Annabelle di Lina Bengtsdotter
Avere diciassette anni. Rubare il vestito celeste alla mamma per andare a una festa. E poi sparire nel nulla.
Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste di Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quel venerdì notte. Al padre, che invano esce a cercarla per la campagna, e alla madre, consumata dall’angoscia e dal senso di colpa, non resta che affidarsi agli agenti della Polizia criminale che da Stoccolma giungono a prendere in mano le indagini. Per l’agente Charline Lager, però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso tra i più delicati e complessi di sempre. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång – le casette uguali, le acque fredde del lago, l’emporio abbandonato e i segreti che nasconde – non è un posto qualunque, ma il suo posto, quello che si porta scolpito dentro e dal quale fuggire è semplicemente impossibile. Folgorante esordio da oltre 100.000 copie solamente in patria, Annabelle è un thriller dall’anima autenticamente scandinava, con al centro una protagonista difficile da dimenticare. Un romanzo che ha stregato lettori e critica, in corso di traduzione in 20 Paesi, finalista del premio al Miglior Romanzo dell’anno in Svezia e premiato come Miglior Esordio dell’anno dalla giuria del Crimetime Specsaver Award.
Recensione di Loreads – Annabelle di Lina Bengtsdotter – thriller scandinavo pubblicato da DeA Editore lo scorso 22 gennaio.
È una generazione dolente e tristemente attuale quella che salta fuori da questo potente esordio letterario scandinavo.
Annabelle è una ragazza di 17 anni, bella e intelligente, che svanisce nel nulla in una calda notte d’estate. Nessuna traccia di lei, nessuno ha visto niente, amici e vicini sono totalmente ignari di cosa le possa essere accaduto. La sua scomparsa non desta nemmeno tanta preoccupazione nella piccola comunità di Gullspång, il paese più povero della provincia svedese, un posto dimenticato da Dio, dove le scorribande di una giovane adolescente come Annabelle sono quasi all’ordine del giorno. C’è chi ipotizza che si sia allontanata volontariamente per sfuggire ad una madre soffocante e ansiosa, e chi invece pensa che la sua sia una fuga amorosa. Ma Annabelle è troppo intelligente e indipendente per legare la sua vita a qualcuno e rimanere a marcire in un paese senza futuro. Quando il caso approda a Stoccolma, la ragazza è sparita da quattro giorni, e la polizia criminale manda ad indagare sul luogo l’agente Charline Lager e il collega Anders. Charline è una giovane poliziotta di 33 anni, arrivata alla Noa, la polizia criminale svedese, da un paio d’anni. Unica donna in una squadra formata da soli uomini che non le risparmiano battute e provocazioni per il suo sesso e la giovane età. Ma Charline, Charlie come preferisce farsi chiamare, è talmente in gamba da soprassedere con eleganza alle frecciatine dei suoi colleghi. Ha un solo difetto che ormai fa fatica a tenere nascosto al resto della squadra e al suo superiore: una pericolosa dipendenza dall’alcool, che stranamente non offusca la sua capacità di giudizio , ma che le fa compiere scelte discutibili e autodistruttive, tra tutte una relazione clandestina con un collega sposato.
“Una donna di 33 anni a cui piace divertirsi, che odia le chiacchiere ma ha una straordinaria capacità di cogliere i dettagli decisivi nel quadro generale, e ricostruire il quadro generale a partire dai dettagli.”
Per Charline, il caso della scomparsa di Annabelle presenta subito un conto salato e da saldare con il suo passato. Gullspång è infatti il luogo dove è nata e cresciuta con la presenza di un solo genitore, la madre Betty, una donna che ha sempre vissuto circondata da una bolla di finta allegria, obnubilata dai fumi dell’alcool e dalla dipendenza dai farmaci. Per Charline tornare nel paese dal quale è fuggita dopo la morte del genitore significa affrontare i demoni e i fantasmi del suo passato, ma è anche trovare la fonte dei suoi di problemi, cercare di rimettere la sua vita sui giusti binari. Dalle prime indagini, risulta subito evidente la scarsa partecipazione della polizia del luogo, amici e parenti di Annabelle non sono stati adeguatamente interrogati. Si conoscono solo i movimenti della ragazza la sera della scomparsa: Annabelle era uscita di casa ingannando la madre sulle sue reali intenzioni; quella sera, infatti, non si era recata a casa della sua migliore amica per guardare un film, ma con gli altri giovani del paese si era presentata alla festa tenutasi all’interno di un vecchio emporio in disuso, in cui alcool e droghe erano stati gli invitati principali. Gli amici della ragazza non ricordano nulla di quella serata, e la famiglia continua a disperarsi. La madre di Annabelle è totalmente devastata dalla scomparsa della figlia, in passato ha sofferto di depressione e questo dolore la sta facendo precipitare nuovamente nell’abisso. E dagli amici salta fuori la descrizione di una ragazza studiosa, intelligente, che aveva scoperto la religione facendone argomento di studi approfonditi. Annabelle era una promettente ragazza cresciuta in un posto desolato e senza futuro, ma a cosa è legata la sua scomparsa?
Sono stata in preda a sentimenti contrastanti per tutta la lettura di questo libro. Nulla da eccepire stilisticamente, tutto viene descritto e caratterizzato alla perfezione, è subito chiaro al lettore che la vera protagonista è Charline, il suo passato turbolento e le sue addizioni a farmaci ed alcool. Questo ha messo un po’ in ombra la parte investigativa legata ad Annabelle che viaggia su un binario secondario, a dimostrazione che il romanzo serve soprattutto a presentarci questa poliziotta che sarà la protagonista dei libri successivi. Ma è tutto ciò che fa da contorno che mi ha intristito, una cruda realtà assolutamente attuale che vede una generazione senza alcuno stimolo o progetto per il futuro. Giovani vite già spezzate da sesso e abusi di sostanze stupefacenti, che si muovono come zombie in una società che non offre niente di meglio. Il lettore si ritrova a fare mille congetture perché il romanzo ha tre diversi punti di vista: quello di Charline che ci guida lungo il filo dell’indagine, quello di Annabelle che ci racconta la sua storia nel giorno precedente alla sua scomparsa, e un terzo punto di vista che non vi svelo, ma che a primo impatto sembra scollegato dalle dinamiche principali della trama. Il tutto converge perfettamente in un finale dolceamaro che non vi lascerà indifferenti.