Anteprima – La metà imperfetta di Cinzia La Commare
Trama Tutti cercano la metà perfetta, qualcuno di uguale a loro che li completi, la famosa metà della mela. E se fosse la persona più diversa da noi, quella che non si incastra alla perfezione, a essere giusta?
Sunday ha ventisei anni, vive nella periferia di Bristol e ambisce a diventare una fotografa di fama, esporre nella galleria d’arte più importante della città è il suo sogno, ma per adesso si occupa di piccoli eventi privati.
Birkir ha trent’anni, è islandese e nell’ultimo periodo ha collezionato debiti per trasformare la fattoria del nonno in un luxury hotel, ma se non troverà i soldi necessari per riprendere i lavori e pagare i creditori il rischio è che rimarrà solo una guesthouse.
Per entrambi la giusta occasione sembra essere un documentario che la BBC girerà in Islanda, con la collaborazione del più famoso editore di guide turistiche in Inghilterra.
Sunday e Birkir, oltre a questo, non hanno niente in comune: istintivo lui, perfezionista lei, fanno scintille fin dal primo incontro come due incastri sbagliati di un meccanismo che forse con un po’ di insistenza…
Recensione in anteprima – La metà imperfetta di Cinzia La Commare, contemporary romance autopubblicato, online da domani 18 giugno 2020 disponibile su Amazon e con KU.
Torna finalmente La Commare con un nuovo libro dai toni leggeri e scanzonati, costellato da battute al vetriolo e con due protagonisti che non se le manderanno di certo a dire, anzi tutto il contrario!
Sunday è una fotografa freelance ventiseienne, che sogna di crearsi un nome nell’ambito fotografico e di esporre le sue opere nelle gallerie d’arte più rinomate. Per assecondare il proprio sogno, ha abbandonato la facoltà di odontoiatria, accantonando il volere del padre di averla al suo fianco nello studio di famiglia. Così si ritrova a non avere ancora un lavoro stabile – occupandosi solo saltuariamente di piccoli eventi privati – e a vivere con un’eccentrica coinquilina e il suo porcellino d’india in uno dei quartieri più malfamati di Bristol.
Ma l’opportunità della vita sembra presentarsi all’improvviso e grazie al suo fidanzato – anaffettivo nonché docente universitario più che quarantenne, separato con figlia – Doug, col quale sta insieme da ben sei anni ormai.
Doug la informa di essere riuscito ad inserirla all’interno di una troupe televisiva che girerà un documentario per la BBC in Islanda, affiancando fotografi famosi, le cui foto saranno inserite nella guida turistica di un rinomato editore inglese. Quale migliore opportunità di questa per farsi conoscere da gente che conta nel mondo della fotografia? Così Sun parte per la fredda isola, viaggio che durerà sei mesi.
È il dramma della mia vita: ho cuore e cervello collegati, fregato il primo lo è anche l’altro. La mia relazione con Doug ne è l’esempio lampante.
Birkir è islandese e ha rilevato la vecchia fattoria di famiglia del nonno per costruirci un luxury hotel, peccato che abbia fatto male i suoi conti, adesso è pieno di debiti e la struttura non è diventata altro che una guesthouse.
Uno spiraglio di luce arriva proprio con la prenotazione a lungo termine della troupe della BBC, che soggiornerà lì come appoggio per le riprese.
Perché d’un tratto mi sembra di provare attrazione per la ragazza più detestabile del Pianeta?
Birkir e Sunday si conosceranno così: lei, stagista un po’ persa e un po’ goffa, con lo zaino sempre carico di attrezzatura fotografica, lui, proprietario della locanda, scorbutico e simpatico neanche a morire, che beve cola e mangia liquirizia.
Inizieranno proprio col piede sbagliato, a cominciare da un errore di smistamento camere dove, nel particolare, alla nostra Sun verrà assegnato un collega della squadra come compagno di letto, e vi assicuro che comincerete a ridere sin da subito, grazie ai battibecchi di questi due peperini che adorerete pagina dopo pagina.
Le ho ribadito così tante volte di non essere attratto fisicamente da lei… Ed erano sempre stronzate! Lo sono stato fin dal primo momento; i suoi capelli rossi, la sua pelle chiara, quei suoi occhi cangianti. Mi manda fuori di testa persino l’idea che potrei racchiudere il suo viso con una sola mano.
La soluzione verrà presto trovata, Birkir la accoglierà nei suoi alloggi privati: stanze diverse, bagno in comune ma senza chiave… vi lascio solo immaginare!
Il loro sarà un disprezzo immediato, non si sopportano, non riescono a stare nella stessa stanza senza litigare, mandarsi a quel paese e lanciarsi frecciatine.
Forse è questo che mi attrae di Sunday, oltre all’aspetto fisico? Che lei sia la metà razionale che a me manca. Ma è soprattutto la metà di un altro.
Le cose inizieranno un po’ a cambiare, anche se molto lentamente, quando Birkir comincerà a vedere le fragilità di Sunday. Pare che sappia tirar fuori gli artigli soltanto con lui, mentre dagli altri si lascia mettere i piedi in testa, venendo estromessa dall’intera troupe, che la ritiene incapace di fare ciò che ama. Birkir perciò inizierà anche a spronarla, preoccupandosi per lei, consigliandola, credendo in lei e stringendo una sorta di tregua, che inizia a prendere un po’ le sembianze di un’amicizia.
«Di una cosa però sono certo: se intendi diventare qualcuno nel mondo della fotografia, devi smettere di farti vedere fragile mostrando il continuo bisogno di sentirti accettata. Non sei qui per fare amicizia … è un altro il tuo obiettivo: dimostrare quello che già vali, senza l’aiuto di nessun altro, da sola. Non sei fragile Sunday, tu sei una tigre e io so quanto riesci a graffiare. Graffia!».
E se questa amicizia comincia a superare i limiti ufficiosamente imposti e a sfociare in altro? Sunday è una donna impegnata dopotutto e, inoltre, i sei mesi passeranno presto, e lei dovrà fare ritorno a Bristol. Anche se . . .
Insomma, c’è molta carne al fuoco su cui lavorare, e lo sa bene Birkir che, tra i due, sarà quello che prenderà coscienza di sé per primo e di ciò che vuole veramente, e lui vuole la sua rossa, nessun dubbio su questo!
«La verità?», chiede retorico avvicinandosi. «Mi piace che devi sollevare gli occhi per guardarmi come stai facendo adesso, mettendo in mostra la linea della gola, e mi piacciono le tue mani così piccole che riescono a stare nel mio pugno». Prende la mia mano mettendola palmo contro palmo con la sua, io non mi ribello, rimango a fissarlo inerme mentre le sue dita si accartocciano sulle mie con un delicato moto di possesso. «Mi piace…», riprende, «… anzi mi fa impazzire l’idea che riuscirei ad avvolgerti completamente tra le mie braccia».
Cinzia La Commare ha creato due personaggi che vi faranno divertire tantissimo, ma anche disperare non poco. Non ho sempre condiviso le scelte di Sunday, alle volte l’avrei proprio presa a schiaffi. Quel suo camminare col paraocchi in diverse situazioni e vederla negare l’ovvio, perché accecata dai propri sentimenti, è stato parecchio snervante. In più di un’occasione avrei voluto afferrarla per le spalle e scuoterla, per farle aprire gli occhi e farle vedere la realtà per come è, non solo per come credeva che fosse.
Ho apprezzato molto di più Birkir – anche se quella cosa non avresti dovuto farla eh, Bir! u.u – nonostante il suo essere irritante, sgarbato, borioso e… vichingo, nell’atteggiamento e nell’aspetto, così come spesso lo apostroferà Sun. Io sono riuscita a perdonarlo nonostante tutto, ed ho amato alla follia anche le sue di fragilità.
Ci sono cose che forse perfette non lo saranno mai.
Ma il loro bello risiede proprio in questo.
Insomma, la bravura di Cinzia La Commare è indubbia, e anche questa volta ha fatto centro! 😉