerta a 0,99 € fino al 14 ottobre]
Data di uscita: 26 settembre 2018
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited
Ilaria ha 24 anni, è una ragazza semplice, solare, altruista e sognatrice ma c’è sempre un velo di tristezza nascosto dietro ai suoi occhi. Toccata da un male che ha cambiato il suo modo di vedere le cose, è diventata così sensibile da mettere la felicità altrui al di sopra di tutto. Fabio, 26 anni, ha un animo gentile e tormentato, un’aria tenera e un broncio perenne. Quando in una giornata di pioggia si imbatte nella dolcissima Ilaria, capisce che non potrà starle più lontano. Ma lei non è pronta per aprirsi all’amore, teme di non essere compresa, vuole vivere da sola il suo inferno e non vuole raccontare a nessuno della sua malattia rara. L’unico modo per sentirsi normale è ignorare il suo problema e tenere a distanza le persone. Ha imparato a non abbassare mai la guardia, erigendo tante difese, ma Fabio non è disposto a rinunciare a lei tanto facilmente e combatterà per ottenere la sua fiducia e abbattere tutti i suoi muri. Perché tutti ci meritiamo un amore grande capace di farci sentire accettati per quello che siamo.
Una lacrima le solcò il viso, mentre combatteva per ricacciarla indietro. Aveva paura. Era spaventata da un futuro che non sapeva cosa le avrebbe riservato. Ma la sua angoscia più grande era quel vuoto che non riusciva a colmare in alcun modo.
Ciò che invece gli era sfuggito, era il velo di tristezza che Ilaria nascondeva nei suoi occhi. Era ancora molto lontano dallo scoprire il mondo segreto che la ragazza custodiva gelosa, e al quale non aveva mai permesso a nessuno di accedere.
E il giorno del verdetto finale portò con sé una nuova e terribile consapevolezza. Ilaria era affetta dalla Sindrome di Turner.
«È una malattia collegata alla disfunzione dell’ormone delle crescita». La dottoressa cercava di avere un tono distaccato e professionale, mentre esponeva il problema a quella ragazzina che le sedeva di fronte, con gli occhi lucidi e le unghie mangiucchiate per il nervoso.
«La sindrome», continuò, «colpisce i cromosomi sessuali di una donna su duemilacinquecento. E per questa sua bassa incidenza è elencata fra le malattie rare».
«Mia figlia? Una malattia rara?». La signora Sofia mostrava non poche difficoltà a inserire le parole “figlia” e “malattia rara” nella stessa frase. Non riusciva a credere a ciò che sentiva.
«Adoro il mare. Questo è il luogo dove vengo ogni volta che ho bisogno di starmene da sola coi miei pensieri».
C’era qualcosa, nella sua vita, che non le permetteva di aprirsi completamente agli altri.
Lei non voleva che la guardasse con quegli occhi. Non voleva che se ne innamorasse. Non voleva farlo soffrire e non voleva, soprattutto, soffrire a sua volta.
Fu in quell’istante che comprese di essersi innamorato di una donna passionale, che amava la vita nonostante rifiutasse di mettersi totalmente in gioco. Tutto quello che la circondava, che la riguardava, aveva un cuore palpitante. Ogni oggetto di cui parlava, su cui posava lo sguardo o che sfiorava con un dito, sembrava animarsi di vita propria. Era come se l’essenza più profonda di tutto – amore, passione, vita – si concentrasse in lei.
«Ma io voglio te! Perché per te è così difficile da accettare?».
«Perché non potrei mai chiederti di sopportare così tanto. E perché ho paura di desiderare ciò che non mi è permesso avere».
«Ma io dovrei studiare. E poi ho ancora sonno ed è tutta colpa tua. E non ho molta voglia di uscire, ecco». Le riusciva proprio bene comportarsi come una bambina.
Fabio le rispose divertito: «E io vorrei che non ci fossero più guerre nel mondo. E che il Napoli vincesse lo scudetto. Ma, come ben sai, gli avvenimenti non sempre seguono i nostri desideri. Devi imparare a lasciarti trasportare».
L’imbrunire sulla città era uno spettacolo davvero meraviglioso. Il caldo rosso del sole al tramonto cedeva gradualmente il posto ai toni pastello del rosa e dell’azzurro. E ci fu un momento, proprio mentre la luna faceva capolino nel cielo, in cui Fabio e Ilaria si ritrovarono a tenersi per mano, e a distogliere lo sguardo dai tetti per incrociare i loro sguardi.
Lui le fissò le labbra, provando una voglia immensa di accarezzarle e assaporarle. Di sfiorarle il collo sottile, reso così invitante dalla coda in cui aveva raccolto i capelli. Di sentire da vicino quel suo profumo di vaniglia.
Ilaria iniziò a pensare a tutti i sogni che aveva da bambina e alla sua antica determinazione nel volerli realizzare. Al fatto che, quando si cresce, questi sembrano cambiare. O forse, semplicemente, ce ne dimentichiamo. Così si ripromise che non avrebbe mai più fatto l’errore di dare per scontati i suoi desideri, perché proprio lì, in quell’istante, tra le braccia di qualcuno che la amava profondamente, scoprì che la felicità aveva la consistenza dei sogni, il suono di quelle canzoni e il profumo di Fabio.
«So che non ti rendo le cose facili. Che spesso me ne sto in silenzio e non capisci cosa mi passa per la testa. Che ti faccio impazzire quando faccio così…».
Fabio la interruppe, scoppiando a ridere. «Sapevo a cosa sarei andato incontro quando mi sono innamorato di te».
«Perché tu mi ami così tanto?», sbottò di impulso. Pronunciò quelle parole come fossero una preghiera.
Fabio la fissò con stupore. E restò muto a lungo, prima di riuscire a risponderle.
«I tuoi occhi sono del mio colore preferito, e quando scivolano su di me è come se mi accarezzassero. Quando parli delle cose che ti piacciono, posso sentire i battiti del tuo cuore accelerare. Hai una logica tutta tua, quindi riesci a sorprendermi sempre. Sei dolce e premurosa. Mio padre ti trova adorabile. Ignori tutti i miei difetti, perché ti piaccio così come sono. Quando ti sono vicino, mi fai venir voglia di trasformarmi in un uomo migliore. Puoi battermi in una gara di nuoto. Leggi molto di più di me. E la tua pelle ha sempre un buon profumo».
«Mi piace quando sei così vicina a me», le sussurrò, baciando ancora quelle labbra morbide. Le stelle e il chiaro di luna illuminavano i loro passi, mentre iniziava una nuova canzone. La brezza, invece, aveva trasportato il profumo del mare fino a lì. Era davvero una notte splendida.
«E a me piace come mi fai sentire il centro del tuo universo», gli rispose, stringendosi a lui ancora di più.
Fabio le mise il dito sotto il mento. Con dolcezza. Per guardare i suoi meravigliosi occhi verdi e poterle dire: «Ci sentiamo così perché ogni cuore è un mistero. E abbiamo bisogno di qualcuno che ci sveli il segreto che nasconde il nostro, in modo da completare l’essenza più profonda di ciò che siamo».
«Mi faceva troppo male parlane. È da quando ho quindici anni che cerco di vivere una vita normale, senza coinvolgere le persone che mi stanno intorno. Non volevo essere additata come la Ragazza-che-ha-una-malattia-rara», sospirò. «E ignorare il problema me lo faceva sentire lontano, quasi inesistente».
«Se pensi che sia stato difficile per me bussare alla tua porta, non hai idea di quanto sarà dura dovermene andare», le alitò Fabio, baciandola sul collo. «Se vuoi che mi fermi, devi dirmelo adesso».
Fabio faceva l’amore anche con gli occhi, beandosi della vista di ogni neo, ogni lentiggine che faceva capolino sul corpo di Ilaria. E gli occhi imploranti di piacere, che chiedevano solo di entrare in lei, per porre fine a quella dolce agonia in un crescendo di ansimi.
Ilaria volava alto, col cuore leggero e gonfio di gioia. Tutte le paure, le incertezze, erano chiuse fuori da quella stanza. Non c’era nient’altro che occupasse i suoi pensieri, solo il piacere di donarsi con tutto l’amore che poteva.
«Non ti permetterò di analizzare quanto successo la notte scorsa. Prima che tu mi lasci per ritornare alla tua vita di sempre, devo dirti che ti amo. Ti amo così tanto, che sei stata la prima e l’unica a spezzarmi il cuore. Ho sentito la tua mancanza ogni singolo istante. E dopo averti ritrovata, non puoi chiedermi di rinunciare alla vita che desidero con te. Per quanto tu voglia tenermi lontano, inventandoti mille scuse per non essere felice, io sarò qui ad aspettare che torni. Oggi. Domani. Sempre.»
Ma il vero problema è che, quando si cresce, spesso ci si dimentica dei sogni che vorremmo realizzare. Ci dimentichiamo chi vogliamo essere davvero, per dare spazio a ciò che gli altri desiderano vedere in noi.