#aspettandoisoladineve – quinta giornata
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Titolo: Non aspettare la notte
Autrice: Valentina D’Urbano
Editore: Longanesi
Data di uscita: 25 agosto 2016
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 377
Prezzo cartaceo: 11€ edizione tascabile
Prezzo ebook: 7,99€
Trama Giugno 1994. Roma sta per affrontare un’altra estate di turisti e afa quando ad Angelica viene offerta una via di fuga: la grande villa in campagna di suo nonno, a Borgo Gallico. Lì potrà riposarsi dagli studi di giurisprudenza. E potrà continuare a nascondersi.
Perché a soli vent’anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell’animo ma anche su tutto il corpo. Dopo l’incidente d’auto in cui sua madre è morta, Angelica infatti, pur essendo bellissima, è coperta da cicatrici. Per questo indossa sempre abiti lunghi e un cappello a tesa larga. Ma nessuno può nascondersi per sempre.
A scoprirla sarà Tommaso, un ragazzo di Borgo Gallico che la incrocia per caso e che non riesce più a dimenticarla. Anche se non la può vedere bene, perché per Tommaso sono sempre più i giorni neri dei momenti di luce. Ma non importa, perché Tommaso ha una Polaroid, con cui può immortalare anche le cose che sul momento non vede, così da poterle riguardare quando recupera la vista. In quelle foto, Angelica è bellissima, senza cicatrici, e Tommaso se ne innamora. E con il suo amore e la sua allegria la coinvolge, nonostante le ritrosie.
Ma proprio quando sembra che sia possibile non aspettare la notte, la notte li travolge…
“…Non ti mentirò, non ti dirò che i tuoi segni non si notano. Perché sei una ragazza intelligente e lo sai pure tu che è la prima cosa che uno guarda, quando ti vede. Ma, Angelica, c’è altro nella vita. C’è molto altro. E tu sei bella da morire.» Fece un passo verso di lei, avvicinandosi un poco. «Tu non sei le tue cicatrici»”
“Lei avvertì qualcosa che si rompeva dentro. L’ultimo pezzo integro, l’ultima cosa che era riuscita a riaggiustare si frantumò silenziosa, la sentì farsi polvere e sparire in qualche parte oscura della sua testa. Non c’era più niente da perdonare.”
Voi quale frase ricordate di più?
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