Albicocche al miele di Elisa Pellegrino
Per Diego, Giulia, Caterina e Greta l’università sta finendo ed è come se anche sulla loro amicizia si allungasse un’ombra di incertezza. Fino a quell’estate era bastato vivere nella stessa città, condividere le stesse preoccupazioni, le stesse scoperte e la costante sensazione di un futuro dalle possibilità infinite per tenere saldo il gruppo. Ma da ora in poi le taciturne solitudini da studente di Lettere di Diego, la testarda ambizione di Giulia, il fragile talento di Caterina e le insicurezze sentimentali di sua sorella Greta non avranno più quella rete di salvataggio.
Queste quattro vite, per la prima volta dopo molti anni, sono costrette ad affrontare da sole un anno nuovo con tutte le paure e le incognite che si porta dietro. Un anno però irripetibile, quattro stagioni scandite da quattro film, uno per ogni personaggio, per quattro storie intrecciate fatte di piccole grandi paure, euforie, sesso, solitudini, viaggi, lacrime, amore e crescita: insomma un anno di vita e di amicizia.
Elisa Pellegrino nel suo romanzo d’esordio racconta, attraverso le vite normali e uniche di Diego, Caterina, Giulia e Greta, le emozioni e i pensieri di quel momento preciso della giovinezza in cui ci si sente ancora adolescenti, attaccati agli ultimi scampoli di vita libera e spensierata, ma si è anche consapevoli di dover diventare grandi senza, però, sapere bene come.
Albicocche al miele di Elisa Pellegrino, romanzo di narrativa pubblicato da Mondadori il 21 settembre.
Quando ci è stata proposta questa lettura ho detto subito di sì di slancio, chi non si è trovato nella situazione di Diego, Giulia, Caterina e Greta? La fine dell’università può fare paura, ma porta con sé una ventata importante di cambiamento. Certo le giornate trascorse in aula, le serate con gli amici fuori sede, le nottate passate sui libri o a progettare mancheranno come l’aria, chiunque si sentirà un po’ perso, come se la sua vita avesse smesso di avere un senso, ma è inevitabile. Tappa fondamentale di ogni ragazzo che dopo cinque anni passati in mezzo a persone che fanno il suo stesso percorso, hanno i suoi stessi orari e le sue ambizioni si ritrova solo, in mezzo a un mondo che non si è fermato nemmeno un secondo e che fatica a capire. Diego, Giulia, Caterina e Greta si trovano a questo punto, non sanno ancora cosa diventeranno, ma sanno che è il momento di decidere, sono amici e ci saranno sempre l’uno per l’altro, ma le loro strade sono costrette a dividersi, ma continueranno a condividere la passione che li lega e l’amore per il cinema, proprio per questo decidono che continueranno a trovarsi a casa di uno di loro rotazione per trascorrere del tempo insieme e discutere del film scelto da chi ospita.
Seguiremo le loro vite nelle quattro stagioni e capiremo l’evoluzione delle loro esistenze, fatte di tante piccole grandi scelte.
Greta è l’autunno, stagione che le si addice, lei è tutto un ‘vorrei, ma non posso’ sembra che la vita le scorra davanti senza che nemmeno provi ad afferrarla. Ha una bella famiglia, un fidanzato che la ama e che non vede l’ora di portare il loro rapporto allo step successivo, ma lei tentenna, si sente prigioniera della ragazzina che è stata e finisce per soffrire e far soffrire chi la ama. Per fortuna può contare su quel tipo di amici che non hanno paura a dirti in faccia cosa diavolo stai combinando e un incontro inaspettato la illuminerà. Perché per vivere davvero bisogna liberarsi dalle catene che noi stessi ci siamo costruiti.
«I libri, il cinema, la musica anche, non possono essere soltanto un rifugio e un luogo in cui rispecchiarsi. Si rischia di perdere il contatto con la vita vera, di sparire dietro a un’opera.»
Giulia è l’inverno, lei vive tutto come una sfida continua con se stessa e con gli altri, ha uno spirito competitivo molto spiccato e ogni cosa che fa è per raggiungere uno scopo. Nella sua vita sembra non esserci spazio per i sentimenti, meglio un rapporto libero che non implichi nessun impegno perché amare è complicato, perché amare può far male e portare via energie preziose. Ma anche una perfezionista come lei non può controllare tutto e così si ritrova a non essere scelta dopo lo stage, a interrogarsi se davvero Milano sia il posto giusto per lei e a cercare di stare alla larga da chi le fa mettere in dubbio le sue certezze.
Diego le seguì, le braccia lungo i fianchi. A un passo dalla soglia si girò, tenendo il portone aperto per far passare Giulia. Si fissarono, gli occhi pieni. Da quando i loro corpi avevano smesso di condividere gli stessi luoghi ogni contatto tra loro assumeva nuove forme. Anche quando non si toccavano, soprattutto quando non si toccavano.
Diego è la primavera, lui è un libro aperto, non si nasconde dietro a una maschera, la sua presenza all0interno del gruppo è taciturna, ma fondamentale. Il migliore amico che tutte noi vorremmo avere, il bravo ragazzo che ti tenderà sempre una mano e che ti mostrerà quanto sia vasto l’universo maschile. Diego ancora studia perché non ha capito subito cosa lo rendesse felice, ma adesso sa esattamente cosa vuole e non ha nessuna intenzione di stare fermo a guardare mentre la vita gli scorre davanti, è il momento di farsi avanti e di parlare con il cuore in mano alla persona che popola i suoi sogni.
«Quando sono con te provo cose che non conosco, che non capisco.» Diego si passò una mano sul viso, Giulia abbassò lo sguardo. «Potevi restare, no? Potevamo capirle insieme.» «Sai che avrei voluto.» «No, io non lo so, non so cosa vuoi.»
Caterina è l’estate, sicuramente è il personaggio più complesso, forse l’avrei vista meglio associata alla primavera, perché lei rinasce a nuova vita dopo un periodo buio in cui si è sentita ‘sbagliata’. Certo sua madre ci ha messo il carico da novanta non permettendole di esprimersi liberamente, dicendole in continuazione che è una delusione. Il percorso di Caterina non è dei più semplici, ma adesso è il momento di reagire e di vivere esattamente come vuole, senza ansie, senza pressioni, libera di essere se stessa.
Caterina trovava in quel personaggio l’imperfezione che sentiva dentro di sé. La osservava muoversi maldestra, affrontare delusioni. Era una ragazza in ritardo di continuo, fuori posto, eppure pareva sempre pronta a ballare la sua musica. Non si adeguava agli altri, non si lasciava scalfire più di tanto dalla compassione che a volte le riservavano. Accoglieva la vita, ci entrava.
Non so se sono riuscita a incuriosirvi, quello che so è che Albicocche al miele è un libro scritto in modo scorrevole e diretto in cui le vite dei quattro protagonisti ci vengono presentate come se fossero dei cortometraggi, una tecnica di scrittura che non mi era ancora capitato di leggere e che mi ha dato una visione cinematografica della loro quotidianità.