Blog Tour – Cercando Virginia di Elisabetta Bricca – Emma e la libertà di essere se stessa

Buongiorno smeraldi e benvenuti alla tappa inaugurale del Blog Tour dedicato a Cercando Virginia di Elisabetta Bricca, romanzo di narrativa in uscita oggi, 21 maggio, grazie a Garzanti. Ho deciso di partire parlandovi della protagonista Emma, ma prima vi lascio la trama.

Cortona, 1976. La luce è flebile, ma a Emma, rannicchiata nel fienile, è abbastanza per immergersi nelle pagine dei libri che è costretta a leggere di nascosto. Lontano dagli occhi del padre che la vorrebbe impegnata nelle faccende domestiche. Finora è riuscita a proteggere il suo segreto. Ma, quando si rende conto di non poter più andare avanti, pur di andarsene accetta un posto da cameriera offertole da una ricca signora di origini inglesi che si fa chiamare Mrs Dalloway. Per Emma quel lavoro rappresenta la conquista dell’indipendenza e la libertà di appagare la propria sete di conoscenza. Ciò che non si aspetta è di trovare in Mrs Dalloway un mentore, oltre che un’amica fidata. Fin dai primi giorni di servizio, la donna rivede nella giovane sé stessa. È per questo che pensa di proporle delle ore di lettura condivisa alla scoperta di una delle prime scrittrici femministe della storia: Virginia Woolf. Così, sfogliando “Una stanza tutta per sé”, “Le tre ghinee”, “Diario di una scrittrice”, Emma si nutre delle parole illuminate di Virginia e inizia a coltivare il sogno di una vita fuori dalle convenzioni. Ma per realizzarlo deve prima combattere contro l’oscurantismo di coloro che tentano di ostacolarla. Solo così potrà davvero trovare la sua personale Virginia e, con lei, la voce per esprimere ciò che sente dentro.


Emma e la libertà di essere se stessa

Emma è il personaggio principale di Cercando Virginia, ma potrei azzardarmi a definire questo libro un romanzo corale femminile. C’è Emma, c’è Virginia Woolf, c’è Mrs Dalloway, ci sono Martina, Lucia, Caterina, Francesca, Sofia, Chiara, Elisa, la signora Thorne e infine Cecilia. Tutte donne che cambiano, si evolvono, lottano, perdonano, si redimono. Perché sbagliare è un nostro diritto, così come è un nostro diritto cercare la felicità e se crediamo che la libertà ci renda felici non dobbiamo avere paura di rincorrerla anche se questa sembra solo un miraggio.

Emma, così come tutte le altre donne di questo romanzo, sembra fuori dal tempo, più leggevo più mi domandavo se davvero in Toscana alla fine degli anni settanta le donne fossero così sottomesse al volere degli uomini. Possibile che la mia realtà sia così distante? Io ho l’esempio di mia madre, classe 1959, lei alla fine degli anni settanta era fidanzata con mio padre per sua scelta, si sono sposati nel 1980, e aveva già il suo negozio di parrucchiera. Vivo nella bassa Lombardia, esattamente nella zona che è diventata tanto famosa in queste ultime settimane, è possibile che gli anni settanta nel nord Italia fossero così differenti dagli anni settanta nel centro Italia? Ammetto che queste discrepanze con le mie conoscenze hanno influenzato la lettura, spesso ho faticato a comprendere le azioni di Emma perché non riuscivo a ricondurle a quel periodo storico, mi sembrava di trovarmi nell’immediato dopoguerra. Una Emma a quei tempi sarebbe stata davvero rivoluzionaria.

Emma è nata in una famiglia povera in cui le donne non vengono mandate a studiare, le donne devono lavorare e tenere in ordine la casa, di certo non possono passare le loro giornate chine sui libri, con la testa fra le nuvole. L’unico che comprende Emma e la sua voglia di evasione è Settimio, suo fratello. Con lui condivide l’amore per la lettura e, il giorno in cui la trova riversa a terra nelle stalle decide di intervenire portandola in paese per farla lavorare alle dipendenze di Mrs Dalloway. La condizione di Emma migliora notevolmente, viene trattata con rispetto ed Elizabeth, in breve tempo, la prende sotto la sua ala certa di poterle far spiccare il volo. Emma, grazie a Mrs Dalloway conosce Virginia Woolf e attraverso le sue parole comincia ad avere maggiore fiducia in se stessa. Il percorso verso la consapevolezza di sé passa attraverso diversi stati d’animo, ma Emma è la tempesta improvvisa di un giorno d’estate e presto tutti se ne renderanno conto. Arginare Emma è impossibile, lei è più forte delle malelingue, è in grado di cambiare la mentalità delle persone che la circondano, aveva solo bisogno di qualcuno che le stesse accanto e le mostrasse come muovere i primi passi. Emma, grazie alla vicinanza di Mrs Dalloway e non solo, riuscirà a dare voce alla propria anima. Ovviamente inciamperà, commetterà passi falsi, farà anche soffrire chi la ama, ma riuscirà finalmente a dare un senso alla propria esistenza e a riconoscere nella solidarietà femminile una grande risorsa.

Sono certa che Elisabetta Bricca abbia compiuto diversi studi per la stesura di questo romanzo e la scelta di ambientarlo a Cortona non sarà stata casuale, ci sono stati molti passaggi in cui mi sono sentita trasportare indietro nel tempo, il linguaggio adottato e molti dei personaggi che ruotano attorno ad Emma, fanno pensare all’Ottocento, le lotte femministe invece sono proprie degli anni ’70 e alcune di queste tematiche vengono toccate in Cercando Virginia, ma non vi dirò quali per non togliervi il piacere della lettura.

«Virginia Woolf ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca di una propria voce. Ricorda una cosa, cara: siamo persone prima di essere donne.» Persone, sì. Emma annuì. «Perché sta facendo questo per me?» chiese all’improvviso. La signora Dalloway distolse lo sguardo, sospirò. Strinse le mani in grembo, poi tornò a guardare Emma con gli occhi lucidi. «Perché io ho dimenticato la mia voce, Emma. L’ho fatto per tanto tempo. Tu non devi farlo. Non devi farlo mai.»

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