Blog Tour – IL POSTO DELLE LUCCIOLE Di Vera Demes I luoghi del romanzo
Buongiorno smeraldi ed eccovi la nostra tappa del Blog Tour – IL POSTO DELLE LUCCIOLE Di Vera Demes, ci occupiamo di mostrarvi I luoghi del romanzo.
La tenuta di Montecorvino, la casa delle sorelle Corvini, un antico castello usurato dagli anni in cui sono intrecciati i loro destini.
Il casale comparve dopo pochi minuti di cammino. Un maestoso cascinale in pietra grigia che si ergeva solitario, su un colle esposto ai venti, tra boschi di castagni e querce secolari. La facciata era imponente, ricoperta da un intrico di piante rampicanti, aggrappate alle solide mura in una trama di fronde turgide e già scalfite dai colori infiammati dell’autunno. E poi c’erano le due torri medioevali, una sul lato nord e una a sud, che si ergevano contro il cielo come fedeli custodi di quel luogo solitario e incantevole.
Il paese di Monte Corvo, un gioiello rinascimentale incastonato tra le colline, pieno di vicoli e di stradine strette spazzate dal vento di tramontana.
Theo guardò oltre il finestrino, un piccolo ponte di pietre millenarie su un fiumiciattolo in secca e le mura turrite della città che, da lontano, si ergevano tra la macchia boscosa del poggio con prepotente alterigia. Nonostante tutto, quel paesaggio fiabesco, immerso nella luce tersa del pomeriggio e nei colori intensi della campagna e delle colline punteggiate di vigneti, era struggente e incantevole.
I boschi intorno alla tenuta, luoghi di vagabondaggi delle sorelle Corvini ma anche di contemplazione e silenzio.
Una delle cose che gli sarebbero mancate di più, tornando a Milano, sarebbe stato quel paesaggio incastonato nel passato. Un dolce susseguirsi di morbide colline dai colori sfumati, di boschi cedui, di cascine disperse nella foschia, di cieli immensi, proiettati sull’orizzonte, spazzati da venti orgogliosi e potenti e attraversati da nubi spumose e da una luce cristallina, che non aveva mai visto così tersa.
Il posto delle lucciole in cui tutto ha inizio e tutto si compie.
Maia si fece strada tra la vegetazione rigogliosa che saturava il percorso, rendendolo impervio e difficile. Intorno a lei un silenzio sommesso, rotto a tratti dal frinire cadenzato e rassicurante dei grilli nascosti tra i prati, più avanti, oltre la macchia. Ancora pochi metri e poi sbucò fuori dalla cortina di alberi e potè finalmente scorgere il cielo, un tavolato color blu di Prussia punteggiato di stelle baluginanti nell’oscurità. Prese fiato e poi procedette decisa verso la radura, lasciandosi guidare dalla luna, crescente e sfrontata, che riluceva algida nel buio.
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