Blog Tour – Ballando nel silenzio di Darinka Montico – I luoghi del romanzo
Buon lunedì smeraldi e buona seconda tappa del Blog Tour dedicato a Ballando nel silenzio di Darinka Montico, pubblicato da AltreVoci edizioni la scorsa settimana. Oggi mi occuperò dei luoghi del romanzo e inserirò anche alcuni estratti che mi hanno colpito e fatto riflettere, perché questo non è un libro mordi e fuggi, ha bisogno di tempo per essere assimilato e assaporato, quindi se siete pronte a compiere un viaggio introspettivo fa al caso vostro. Insieme a Darinka affronterete i suoi ‘demoni’ che sono un pochino anche i nostri e capirete che alla base di tutto c’è sempre l’accettazione di se stessi.
Cosa spinge una persona a cercare se stessa? E cosa serve per riuscire davvero a ritrovarsi?
Quando il mondo si è fermato, a inizio 2020, le frontiere hanno iniziato a chiudersi e gli aerei sono scomparsi dai cieli come le navi dai mari, Darinka si è trovata di fronte a un bivio: tornare a casa o trovarne una nuova. Lei ha scelto Bali.
Per la prima volta costretta a restare ferma, inizia un’esperienza introspettiva in cui corsi di yoga e di meditazione, sedute mistiche con sciamani, guaritori e cerchi di sorellanza sono i nuovi mezzi di trasporto verso la radice dei propri tormenti interiori. Grazie alle numerose esperienze passate e a una naturale propensione per l’insolito, Darinka inizierà un viaggio incredibile, immobile. Affronterà i nodi del rapporto con i genitori, compromesso da antichi pregiudizi, della percezione distorta della propria femminilità e della consolidata tendenza ad attrarre relazioni tossiche, scoprendo in questo modo che solo lungo la strada verso noi stessi si ritrovano le mete più importanti. Fra misticismo e razionalità, Ballando nel silenzio è il curioso diario di un viaggio atteso da tanto, senza saperlo, e insieme un invito a guardarsi dentro. Perché anche quando la musica si spegne, il ballo può continuare.
Voglio restare. Mi fa più paura l’idea di tornare, anche se mi sembra di essere quasi l’unica a pensarla così. La mia decisione è di restare, e ancora non so che tra un anno considererò anche questa una delle migliori della mia vita.
Forse questo 2020 è l’occasione giusta per affrontare la sfida più difficile, senza aver la possibilità di scappare: guardarsi allo specchio.
La casa dove vive Darinka con il suo compagno. L’autrice racconta: “Ci siamo divertiti a trasformarla nel nostro piccolo capolavoro. Nel romanzo la descrivo come una barca, con l’acqua dei Subak (i canali di irrigazione delle risaie) che ci scorrono a fianco. Non potendo viaggiare, abbiamo dipinto ogni parete di un colore diverso per ricordarci dei posti al mondo che abbiamo amato di più. Affacciato al nostro giardino c’è il tempio della famiglia dei proprietari”.
Siamo esseri creativi, dovremmo aspirare a essere ciò che ci rende felici e a fuggire le definizioni, non a inscatolare. Dovevo riuscire a spogliarmi di questa instillata necessità tanto limitante.
Darinka mentre medita davanti alla foresta pluviale, il luogo in cui insieme al compagno sta costruendo il suo futuro in un tipi (tenda indiana) off the grid.
Ci provo e mi cimento a fare una lista di nuove intenzioni, senza oscurità nei loro semi:
-Smussare il mio temperamento vendicativo.
– Lasciar scorrere.
– Fare pace con il mio passato e smetterla di identificarmici.
– Relazionarmi con gli altri in modo sano e onesto.
– Sconfiggere i pregiudizi annidati dentro me.
– Vivere nel presente.
Bali svuotata e senza turisti: questa foto è stata realizzata presso il tempio Lempuyang dove in genere si trovano code chilometriche per scattare una foto per Instagram (esattamente come questa) davanti alla “porta del paradiso”. Darinka nel romanzo racconta della delusione provata quando, arrivata lì per la prima volta proprio per approfittare dell’assenza di coda, ha scoperto che non c’è alcun specchio d’acqua, solo lo specchio dell’inserviente specializzato in Iphonography che per una piccola mancia crea l’effetto.
Darinka a Nusa Penida, una piccola isola spettacolare che si trova a solo mezz’ora di barca da Bali.
Per una volta decido che una spiegazione non debba cancellare la validità dell’altra, forse possono coesistere ed essere vere entrambe. Chi si focalizza nel cercare il trucco non sarà mai in grado di apprezzare la magia.
La riflessione sulla fondamentale importanza di un rapporto equilibrato con i nostri padri e madri mi tocca però nel profondo.
Crescendo sono diventata sempre più creativa nel trovare metodi con cui devastarmi per evadere la realtà e me stessa.
Darinka a Bingin, capitale mondiale dei surfisti, nel warung sulla spiaggia di sua zia.
Non è stata pura casualità trovarmi qui quando il mondo si è fermato, anzi, le probabilità erano ottime perché a Bali vengo almeno una volta l’anno a trovare mia zia Anna, una delle donne che ammiro di più al mondo, zingara come me, che ci vive da oltre vent’anni.