Addicted di Valentina Facchini

“Noelle, da quando ti ho incontrata la prima volta non ho potuto fare a meno di amarti.”

Ho sempre creduto di avere tutto sotto controllo, di essere sulla strada giusta per ottenere la vita che volevo per me e per i miei fratelli. Le cose sono precipitate quando sono diventata l’ossessione di qualcuno.

“Mi rimangono solo le maniere forti.”

Non so chi sia e non so più di chi fidarmi.

“Stai attenta, sto vendendo a prenderti”

Fuggire non è un’opzione, restare potrebbe sancire la mia fine.

Sono Noelle e questa è la nostra storia.

Addicted di Valentina Facchini, romanzo stand alone, pubblicato il 10 Dicembre 2019 in self

Smeraldine, ormai mancano solo una manciata di giorni alle tanto sospirate vacanze natalizie, e, Addicted è stata la mia ultima lettura per il blog di questo lunghissimo 2019. Sono quasi in fibrillazione perché ora potrò dedicare le prossime due settimane a letture che voglio assolutamente recuperare. Ma bando alle mie solite ciance e passiamo al libro in questione.  Non avevo letto ancora nulla dell’autrice, il panorama italiano di autrici emergenti si è così tanto allargato negli ultimi anni che, personalmente, faccio molta fatica a stare dietro a tutte. La trama di questo libro, però, mi aveva incuriosita e allora, come mi succede spesso, mi sono buttata a occhi chiusi nella lettura e devo dire che pur avendo qualche riserva, di cui vi parlerò, è stata una lettura gradevole.

Noelle, la protagonista di questa storia, è una ragazza giovane e bella, che però vive con un grosso peso sulle spalle. Da quando ha perso la madre adottiva, due anni addietro, ha dovuto farsi carico di due gemelli di undici anni e di un padre che si è lasciato andare all’alcol e che, giorno dopo giorno, peggiora sempre più. Accanto a lei, in questa tempesta, nei panni del fidanzato e del datore di lavoro c’è stato sempre e solo Jason. Ma quando il giovane le chiede di sposarlo, rendendosi conto di non provare più per lui gli stessi sentimenti decide di lasciare sia lui che il lavoro e di non fare mai più l’errore di lasciarsi coinvolgere emotivamente in ambito lavorativo. Noelle, è una romantica, vorrebbe lo stesso sentimento che leggeva nello sguardo dei suoi genitori mentre cresceva, e non è disposta ad avere niente di meno.

         “Non volevo un ragazzo solo per facilitarmi la vita, volevo un amore grande, capace di togliermi il fiato e farmi sentire le farfalle nello stomaco. E non volevo qualche farfalla, ne volevo un fottuto stormo”

Armata dalla voglia di lasciarsi tutto alle spalle e di trovare un impiego che, oltre a soddisfarla sul piano personale, le permetta anche di dare una vita migliore ai fratellini, accetta un lavoro che sembra rispondere ad ognuno dei requisiti che si è prefissa. Ma proprio durante il primo giorno di lavoro incontra Elliot, un ragazzo che racchiude in se l’epitome di tutto: bello, elegante, affascinante, ricco e che sembra essere rimasto assolutamente affascinato da lei. Il giovane però, agli occhi di Noelle ha un unico neo: è convinta che sia un suo collega e lei non ha nessuna voglia di rifare gli stessi errori del passato. Ma l’attrazione tra i due è innegabile, c’è qualcosa di molto forte e trascinante tra loro, tanto che quando i loro sguardi si incrociano fanno fatica a lasciarsi, e il solo sfiorarsi, anche casuale, provoca in entrambi un fuoco difficile da placare. Tutto potrebbe essere bello e perfetto se degli strani bigliettini anonimi non iniziassero a perseguitare la bella Noelle. E saranno proprio quei biglietti che all’inizio non sono altro che semplici dichiarazioni d’amore, per poi trasformarsi in minacce vere e proprie, che mineranno tutte le aspettative e le difese della giovane. Della trama non aggiungo altro, ma mi piacerebbe parlarvi un po’ della figura di Noelle, una ragazza che per tanti versi ha fin troppo la testa sulle spalle e per altri ho considerato un po’ troppo ingenua. Noelle è una combattente, una che pur di tenere in piedi la famiglia è disposta a tutto, anche a rinunciare ad un amore bello come quello che le offrono Jason ed Elliot senza battere ciglio. Eppure dimostra di essere una irresponsabile nel non dare il giusto peso a bigliettini anonimi che trova ovunque, dalla scrivania,alla porta di casa e persino dentro la sua stessa borsa. Ecco, questa è la grande pecca che riscontro nella protagonista, soprattutto in considerazione dei tempi che viviamo e delle responsabilità che si è assunta nei confronti dell’unica famiglia che le è rimasta e, forse, anche perché per tutto il resto della storia è stata una roccia. Mi ha indispettita un po’ anche la sua troppa indipendenza e non perché le donne debbano essere uno zerbino, ma perché questo suo modo di fare era concentrato su un’unica persona mentre avrebbe dovuto estenderla un po’ a tutti quelli che la circondano. Certo, è vero che questo suo modo di fare è sicuramente dipeso dal bagaglio emotivo che si porta dietro ma alle volte avrei voluto darle una tirata ai capelli e farle aprire gli occhi.

Mi piacerebbe parlarvi un pochino anche di Jason ed Elliot ma se lo facessi parteggerei troppo per uno dei due e non sarebbe carino da parte mia. A tal proposito vi dirò che uno dei due è un uomo che ha una particolarità che mi è piaciuta molto.  Non pensate male, non sto parlando di centimetri ma di un atteggiamento di vita. Un qualcosa che vorrei trovare più spesso nei libri che leggo e in cui mi imbatto molto raramente. Siete curiose, volete sapere di cosa sto parlando, vero? Ehh, vi sfido a scoprirlo da sole.

Il libro scritto in prima persona e con il doppio punto di vista è stato costruito in modo da creare una certa dose di dubbio nei confronti dei vari personaggi e questa è una cosa che non mi è dispiaciuta affatto, ma allo stesso tempo devo ammettere di aver fatto un po’ di fatica a leggerne alcune parti, come se passassi da una scena troppo movimentata ad una di una calma abissale nella frazione di qualche secondo. Consiglio Addicted a quante amano le storie delle seconde opportunità, a cui non dispiacciono le protagoniste che affrontano con coraggio le difficoltà scaturite dalle proprie scelte sbagliate e che lottano strenuamente per costruire la propria felicità.

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